L’andamento climatico estivo, caratterizzato da una prolungata siccità e da temperature superiori alle medie stagionali nel mese di luglio, ha determinato quest’anno una riduzione dei raccolti nazionali di olive, nonostante le attese di un’annata di carica.
In base alle previsioni formulate dall’Ismea, in collaborazione con le Unioni dei produttori (Aipo, Cno, Unapol, Unaprol e Unasco), la produzione italiana di oli di oliva di pressione dovrebbe pertanto attestarsi su un quantitativo inferiore del 4% a quello della scorsa campagna, scendendo a 6,3 milioni di quintali scarsi, contro i 6,5 milioni del 2005/06.
A determinare il calo produttivo, oltre all’andamento climatico avverso, che nella prima parte dell’estate ha causato frequenti fenomeni di cascola in diverse zone di produzione, sono stati i numerosi attacchi di mosca olearia segnalati nelle campagne italiane nella fase di maturazione delle olive. Un fattore che in più regioni ha indotto gli olivicoltori ad anticipare di circa una settimana la raccolta delle drupe, sacrificando qualche punto percentuale di resa in olio a beneficio però della qualità, valutata quest’anno su livelli soddisfacenti.

Nel complesso la produzione ha fatto segnare un buon recupero nelle regioni del centro Italia, dove le stime fissano il nuovo dato produttivo oltre i 775.000 quintali, un quantitativo in crescita del 5% su base annua.
Al Sud il bilancio è invece negativo: la produzione di olio di oliva si è infatti ridotta a 5,4 milioni di quintali, da oltre 5,7 milioni della scorsa annata, facendo registrare una contrazione del 6%.
Nel dettaglio regionale le stime elaborate dall’Ismea e dalle Unioni dei produttori rivelano un andamento stazionario in Puglia, dove si prevedono anche quest’anno poco meno di 2 milioni e mezzo di quintali di olio.
Bene la produzione nell’area del Salento, mentre sia nel Barese che in provincia di Foggia il caldo torrido e lo stress idrico, causato dalla siccità, hanno determinato un calo produttivo anche piuttosto netto, compensato dai recuperi nel Leccese. Scende sotto i 2 milioni di quintali la produzione calabrese, prevista in calo di oltre l’8% rispetto al 2005/06. Riduzioni ancora più nette sono previste in Sicilia, che l’anno scoro aveva però raggiunto un buon livello produttivo, e in Campania, con volumi rispettivamente di 471 e 277 mila quintali, in calo del 12 e di quasi il 30 per cento su base annua.
Sul risultato negativo delle regioni meridionali pesano anche le flessioni previste in Basilica (-3,5%) e Molise (-7% circa). In controtendenza, al Sud, solo la Sardegna dove le nuove disponibilità di olio sono stimate in oltre 111.000 quintali, il 24% in più rispetto alla scorsa campagna.
Al centro Italia si segnalano i forti aumenti di Umbria e Marche. Le stime indicano, in entrambe le regioni, incrementi di oltre il 30%, con volumi attestati rispettivamente a 115.000 e a 43.000 quintali. Anche in Toscana, dove le operazioni di molitura sono iniziate a fine ottobre, l’annata di carica produttiva porterà nei frantoi 178.000 quintali di olio, un quantitativo in crescita del 10% rispetto all’anno scorso. Nel Lazio, grazie ai recuperi nelle province settentrionali di Rieti e Viterbo, si prevedono quest’anno 227.000 quintali (+3,6%), mentre l’Abruzzo vedrà scendere la produzione a 212.000 quintali scarsi, un livello inferiore del 10% a quello del 2005/06.
Riguardo infine alla regioni settentrionali, si segnala il risultato positivo della Liguria (+47%), con quasi 60.000 quintali, dove la raccolta delle olive è iniziata addirittura con due settimane di anticipo rispetto ai normali calendari.
Più abbondante anche la produzione lombarda (+12,5%), mentre segnano un meno 11% il Veneto e un calo del 30% l’Emilia Romagna.

Per informazioni: www.ismea.it