Le FTC per foraggi presentano un sistema falciante costituito da un aspo e una lama oscillante, mentre quelle per mais falciano gli stocchi mediante catene senza fine dentate e dischi di taglio. Il prodotto tagliato inferiormente dai sistemi falcianti viene convogliato dalla testata all'apparato di alimentazione, composto da 2 o più coppie di rulli sovrapposti.
I rulli delle trinciacaricatrici (o trince) alimentano un sistema di trinciatura all'interno del quale un rotore a lame sminuzza il materiale e un rompigranella frantuma i chicchi. Segue un apparato di convogliamento del trinciato, dove un soffiatore genera la corrente d'aria necessaria al trasporto del prodotto ad un tubo di lancio orientabile con deflettore che lo scarica direttamente nel rimorchio al seguito della trincia.
Nuova trincia John Deere 9900i all'opera
Le trince semoventi sono sempre accompagnate da trattori con carri dumper a due o tre assi, adibiti al trasporto del raccolto in azienda. Qui, in caso di insilamento, il mais viene scaricato in trincea e quindi compattato con trattrici di grandi dimensioni munite di zavorre. L'attesa, talvolta necessaria, di un secondo rimorchio in campo può avere riflessi negativi sull'efficienza operativa del cantiere di raccolta.
Un mercato all'insegna della stabilità
Piuttosto costose, le falciatrinciacaricatrici semoventi sono oggi le più diffuse. Nel 2018, le vendite - mediamente costanti negli ultimi anni - sono cresciute rispetto al 2017 del 3.7% in Germania (560 unità), del 32% in Francia (342 macchine) e Regno Unito (180 unità) e dell'11% Italia, che totalizza circa 80 trince all'anno.In particolare, il mercato italiano risponde probabilmente all'esigenza di nuove soluzioni tecniche e richiede prevalentemente i brand Claas, con una quota di mercato nel 2018 del 56%, John Deere, New Holland, Krone e Fendt, con market shares rispettivamente del 20%, dell'11%, dell'8.8% e del 3.8%.
"Con una storicità più breve rispetto ai competitors, Fendt si pone con prudenza sul mercato per garantire qualità, sia in termini di assemblaggio sia di affidabilità in campo, e per assicurare alla clientela maggiore attenzione e crescita costante - spiega Alessandro Mianzan, harvesting product specialist Fendt Italia. L'azienda prosegue nella strategia di sviluppo del prodotto Katana in chiave futura per arrivare, anche nel settore delle trince, all'eccellenza tipica di Fendt".
Il mercato delle falciatrinciacaricatrici non è stato sempre stabile: la diffusione degli impianti di biogas ha fatto registrare ben 121 unità vendute in Italia nel 2013, interrompendo una flessione imputabile alla riduzione del numero di aziende zootecniche nazionali.
Ma quanto mi costi?
Sull'elevato prezzo delle FTC influiscono diversi fattori. Tra questi, l'impiego di potenti motori industriali con 8-12 cilindri e 20-24 litri di cilindrata (ad esempio, l'FPT Vector V20 da 911 cavalli disponibile sull'NH Forage Cruiser FR920 o il Liebherr D9512 da 1.156 cavalli della Krone Big X 1180) per garantire costanti regime di rotazione ed erogazione della potenza, nonché l'uso di acciai speciali indispensabili per minimizzare il danneggiamento delle parti a contatto con il prodotto.I costi di realizzazione sono alti anche per via dei ridotti numeri di produzione annua.
Trincia New Holland FR920 Forage Cruiser
Se la scelta ricade sulle versioni top di gamma, si può contare sul vantaggio di utilizzarle al di sotto delle capacità massime ottenendo risultati affidabili e limitando il deperimento delle macchine, davvero rapido quando sono usate costantemente alla massima potenza. In genere, nel giro di 7-8 anni (circa 3.500-4mila ore di lavoro), le trince presentano diversi componenti deteriorati, mentre una durata almeno decennale (crica 8mila ore di lavoro) è garantita, senza revisione, per il motore.
In ogni caso, anche i modelli di gamma media intorno ai 600 cavalli offrono prestazioni di tutto rispetto (20-30 ettari al giorno nei campi di mais) contenendo, nello stesso tempo, i costi.
Raccolta, una questione di testata
Garantire una produttività sempre più alta rientra tra i principali obiettivi dei costruttori fin dalla comparsa della prima trincia, la New Holland SP 818, nel 1961. L'incessante attività di ricerca & sviluppo permette ai differenti brand di proporre oggi macchine con prestazioni molto elevate che si differenziano per le diverse soluzioni adottate, in primis per le testate di raccolta.Testate a più file con differenti combinazioni di tamburi convogliatori e lame rotanti ad elevate velocità vengono impiegate per la raccolta del silomais, mentre testate di mietitrebbie appositamente adattate sono usate per la produzione del pastone di mais. A differenza degli operatori stranieri che richiedono testate a 14 file, gli agricoltori italiani scelgono larghezze massime di 10 file per via della ridotta dimensione degli appezzamenti e della buona produttività media di alcuni areali.
Sul mercato, adatte anche a mais allettato, si trovano le nuove testate Krone XCollect 600-3, 750-3 e 900-3 da 6-7.50-9 metri, disponibili in alternativa alle EasyCollect sulle Big X, e le Claas Orbis 600 SD-750 da 6-7.50 metri, viste per la prima volta sulle Jaguar 900 Terra Trac ad Innov-agri 2018. Servendosi di dischi a falce rotanti ad alta velocità e del collaudato sistema a collettori, le XCollect gestiscono separatamente il taglio e il convogliamento assicurando un flusso di prodotto omogeneo.
Le Orbis - come pure le testate di Kemper, partner John Deere e Fendt - sono molto versatili e performanti anche in condizioni operative estreme. Inoltre, sia le Orbis 600 SD-750 sia la nuova Kemper 490 Plus da 12 file - accoppiata alle JD Serie 8000 - montano innovativi sistemi di chiusura. "La testata mais più venduta da Fendt in Italia è sicuramente la Kemper 475 Plus" fa sapere Mianzan.
Nuova Claas Jaguar 960 con cingoli TerraTrac e testata Orbis 750
Ai foraggi pensano gli inediti pick up Kemper P3003 Maximum e Claas 300 Profi, che equipaggiano rispettivamente le Fendt Katana e le Jaguar. Il P3003 vanta una nuova catena di trasmissione HD per i denti e la coclea che offre durata e sicurezza superiori, nonché una maggiore distanza dai pneumatici anteriori della trincia che migliora l'accessibilità. Il 300 Profi da 3 metri monta un telaio più robusto con barre portadenti HD, una nuova coclea flottante e una trasmissione a tre velocità rinforzata.
Oltre alle soluzioni proposte dai big della meccanizzazione, sono in commercio diverse testate speciali che - realizzate da piccoli costruttori - rispondono alle richieste specifiche dei clienti e aumentano la versatilità delle FTC nella raccolta.
Alimentazione: fondamentale per trince ingorde
Il prodotto raccolto lascia la testata per finire nella bocca delle FTC, vale a dire l'apparato di alimentazione. Qui coppie di rulli (inferiori fissi e superiori mobili) permettono il passaggio di materiale in quantità variabili, esercitando un "effetto morsa" su di esso grazie alla sospensione a molle di cui sono dotati. La velocità di rotazione dei rulli - che influisce sulla lunghezza di trinciatura - viene regolata tramite una trasmissione meccanica con diversi rapporti o una trasmissione idrostatica a variazione continua.Sulle trince più evolute, l'apparato di alimentazione può contare su dispositivi per la rilevazione di eventuali corpi estranei (sassi o metalli), che vengono allontanati prima di arrivare al sistema di trinciatura, e su meccanismi per l'inversione del moto in caso di ingolfamento.
Trincia Fendt Katana con 6 rulli di alimentazione
Il flusso di prodotto è davvero uniforme sulle Fendt Katana. Queste dispongono di sei rulli a comando idrostatico continuo con una larghezza di 770 millimetri che assicurano un'alimentazione al top, nonché una precompressione ottimale - con riflessi positivi sulla qualità del trinciato - e di un metal detector regolabile dal terminale che identifica gli oggetti metallici e invia tempestivamente un alert.
Anche sulle Claas Jaguar 900 la precompressione è perfetta in presenza di qualsiasi flusso di prodotto grazie ad un innovativo sistema idraulico a doppio martinetto, capace di regolare la forza esercitata sul materiale in funzione dei parametri operativi.
L'innovazione passa da rotori e rompigranella
Alla precompressione del foraggio o del mais segue la trinciatura, eseguita dal sistema trinciante. Se in passato le trince sfruttavano anche organi trinciatori a volano, oggi utilizzano esclusivamente trinciatori a rotore. Quest'ultimo (da 600-800 millimetri) ruota a 1.000-1.500 giri al minuto e monta lame a profilo rettilineo o elicoidale. Doppie disposte a V o singole sfalsate tra loro, le lame lavorano in combinazione con una controlama fissa installata sulla bocca dell'alimentatore trinciando il materiale in arrivo.Variando la configurazione dei coltelli, si adatta il trinciatore a differenti lunghezze di trinciatura: fine (5-7 mm) per gli impianti di biogas o più grossolana (30-35 mm) per l'alimentazione animale. Ideale per accelerare i processi fermentativi e aumentare la digeribilità del materiale, la trinciatura fine comporta un maggiore assorbimento di potenza da parte delle trince.
Organi di trinciatura molto performanti sono il sistema di taglio a lunghezza variabile OptiMaize, cuore delle trince Krone Big X, e il rotore di taglio V-Max, new entry sulle Claas Jaguar 900. OptiMaize vanta la trasmissione a pulegge VariLoc, ideale per regolare il regime di rotazione dei rotori MaxFlow/Biogas e quindi la lunghezza di trinciatura, variabile da 3 a 30 millimetri.
V-Max - progettato per l'uso in combinazione con la soluzione Shredlage® - offre la possibilità di regolare i coltelli in modo tale da garantire un flusso simmetrico del prodotto con mezzo set di lame ed ampliare il range delle lunghezze di taglio, che possono essere molto corte (con un set completo) o molto lunghe (con mezzo set). "Anche le Katana offrono un'elevata qualità di taglio grazie al tamburo di grande diametro, che assicura la regolazione automatica della controlama con indicatore dell'usura dei coltelli e - aggiunge Mianzan - lunghezze di taglio dai 2.4 ai 42 mm".
Nuova Krone Big X 1180 con sistema di taglio OptiMaize
Dopo il trinciatore a rotore entra in azione il rompigranella. Dispositivo escludibile costituito da rulli dentati, il rompigranella frantuma in modo massiccio i chicchi lasciando l'1-2% della granella intera (20% senza rottura) nel mais insilato per l'alimentazione animale e migliorando gli indici di conversione zootecnica del prodotto. Ovviamente, l'impiego del rompigranella implica una maggiore richiesta energetica.
Da segnalare i modelli heavy duty DuraCracker e DuraShredder, che contribuiscono alle alte prestazioni delle trince NH Forage Cruiser FR. I DuraCracker rompono in modo uniforme la granella grazie anche a trasmissioni rinforzate, mentre i DuraShredder sminuzzano e sfibrano il materiale mediante rulli con profilo a spirale.
Nuovi anche i rompigranella OptiMaxx e XStream, disponibili rispettivamente sulle Krone Big X e JD 9000i. OptiMaxx offre rulli da 250 (Big X 680-780-880) e 305 millimetri (Big X 1180) con denti dal profilo inclinato di 5 gradi per trattare al meglio la granella. Dotato di rulli standard o XCut da 250 millimetri, XStream consente un aumento del 10% dell'intensità di lavorazione della granella con qualsiasi lunghezza di taglio. Su entrambi i rompigranella può essere monitorata la temperatura dei cuscinetti dei rulli.
New Holland Forage Cruiser FR920 con rompigranella heavy duty
Elettronica e sensoristica, nuove frontiere
Dopo aver introdotto dispositivi per migliorare il funzionamento degli organi di lavoro delle trince (ad esempio, sistemi di affilatura automatica dei coltelli e registrazione automatica del controcoltello), oggi le case costruttrici stanno puntando sui tool elettronici.Si passa dai dispositivi per l'adeguamento automatico del regime motore e della velocità delle macchine in funzione del carico di prodotto ai sensori ottici o tastatori per l'allineamento automatico delle testate alle file di mais. Ad esempio, le JD 8000 seguono perfettamente le file di mais grazie alla guida con RowSense.
Non mancano nemmeno soluzioni concepite per semplificare la gestione delle varie parti delle FTC. Tra queste, spiccano funzioni automatizzate per il sollevamento o l'abbassamento della testata a bordo campo e il collegamento della posizione della testata al funzionamento del sistema di alimentazione o per l'orientamento dell'angolazione del tubo di lancio in fase di carico dei rimorchi.
Funzioni di scarico posteriore proposte di recente sono l'Active Fill Control e l'Auto Fill Rear, che rendono possibile la gestione automatica del trasferimento del trinciato e del riempimento dei carri incolonnati, rispettivamente, dietro alle trince JD 8000-9000i e Claas Jaguar 800-900. Oltre ad Auto Fill Rear, la casa di Harsewinkel offre un'innovativa funzione per il rilevamento del carico che controlla la quantità di prodotto scaricata tenendo presente tre differenti capacità massime.
Funzione di scarico posteriore Active Fill Control sulle John Deere 8000 e 9000i
In più, sistemi che monitorano in tempo reale la quantità, la qualità del raccolto e forniscono dati georeferenziati permettono l'elaborazione di mappe di produzione e la pianificazione degli interventi successivi. Sensori montati sui rulli alimentatori o sul tubo di lancio rilevano l'apertura dei rulli o il flusso di materiale nel tubo e - previa taratura - permettono di stimare le rese. Sul tubo di lancio si trovano pure sensori NIR (Near Infrared) capaci di misurare i parametri nutritivi del prodotto tramite curve di taratura.
"La mappatura delle rese sulle Fendt Katana è compresa nel pacchetto VarioTronic, che permette anche di gestire i dati raccolti tramite VarioDoc" specifica Mianzan.
La determinazione delle caratteristiche del trinciato sulle NH FR è affidata al sistema NIR On Board™, che - sviluppato da Dinamica Generale - misura umidità, sostanza secca, proteine grezze, lipidi grezzi, amido, fibra neutro detersa, fibra acido detersa e ceneri. Anche le Krone Big X sono equipaggiate con un sensore di Dinamica Generale denominato AgriNIR, mentre le JD 8000-9000i sono munite del nuovo sensore NIR HarvestLab 3000, che ottimizza il settaggio della lunghezza di taglio e il dosaggio degli additivi.