La situazione di siccità straordinaria della scorsa estate potrebbe, nei prossimi anni, diventare sempre più ordinaria. Segno di un cambiamento climatico che avanza ormai ad ampie falcate. Per questo è necessario sviluppare nuove tecnologie e tecniche agronomiche in un’ottica di agricoltura sostenibile.

 

"La missione dell’agricoltura, oggi e ancora più negli anni a venire, è quella di produrre cibo sano e sicuro. Ed è compito degli operatori rendere tutto questo possibile attraverso l'implementazione di sistemi innovativi che garantiscano maggiori risultati senza impattare negativamente sull’ambiente" commenta Giorgio Rossi, presidente dell'azienda MartinoRossi Spa e fondatore di Underdrip.

 

Una sub irrigazione ancora più precisa

In questo percorso si inserisce la ricerca condotta dall’Università Cattolica di Piacenza sulle prestazioni di Underdrip, sistema di sub irrigazione brevettato dall'omonima società fondata nel 2010 da Giorgio Rossi.

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Underdrip prevede il posizionamento preciso, tramite Gps, dei semi esattamente sopra le manichette di irrigazione interrate a circa 45 centimetri dalla superficie. Ciò consente di ridurre fino al 60% i consumi idrici e del 25% quelli di fertilizzanti, riducendo allo stesso tempo l'uso di diserbanti e altri prodotti fitosanitari.

 

Con Underdrip acqua e fertilizzanti vengono rilasciati e si distribuiscono in modo uniforme direttamente sotto le radici

Con Underdrip acqua e fertilizzanti vengono rilasciati e si distribuiscono in modo uniforme direttamente sotto le radici
(Fonte foto: MartinoRossi)

 

Obiettivo: produrre di più con minori emissioni

Lo studio, commissionato all'Università ed effettuato nell’arco di un biennio, ha valutato gli effetti di Underdrip sulla resa produttiva delle colture e l’efficacia della sub irrigazione nel migliorare l’assorbimento dei fertilizzanti azotati. Questi ultimi sono infatti i primi responsabili dell’impennata registrata nell’ultimo decennio nella concentrazione atmosferica di protossido d’azoto (N2O), gas fortemente climalterante.

 

I precedenti aspetti sono stati valutati su 3 diversi sistemi irrigui in un contesto di agricoltura conservativa:

  • tradizionale a pioggia con applicazione di urea granulare;
  • sub irrigazione con file distanziate di 140 centimetri con fertirrigazione con solfato d’ammonio;
  • sub irrigazione con file distanziate di 70 centimetri con fertirrigazione con solfato d'ammonio (Underdrip).

 

I test sono stati condotti in un'area di prova di 1,5 ettari nei campi prova dell'azienda agricola sperimentale Agrifuture

I test sono stati condotti in un'area di prova di 1,5 ettari nei campi prova dell'azienda agricola sperimentale Agrifuture
(Fonte foto: MartinoRossi)

 

I risultati della ricerca

I benefici maggiori sono stati riscontrati nelle colture che necessitano di grandi quantità di acqua e composti azotati, come nel caso del mais. Rispetto all’irrigazione a pioggia, i sistemi di sub irrigazione a goccia hanno aumentato la resa del mais (+31%) e l'efficienza del fertilizzante azotato, esclusivamente durante l'anno più secco nel quale l'irrigazione ha fornito circa l'80% del fabbisogno idrico.


La spaziatura più stretta tra le file di Underdrip ha ridotto le emissioni di N2O sia rispetto all'irrigazione a pioggia (-36%) sia rispetto al sistema sub irriguo con interfila più ampia (-44%), grazie a una distribuzione più omogenea dell'azoto nel suolo e a un minor contenuto di umidità del terreno. 


Dalla ricerca è emerso, infine, che il sistema a pioggia ha incrementato la decomposizione delle cover crops, aumentando così il rilascio di carbonio e azoto nel suolo, ma incrementando anche le emissioni azotate in atmosfera.