Meglio assicurarsi
Fra i primi a subire le conseguenze dei cambiamenti climatici sono gli agricoltori, alle prese con ricorrenti periodi di siccità, gelate tardive, ondate di calore e temporali con grandine.
Uno scenario di rischio crescente che dovrebbe indurre a cautelarsi ricorrendo alle assicurazioni, ma stando a quanto scrive Il Resto del Carlino del 16 maggio, su oltre 700mila aziende agricole in attività ne risultano assicurate meno di 80mila.
Tradotto in superfici assicurate, il conto si ferma a solo il 10% dei terreni coltivati, con una netta prevalenza di quelli del Nord.
Ad essere assicurati sono prevalentemente uva, mele, mais, riso e pomodoro.
L'amministrazione pubblica ha cercato di incentivare il ricorso alle assicurazioni, offrendo la possibilità di ottenere un contributo che può coprire sino al 70% del costo della polizza.
Ma nonostante questi incentivi, le assicurazioni in campo agricolo sono ancora poche, sebbene si sia raggiunto lo scorso anno il record di 8,9 miliardi di euro, con una crescita del 5,1%.
A limitare l'efficacia degli incentivi pubblici, si legge in conclusione dell'articolo, è la complessità dell'iter da seguire per sottoscrivere una polizza agevolata.
Riso e rincari
La possibile, ma assai probabile, crisi energetica e la crescita dei prezzi di molti generi alimentari, in particolare di pane, farina, prodotti cerealicoli, sementi e mangimi, sono gli "effetti collaterali" del conflitto in atto.
Lo scrive Nino Materi sulle pagine de Il Giornale del 17 maggio.
Una situazione, ha affermato Annalena Barbock, ministro degli esteri della Germania, dove "la Russia ha scatenato una guerra globale del grano dalle conseguenze devastanti. Per i Paesi più poveri la carestia è già una realtà".
Dopo il blocco delle esportazioni di cereali deciso dall'India, il rischio è che non ci sarà una vera soluzione sino a quando continueranno a scoppiare bombe.
Inevitabile, prosegue l'articolo, che anche il prezzo del riso segua lo stesso destino degli altri cereali, con repentini aumenti, come quelli registrati nelle ultime settimane.
In Italia si producono 1,5 milioni di tonnellate di risone, il 50% dell'intera produzione europea, che ora ha sempre più bisogno di un piano di potenziamento delle produzioni cerealicole e al contempo di stoccaggio e gestione delle principali commodity agricole.
Il clima che cambia
Dopo i silos bloccati a causa del conflitto, ecco arrivare la siccità, che mette in forse i futuri raccolti.
A lanciare l'allarme è Verità & Affari del 18 maggio con l'articolo a firma di Luca Magni.
Secondo le analisi del National climatic data center, il 2022 ha le carte in regola per classificarsi a livello globale come il quinto anno più caldo di sempre.
Grave la situazione in India, grande produttore di grano, dove le temperature hanno raggiunto 49 gradi, con pesanti ripercussioni sul grano, ma il problema riguarda anche l'Europa.
Con il picco delle temperature, in particolare in Francia, Germania, Spagna e Italia, viene a mancare l'acqua per l'irrigazione.
In difficoltà prosegue l'articolo citando alcune dichiarazioni di Coldiretti, sono non solo le coltivazioni a semina primaverile, come riso, girasole, mais e soia, ma anche quelle a semina autunnale, come il grano.
Il ripetersi di eventi estremi, si legge in conclusione, è costato all'agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro negli ultimi 10 anni.
I bandi per l'agroindustria
Si entra nella fase decisiva per i bandi di gara del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) relativi a ricerca, filiere produttive, imprese al femminile, agricoltura ed energia.
Come spiegano Celestina Dominelli e Carmine Fotina sulle pagine de Il Sole 24 Ore del 19 maggio, si è aperto dall'11 aprile lo sportello per i nuovi contratti di sviluppo che vedono coinvolta fra gli altri l'agroindustria.
Oltre alle grandi e medie imprese, le opportunità di questi bandi sono aperte anche alle piccole imprese attraverso la formulazione di contratti di rete.
In particolare all'agricoltura è destinato il quinto bando gestito dal ministero per le Politiche agricole, che può disporre complessivamente di 2,1 miliardi di euro.
Le domande possono essere presentate a partire dal 23 maggio e lo sportello rimarrà aperto per i successivi 90 giorni.
Altre opportunità si apriranno in futuro per l'agrovoltaico, al quale sono destinati 1,1 miliardi di euro, e per lo sviluppo del biometano, che potrà disporre di 1,92 miliardi di euro.
Errori strategici
Dalle pagine di Repubblica del 20 maggio Eugenio Occorsio spiega che dall'India è arrivato un segnale di parziale distensione per i mercati del grano.
Le partite del cereale che hanno superato le procedure doganali alla data del 14 maggio possono raggiungere le destinazioni prefissate.
Grazie a questa decisione i prezzi del grano hanno segnato una lieve flessione (meno 5%), ma l'esito di questa "guerra parallela" che si gioca sui mercati è tutt'altro che conclusa.
Intanto, la Banca Mondiale stima che siano almeno 53 i Paesi nel Mondo alle prese con il problema della fame, coinvolgendo circa 400 milioni di persone.
Non a caso, prosegue l'articolo, nell'incontro che Mario Draghi ha recentemente avuto con il presidente statunitense Joe Biden, uno dei temi centrali è stato come scongiurare una possibile crisi alimentare.
Anche in Europa la situazione è pesante e le aziende agricole, alle prese con i rincari di tutti i fattori della produzione, sono a rischio, tanto che almeno il 30% produce in perdita e molte hanno cessato le attività.
Oggi, conclude l'articolo citando il presidente di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, importiamo il 62% del frumento tenero e il 35% del grano duro, oltre al 46% del mais.
Come per l'energia, si è fatto l'errore di smantellare la produzione nazionale.
I soldi del biologico
La Corte dei Conti avverte: i fondi a suo tempo indirizzati allo sviluppo della ricerca sul biologico giacciono in parte inutilizzati.
I magistrati contabili, scrive Silvia Marzialetti su Il Sole 24 Ore del 21 maggio, definiscono modeste le percentuali fra pagato e massa spendibile.
Inoltre si lamentano ritardi, tanto che le procedure di liquidazione di alcuni progetti del 2016 e 2017, terminati nel 2018, non sono ancora completate.
Nemmeno le lungaggini burocratiche possono essere motivo di giustificazione di questi ritardi, che si sarebbero potuti risolvere snellendo il procedimenti.
Accuse respinte dal ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, convinto che il modo sbagliato di affrontare il nodo della burocrazia sia quello della deregolamentazione totale.
Al contrario si possono utilizzare tecnologie che consentano di attivare meccanismi di controlli più rapidi e non ripetitivi.
Mentre si cerca di spendere i soldi già arrivati, nuovi fondi sono in arrivo, ancora una volta destinati al biologico.
Sono quelli previsti dal Piano strategico nazionale, dal Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) e di un fondo ad hoc per un totale di tre miliardi.
L'obiettivo è quello di far meglio di quanto vorrebbe Bruxelles con il progetto Farm to Fork e anticipare di tre anni, cioè al 2027, l'aumento delle superfici investite a biologico, sino a giungere a un quarto della superficie agricola utilizzabile (Sau). Auguri.
Grano, scende il prezzo
Meno nove percento negli ultimi tre giorni.
È accaduto al prezzo del grano, preso dal vortice degli eventi globali e della speculazione.
Ora i prezzi sono scesi, come si apprende da una breve nota pubblicata da Verità & Affari del 22 maggio.
Una conseguenza dell'impegno assunto dall'Onu per sbloccare gli stock fermi in Ucraina e della notizia che l'India sia disponibile al rispetto dei contratti di vendita già stipulati.
A confermare queste anticipazioni sono i dati della chiusura settimanale della borsa merci future di Chicago, punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole, che ha visto scendere il prezzo del grano a 11,68 euro per bushel.
Il mais ha seguito un percorso analogo a quello del grano, con quotazioni scese del 4% negli ultimi tre giorni.
Presto per dire che si tratti di un'inversione di tendenza.
Piuttosto una presa di profitto da parte degli speculatori.
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