Oggi l'Italia registra buoni trend di crescita nella produzione nazionale di ceci e lenticchie, collocandosi all'ottavo posto in Europa con circa 200mila tonnellate di prodotto secco.
Questo è uno dei dati emersi dal Report sui legumi e sulle colture proteiche nei mercati mondiali, europei e italiani realizzato dall'Istituto di ricerca Areté per conto dell'Alleanza cooperative agroalimentari.
Italia, la domanda si soddisfa all'estero
Lo Stivale dipende fortemente dalle importazioni di tutti i legumi per soddisfare la propria domanda. Lo attestano con evidenza i dati che riportano come, nel 2017, il rapporto import/consumo presunto è stato del 98% per le lenticchie, del 95% per i fagioli, del 71% per i piselli, del 59% per i ceci.
Rispetto alla media europea, nell'anno 2016, l'Italia ha importato il 65% del suo consumo, contro il 33% della Ue.
Dal 2015 superfici e produzioni sono tornate ad aumentare, mentre nel 2017 l'Italia è stata il secondo produttore di ceci (dopo la Spagna) e il quinto produttore di lenticchie.
Europa, ancora dipendente dalle importazioni
La produzione europea di legumi secchi sfiora i 5 milioni di tonnellate. La classifica dei primi paesi produttori vede la Francia al primo posto con 788mila tonnellate, seguita da Regno Unito, Lituania, Polonia e Germania (2016).Anche per l'Europa il trend produttivo è stato molto altalenante.
Negli ultimi 10 anni gli ettari coltivati a legumi dell'Ue hanno registrato un notevole aumento a partire dal 2013, a seguito delle nuove misure di greening della Pac attuate nel 2015.
La produzione europea di fagioli ha visto un buon incremento, in linea con l'aumento della domanda di consumi interni e ha consentito di ridurre le importazioni al 65% del consumo presunto. Viceversa, per quanto riguarda ceci e lenticchie, la Ue dipende con percentuali ancora molto alte dalle importazioni.
India, primo produttore nel mondo
Record di 82 milioni di tonnellate per la produzione mondiale di legumi raggiunto nel 2016. Tra i paesi sviluppati forte è stata la crescita in Nord America e in Australia.Nei paesi in via di sviluppo, invece, è stata l'Africa a registrare un enorme aumento della produzione. In questo caso i legumi hanno rappresentato una componente essenziale dell'alimentazione e quindi dell'attività agricola.
Al contrario, la produzione in Estremo Oriente di legumi si è quasi dimezzata poiché le economie che hanno recentemente aumentato il proprio benessere tendono ad abbandonarne la produzione e il consumo.
Nel 2016, così come negli ultimi anni, la distribuzione geografica delle superfici coltivate a legume è stata ancora molto concentrata in Asia e in Africa. L'India è di gran lunga il principale produttore mondiale, con il 32% dell'area globale e il 21% della produzione.
Scambi commerciali, i principali esportatori
Nel 2016, il commercio globale di legumi è stato di 17,2 milioni di tonnellate. I flussi commerciali hanno confermato la tendenza degli ultimi anni che hanno visto i paesi sviluppati emergere come principali esportatori mentre i paesi in via di sviluppo sono stati i principali importatori.Nord America, Australia e Ue hanno infatti rappresentato il 67% delle esportazioni globali di legumi. L'Asia è l'area di maggior import con il 72% delle importazioni globali e l'India è il più grande importatore di legumi al mondo, rappresentando quasi il 20% delle importazioni globali.
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