Quando si deve affrontare un momento difficile il primo passo è avere coscienza del problema, per poi trovare le soluzioni per andare avanti. E quando si parla del futuro dell'umanità su questo Pianeta la consapevolezza di quello che non va è chiara.

 

Come ricordato da Janez Potocnik, chair ForumforAg e presidente della Fondazione Rise, durante l'apertura dei lavori dell'edizione 2023 del Forum for the Future of Agriculture, dello scorso 28 marzo, lo scenario che abbiamo davanti è molto complesso.

 

La popolazione mondiale ha sfondato il tetto degli 8 miliardi di individui, i cambiamenti climatici fanno sentire i loro effetti causando danni alle produzioni agricole e la migrazione di migliaia di persone. L'inquinamento dell'acqua e della terra è ancora problematico, mentre la perdita di biodiversità ha raggiunto i massimi storici. A questa situazione, già di per sé difficile, si vanno a sommare la guerra in Ucraina, la pandemia che ha terrorizzato il mondo per tre anni e l'inflazione galoppante.

 

Il discorso iniziale di Janez Potocnik al Forum For The Future Of Agriculture

Il discorso iniziale di Janez Potocnik al Forum For The Future Of Agriculture

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Futuro dell'agricoltura: l'approccio Ue

Secondo Potocnik e tutti i relatori che si sono susseguiti sul palco brussellese, occorre agire presto. E l'Unione Europea è, da questo punto di vista, in cima alla barricata. Il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans ha illustrato molto chiaramente gli interventi che l'Ue ha adottato per traghettare il vecchio continente verso una economia decarbonizzata, più rispettosa dell'ambiente e dei sui cittadini.

 

Tutti i settori economici devono fare la propria parte, compresa l'agricoltura, che è anche la prima vittima dei cambiamenti climatici e della perdita di fertilità dei suoli. Il settore primario può contribuire sequestrando anidride carbonica nei terreni, producendo energia verde (pannelli solari e biocombustibili), ma anche fornire "bioproduct", prodotti di origine biologica, ottenuti dalla trasformazione delle piante.

 

Timmermans ha ricordato come il 50% dei suoli agricoli non sia in buona salute e come la filiera agroalimentare soffra di importanti squilibri: due terzi dei cereali prodotti viene usato per alimentare il bestiame, mentre il 20% del cibo è sprecato. 1 milione di specie è a rischio estinzione, gli impollinatori sono in sofferenza e le aziende del food promuovono stili di consumo errati, fornendo informazioni scorrette.

 

Il vicepresidente ha chiesto di ripensare il modello di produzione e ha difeso l'obiettivo del Green Deal di ridurre del 50% l'impiego degli agrofarmaci e in generale di abbassare l'impiego di input in agricoltura. "In un anno abbiamo messo a punto i vaccini contro il covid-19 perché era forte il senso di urgenza. Sono sicuro che riusciremo a trovare soluzioni altrettanto rivoluzionarie nel settore agroalimentare per risolvere le sfide che abbiamo davanti", ha concluso Timmermans.

 

Sostenibilità e produttività? Benvenuta innovazione

Un aiuto può arrivare dagli strumenti digitali, che possono ottimizzare l'impiego delle risorse. Come spiegato da Angelika Hilbeck, ETH Zurich, servono degli strumenti che però siano cocreati dalle aziende agricole e dalle società di informatica. Società come Microsoft, presente all'evento, che ha da poco lanciato la sua piattaforma di smart farming Azure Data Manager for Agriculture.

 

Un'altra soluzione sono gli agrofarmaci di origine biologica, ma anche i biostimolanti e le sementi migliorate, di cui ha parlato Mark Hall, head of Sustainable Farming Eame di Syngenta. Secondo Hall l'Azienda condivide i principi di base che stanno dietro alla strategia Farm to Fork, tuttavia gli strumenti oggi disponibili per l'agricoltura non permettono la riduzione del consumo di agrofarmaci richiesta dall'Ue, a meno di non mettere a rischio la sostenibilità economica delle aziende e di tutta la filiera agroalimentare.

 

Secondo Johan Swinnen, managing director di Cgiar, la soluzione non può neppure essere quella di espandere l'agricoltura biologica. Anzi, secondo Swinnen l'obiettivo della strategia Farm to Fork è sbagliato, poiché rischia di compromettere la stabilità economica dell'intero settore puntando ad un 25% di campi gestiti in bio a livello europeo.

 

Il commissario all'Ambiente Virginijus Sinkevicius ha voluto difendere i provvedimenti legati alla tutela delle acque, del suolo e della biodiversità nel vecchio continente, sottolineando come i provvedimenti siano volti prima di tutto a salvaguardare il futuro delle aziende agricole, visto che avere suoli fertili e vitali è il presupposto per poter avere un business di successo.

 

Sistemare il futuro, adesso

La soluzione condivisa da tutti è che serve un approccio multidisciplinare ad un problema così complesso come quello della sostenibilità in agricoltura. Serve che esperti di IT, robotica, chimica, biologia, scienze dei materiali, agronomi e investitori lavorino tutti assieme per sviluppare quelle soluzioni che serviranno a rendere il settore più sostenibile e produttivo.

 

Di approccio olistico ha parlato anche Andrea Erickson Quiroz di The Nature Conservancy, che dal palco ha citato il caso della città di New York, che invece di installare depuratori negli acquedotti ha stanziato dei fondi per spingere gli agricoltori delle aree limitrofe ad avere un uso più razionale dei fertilizzanti.

 

Interessante è stato poi il discorso di Tasso Azevedo, già consulente del Governo Lula per la tutela delle foreste, che ha illustrato il paradosso brasiliano. Secondo al mondo come superficie coltivata, il Paese ha il 66% della superficie ricoperta da foreste dove c'è la più alta biodiversità al mondo. Il 75% delle terre agricole è occupato da pascoli con bassissima produttività (1 ettaro ad animale) e negli ultimi anni è stata disboscata un'area come la Francia e l'Italia per creare nuovi campi.

 

Ma secondo Azevedo ora è tempo di aumentare la produttività dei campi, invece che aumentarne la superficie. L'obiettivo è arrivare al 2030 con zero deforestazione e duplicare la produzione di cibo del Paese semplicemente adottando le moderne tecnologie di gestione dei campi. Un banco di prova per il Paese e per il mondo intero.