"L'obiettivo è portare avanti soluzioni di innovazione che possano essere rapidamente messe a terra. Tutti gli spoke (soggetti attuatori Ndr) di Agritech utilizzano intelligenza artificiale. I risultati poi devono essere passibili di adozione in tempi rapidi", così il professore Luca Corelli Grappadelli (Università di Bologna) durante l'ultima edizione di Macfrut, presentando Agritech, progetto nazionale finanziato in gran parte con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Leggi anche Macfrut compie 40 anni: una nuova alba per l'ortofrutta

Il progetto Agritech, ovvero il Centro Nazionale per lo Sviluppo delle Nuove Tecnologie in Agricoltura della durata di tre anni, è da poco operativo, coinvolge 28 università, cinque centri di ricerca e diciotto imprese in tutto il territorio ed è finanziato con 350 milioni di euro di cui 320 dal Pnrr. Agritech punta a sviluppare soluzioni tecnologiche in modo da adattare le produzioni agroalimentari ai cambiamenti climatici e da ridurre l'impatto ambientale dell'agrifood.

 

"Gli spoke in totale sono nove, con un hub al centro. L'Università di Bologna coordina lo spoke dedicato a soluzioni di agricoltura di precisione", ha continuato Luca Corelli Grappadelli. Sono tre le missioni nello specifico dello spoke coordinato dall'Università di Bologna che vede la partecipazione di quindici partner in totale, fra pubblici e privati: sviluppare soluzioni smart di agricoltura di precisione, definire e implementare strategie sostenibili per la gestione dell'acqua, del suolo e degli agroecosistemi, comunicare e verificare le soluzioni. "Quest'ultima parte è molto importante" ha detto ancora il professore. "Saranno creati dimostratori, living lab li chiamiamo. Si tratta di vere e proprie reti di divulgazione di innovazione".

 

Nella pratica, per quanto riguarda l'Università di Bologna le tecnologie saranno testate, validate e implementate a scala reale prevalentemente all'Azienda agraria sperimentale dell'Ateneo. "Lavoreremo veramente su molti fronti - ha raccontato Luca Corelli Grappadelli - per fare qualche esempio avremo soluzioni di vertical farming per la produzione di piante orticole fuorisuolo, avremo la gestione smart di flotte di trattori dotati di sensoristica che permette di analizzare le inefficienze e testeremo il sensore in vivo Bioristor, un sensore che si inserisce nella pianta e che ne monitora i principali parametri fisiologici".

 

Innovazione nel settore agricolo

 

A coordinare nel suo complesso il progetto Agritech, con i suoi nove spoke, è l'Università degli Studi Federico II di Napoli. Proprio a Napoli poi è appena partita la prima edizione dell'Agritech Academy, un percorso di alta formazione che durerà sette mesi, riservato a laureati trimestrali e magistrali provenienti da quattordici atenei.

 

L'Agritech Academy servirà a formare tecnici specializzati che possano comprendere, governare e agevolare la trasformazione digitale e tecnologica nel settore agricolo. Le lezioni sono in corso, fra le tematiche che i ragazzi affronteranno ci sono monitoraggio da remoto, tramite sensori su piattaforme satellitari e droni, macchinari agricoli per l'agricoltura di precisione, tecnologie per l'irrigazione e la fertirrigazione, tecnologie per le colture protette.

Leggi anche Agricoltura 4.0, grandi speranze per il progetto Agritech

Questo articolo fa parte delle collezioni: