Il Parlamento Europeo mercoledì 28 febbraio 2024 ha dato il via libera definitivo alla riforma delle norme dell'Ue che regolano la protezione delle Indicazioni Geografiche (Dop, Igp, Stg, Prodotti di Montagna) per il vino, le bevande spiritose e i prodotti agricoli. Il nuovo Regolamento, adottato mercoledì con 520 voti favorevoli, 19 contrari e 64 astensioni, contiene misure per proteggere le Ig anche online, conferire maggiori poteri ai produttori e semplificare il processo di registrazione delle Ig, mandando in pensione il Regolamento (Ue) n. 1151/2012 che viene così abrogato. Tutte norme che rendono più forti le associazioni dei produttori.

 

La riforma ha un enorme rilievo continentale, basti pensare che il Registro delle Ig dell'Ue contiene quasi 3.500 voci, con un valore di vendita di quasi 80 miliardi di euro. I prodotti recanti un'indicazione geografica hanno spesso un valore di vendita pari a circa il doppio di quello di prodotti simili senza certificazione.

 

Il nuovo Regolamento andrà a tutto vantaggio anche della Dop economy italiana: che con 20 miliardi di euro di valore alla produzione rappresenta un quarto del valore generato annualmente dal sistema delle Ig dell'Unione, per un contributo del 20% al fatturato complessivo dell'agroalimentare italiano. Nel sistema delle Dop e Igp nazionale, il comparto food vale 9 miliardi di euro mentre quello vitivinicolo supera gli 11 miliardi. Quello delle Dop italiane è un sistema articolato: 296 consorzi di tutela e oltre 195mila imprese delle filiere cibo e vino. E l'export di Dop e Igp vale 11,6 miliardi euro.

 

Ma ecco nel dettaglio le principali novità che saranno presto introdotte dal nuovo Regolamento comunitario sulle Ig, non appena entrerà in vigore.

 

Protezione sul mercato online

Durante i negoziati con gli Stati membri, i deputati hanno insistito affinché le autorità nazionali abbiano l'obbligo di adottare misure amministrative e giudiziarie per prevenire o fermare l'uso illegale delle Ig, non solo offline, ma anche online. I nomi di dominio che utilizzano illegalmente le Ig saranno chiusi o disabilitati tramite blocchi geografici (geoblocking). L'Ufficio dell'Ue per la proprietà intellettuale (Euipo, European Union Intellectual Property Office) istituirà un sistema di allerta a tal fine.

 

Uno scudo sull'utilizzo come ingredienti

Le nuove norme stabiliscono inoltre che un'indicazione geografica che designa un prodotto utilizzato come ingrediente può essere utilizzata nella denominazione, nell'etichettatura o nella pubblicità di un prodotto trasformato correlato, solo se l'ingrediente con simbolo Ig è utilizzato in quantità sufficienti da conferire al prodotto trasformato una caratteristica essenziale, e se nello stesso prodotto non viene utilizzato nessun altro ingrediente paragonabile a quello con marchio Ig.

 

Inoltre, la percentuale dell'ingrediente Ig dovrà essere comunque indicata su un'etichetta. Eventuali gruppi di produttori di tali ingredienti dovranno essere informati dai produttori del prodotto trasformato, e potranno formulare raccomandazioni sull'uso corretto dell'Ig.

 

Maggiori diritti per i produttori di Ig

Con il nuovo Regolamento i produttori delle Ig saranno in grado di prevenire o contrastare eventuali misure o pratiche commerciali pregiudizievoli per l'immagine e il valore dei loro prodotti, compresa la svalutazione delle pratiche di commercializzazione e l'abbassamento dei prezzi. Tanto deriva in maniera diretta dalla possibilità di intervenire sui mezzi online, dove, come noto, si praticano meccanismi quali le aste a doppio ribasso.

 

Per aumentare la trasparenza per i consumatori, i deputati hanno anche assicurato che i nomi dei produttori compaiano nello stesso campo visivo dell'indicazione geografica, sull'imballaggio di tutte le Ig. Una novità, che ha la funzione di rendere evidente il legame tra il produttore, il territorio di produzione e il marchio tutelato.

 

Registrazione semplificata

La Commissione rimarrà l'unica responsabile per gestire il sistema delle Ig, secondo il Regolamento approvato. Il processo di registrazione delle Ig sarà più semplice e sarà fissato un termine massimo di sei mesi per la verifica delle domande per le nuove Ig. Le autorità degli Stati membri si limiteranno a raccogliere le domande di registrazione e a validarle ai fini dell'istruttoria a Bruxelles, ma scompare la protezione nazionale transitoria.

 

Prossime tappe

Una volta che il Consiglio Ue adotterà formalmente il Regolamento, sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Ue ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.

 

De Castro, rafforzato il ruolo delle associazioni di produttori

Il relatore Paolo De Castro (S&d, It) ha dichiarato: "Grazie al Parlamento, ora abbiamo un Regolamento fondamentale per le nostre filiere agroalimentari di qualità, rafforzando il ruolo delle associazioni di produttori e la tutela delle Indicazioni Geografiche, aumentando la semplificazione, la sostenibilità e la trasparenza nei confronti dei consumatori. Un sistema migliore, che genera valore aggiunto, senza investire fondi pubblici. Dopo la crisi derivante dalle pandemie e l'invasione russa dell'Ucraina e l'impennata dei prezzi di produzione, il nuovo Regolamento sulle Ig è finalmente una buona notizia per gli agricoltori europei".

 

Lollobrigida, bene approvazione riforma

"Un ulteriore traguardo in difesa delle nostre eccellenze è stato raggiunto con il voto in Europa sull'approvazione della riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche. L'obiettivo del nuovo Regolamento è quello di difendere i prodotti certificati dai tentativi di imitazione ed emulazione. Dobbiamo continuare a puntare sulla qualità e l'eccellenza che ci caratterizza da sempre e sulla distintività che rende così particolari le nostre produzioni agroalimentari al punto da diventare uniche sul mercato globale. È fondamentale difendere i nostri produttori e il sistema Italia", così il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida commenta il voto del Parlamento Europeo che ha approvato il regolamento sulla revisione delle Indicazioni Geografiche dopo il compromesso raggiunto nel Trilogo dello scorso ottobre.

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Legacoop, elemento positivo

"L'approvazione della riforma del sistema europeo delle denominazioni d'origine è indubbiamente un elemento positivo che valorizza le produzioni italiane di qualità e le numerose indicazioni geografiche nazionali". Esprime soddisfazione Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare per il via libera definitivo dell'Eurocamera al nuovo Regolamento Indicazioni Geografiche. "I prodotti a denominazione hanno ricadute positive sul sistema agricolo e in questo solco sono sempre più importanti i negoziati bilaterali per il commercio internazionale, in alcuni casi riconosciuti mentre in altri c'è ancora da lavorare", continua Maretti. E sottolinea come "quanto approvato dall'Ue consente adesso al settore agroalimentare di avere riferimenti di creazione di valore aggiunto per dare ai soci delle nostre cooperative un ritorno dal mercato e non dai sussidi pubblici".

 

Qualivita, riforma risponde a mutate condizioni di mercato

"Il nuovo Regolamento - dichiara Cesare Mazzetti, presidente della Fondazione Qualivita - risponde in maniera sostanziale alla necessità di adattare il settore delle Ig alle mutate condizioni di mercato, ambientali e sociali, puntualmente evidenziate da Qualivita nei propri rapporti annuali sul sistema. Come ad esempio il tema del turismo Dop, il turismo enogastronomico legato a prodotti Ig, fortemente promosso dalla Fondazione per creare valore sui territori. È presente inoltre un tema di fondo ed è la riunione operata a livello normativo per i vini, i prodotti agroalimentari e le bevande spiritose. Fin dalla sua fondazione, Qualivita ha sostenuto la forza dell'unitarietà di tutti i settori sotto al tetto del sistema delle Indicazioni Geografiche e la necessità di operare identiche e coerenti politiche promozionali e di protezione per ciascuno di essi. Un sistema che la riforma invita all'unitarietà anche sotto al profilo associativo e della rappresentanza, come auspicato anche da numerosi consorzi di tutela dei diversi settori".