Non a caso, oggi, questa pratica risulta sempre più diffusa anche in Italia, tanto da essere impiegata su una superficie di oltre 10.000 ettari.
I vantaggi che derivano dall’utilizzo di questo sistema sono stati messi in evidenza dalle prove condotte nel corso della campagna 2013 da Netafim, leader mondiale in soluzioni irrigue innovative e intelligenti per l’agricoltura, prendendo in considerazione un campione di 16 aziende agricole dislocate in areali ad alta vocazione: un totale di 100 ettari, distribuiti tra Emilia Romagna, Friuli, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Le dimostrazioni hanno comparato e messo sotto la lente di ingrandimento i risultati raggiunti confrontando tecniche di irrigazione a goccia con aspersione per rotolone, metodo di irrigazione per scorrimento e mais non irrigato. Sebbene influenzati dall’andamento stagionale non del tutto favorevole, i risultati sono in grado di offrire spunti piuttosto interessanti.
I principali indici presi in considerazione, misurati anche nel corso della stagione, sono gli incrementi produttivi, il completamento della pannocchia, il numero di ranghi, la completa allegagione e la biomassa complessiva.
Incrementi produttivi
L’evidenza più concreta emersa da questi test è che, a parità di ibrido utilizzato, la tecnica agronomica dell’irrigazione a goccia ha comportato incrementi produttivi tra il 20 e il 40% in più rispetto alle tecniche irrigue come scorrimento e rotolone. In particolare, una prova condotta nel ferrarese ha registrato un picco produttivo di granella secca pari a 20,7 ton/ha.
Numero di ranghi e lunghezza delle pannocchie
A titolo di esempio, il numero di ranghi in asciutta si è attestato a 16 laddove non è stata prevista nessuna tecnica di irrigazione, 18 in caso di sistema irriguo a rotolone e 20 nei casi di tecnica a goccia. La lunghezza della pannocchia in asciutta è rimasta sui 15 cm nelle aree non irrigate, ha raggiunto i 20 cm nei casi di irrigazione a scorrimento e si è attestata a 22 cm nei campi irrigati a goccia.
Apporto idrico medio
L’apporto idrico medio in questa stagione, erogato con la goccia (quindi con efficienza del 90-95%), è stato intorno ai 250 mm/ha. Dati in linea con i precedenti sono arrivati anche dai campi con ibridi da insilato, con importanti sviluppi per il mercato delle colture da biomassa.
Infine, la tecnica di irrigazione a goccia è stata testata, con ottimi risultati, anche su tesi ad alta densità di semina, dove le prestazioni hanno dimostrato la possibilità di gestire la maggiore competizione per le risorse usando la goccia, raggiungendo alti livelli produttivi con il valore aggiunto della fertirrigazione.
“A livello macroscopico, anche queste analisi hanno indicato il ruolo significativo della goccia sul mais per consentire all’ibrido seminato di poter esprimere il potenziale genetico con ulteriori auspicabili margini di crescita”, ha dichiarato Alberto Puggioni, responsabile agronomico di Netafim Italia.
“Abbiamo alle spalle una decennale esperienza sul mais irrigato a goccia e i risultati raggiunti dimostrano, una volta di più, che è necessario continuare ad operare in questa direzione, supportando la ricerca per ottimizzare le risorse e trasferire innovazione - sottolinea Luca Olcese, managing director di Netafim Italia - In questo senso, il nostro gruppo è già a lavoro per la campagna 2014, con l’obiettivo di essere sempre più vicini e attenti alle esigenze delle aziende agricole e degli operatori professionali del settore”.
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Fonte: Netafim