La nuova Pac e la strategia From farm to fork, all'interno del Green deal europeo, identificano nel digitale lo strumento per raggiungere una maggiore sostenibilità dell'agricoltura. Tuttavia questo nuovo paradigma, che potremmo definire di agricoltura 4.0 (che mette insieme digitale e agricoltura di precisione) stenta ad essere adottato dalle aziende agricole italiane.

I motivi di questa reticenza e le attività che possono essere messe in campo per invertire la rotta sono stati oggetto di un webinar organizzato dalla Rete rurale nazionale (animata da Crea e Ismea) dal titolo: "La digitalizzazione come strumento per la conoscenza e l'innovazione in agricoltura".


Cinque strumenti per l'agricoltura digitale

Per rendere il mondo dell'agricoltura 4.0 più accessibile sul sito di Innovarurale sono presenti alcuni strumenti digitali utili a quegli agricoltori e tecnici che vogliono avvicinarsi al mondo dell'innovazione digitale.

Il primo strumento è il Catalogo delle innovazioni in campo che raccoglie le esperienze delle aziende agricole che, al fine di risolvere un problema o sfruttare un'opportunità, hanno applicato un'innovazione all'interno della propria realtà. Il catalogo è consultabile in varie modalità e può essere uno strumento interessante ad esempio per capire se un problema di una azienda agricola può essere risolto applicando una soluzione trovata da un'altra azienda.

Il secondo strumento è la Banca dati dei gruppi operativi. I Gruppi operativi mettono assieme soggetti diversi (agricoltori, tecnici, università, informatici, etc.) per risolvere un problema concreto dell'agricoltore attraverso lo sviluppo di una innovazione. La banca dati raccoglie le schede informative di ogni Go, finanziati tramite i Psr regionali, e permette a chiunque di interrogare il database per sapere a quali problemi si sta cercando una soluzione.

Come spiegato da Valentina Carta, ricercatrice del Crea Politiche e bioeconomia, il 40% dei Go usa strumenti digitali innovativi. Una parte di questi ha come scopo proprio lo sviluppo di tecnologie digitali, mentre un'altra parte usa il digitale come strumento per raggiungere altri obbiettivi.

Gli strumenti più usati sono software, seguiti da sistemi di raccolta dati, sensoristica, robotica e analisi dei dati. I Go che usano strumenti digitali sono attivi soprattutto nel campo dell'agricoltura di precisione, logistica, marchi e certificazioni, robotica e gestione dei rischi.
 
Go digitali per tematica prevalente

Il terzo strumento è la web app AP Decisio. Si tratta di un software di supporto alle decisioni che sulla base delle informazioni fornite dall'utente, come Sau aziendale, coltura, conformazione degli appezzamenti, etc... è in grado di suggerire l'opportunità o meno di adottare strumenti di agricoltura di precisione.

Ad esempio prendendo in esame le aziende maidicole con una superficie aziendale minore di 50 ettari e coltivazioni di mais tra i 30 e i 50 ettari risulta che in media solo il 25% delle aziende italiane troverebbe conveniente l'adozione di tecnologie di agricoltura di precisione avanzate. Ma modulando i diversi paramenti di riferimento le percentuali possono aumentare e variano in base alla localizzazione geografica.
 
Dove e a chi conviene l'agricoltura di precisione avanzata?

D'altronde come ben spiegato da Andrea Bonfiglio, ricercatore del Crea Politiche e bioeconomia, esistono varie tecnologie che ricadono sotto il termine agricoltura di precisione e non tutte sono vantaggiose per le singole aziende agricole. Bisogna dunque partire dalle caratteristiche della singola azienda per creare un percorso di adozione, magari in più step, delle tecnologie più convenienti.

Per i tecnici che intendono fare formazione su Innovarurale è disponibile un software, Rur@Lab, che consente la creazione di unità didattiche multimediali navigabili sul web. Un modo per fare formazione anche a distanza, strumento utile soprattutto in tempi di Covid-19 e lockdown.

Infine Marco Vieri, docente dell'Università di Firenze, ha presentato la piattaforma Sparkle, finanziata dal programma europeo Erasmus+, che raccoglie lezioni e materiale informativo su un'ampia varietà di temi legati all'agricoltura di precisione. Nel portale è possibile scaricare presentazioni, guardare video e autovalutarsi tramite dei quiz. Peccato che molto del materiale non sia in italiano.


Come sostenere la rivoluzione digitale?

Nel promuovere l'agricoltura 4.0 l'Unione europea sta mettendo molta enfasi nell'Akis, il sistema della conoscenza e dell'innovazione in agricoltura. Un'entità astratta che si compone di tutti quei soggetti che a vario titolo possono contribuire a creare e condividere conoscenza. Che poi è la base del cambiamento.

Durante il webinar ha preso la parola Gianluca Brunori, professore dell'Università di Pisa, che ha voluto sottolineare come la digitalizzazione del settore primario debba rispondere a tre E:
  • Efficienza. Nel senso di ottimizzare l'uso degli input produttivi. Il paradosso tutt'altro che improbabile è che invece con l'adozione dell'agricoltura di precisione complessivamente aumentino o comunque non diminuiscano le risorse impiegate in agricoltura.
  • Efficacia. La rivoluzione 4.0 deve infatti essere sostenibile in tre direttrici: per le aziende agricole, per l'ambiente e per la società.
  • Equità. La transizione verso il nuovo paradigma produttivo va guidata dalla politica affinché gli squilibri a cui tende il libero mercato siano mitigati. Un esempio potrebbe essere la tutela delle aziende piccole o di quelle che operano in contesti svantaggiosi, come la montagna, che rende le produzioni meno competitive.

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