Molte sigle del mondo agricolo (ma Coldiretti si defila...) firmano l'accordo con le industrie della pasta per il rilancio della produzione di grano duro di qualità in Italia.

In Cina si sono accorti, finalmente, che l'emergenza vacca pazza è finita da un pezzo e si riaprono le frontiere alle nostre esportazioni (poche) di carne.

Il bio macina successi e il vino non è da meno, ma attenti ai concorrenti, minacciano il nostro primato. Vanno bene anche le mele, che compensano la scarsa produzione con un'ottima qualità.

I giovani hanno ancora 60 giorni di tempo per accaparrarsi le terre del demanio messe a loro disposizione. Mani tese ai giovani anche dalla riforma di medio termine della Pac.

C'è chi propone l'orto a centimetro zero, di fianco ai fornelli, chi produce filati con gli scarti dell'uva e chi pensa al pandoro con gli insetti come ingredienti. Ma sino al prossimo anno è fuorilegge. Meglio così, viene da dire...

Sono questi alcuni degli argomenti letti sui giornali in edicola negli ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Addio al 2017

Sembra che i mercati dell'agroalimentare vogliano finire il 2017 lasciando un buon ricordo. Il grano risale dal baratro nel quale era caduto con nuovi contratti di filiera.
La carne bovina brinda alla riapertura delle frontiere cinesi, l'export continua a trascinare il vino, anche se con minore vigore.

Persino il raccolto di mele, crollato di oltre il 30%, può consolarsi con la buona qualità di quanto è rimasto sulle piante.
Per non parlare del biologico, ancora con il vento in poppa.
 

Un accordo per il grano

Ma andiamo con ordine e partiamo dal recente accordo sul grano duro siglato fra le organizzazioni dei produttori e le industrie della pasta. Se ne parla il 19 dicembre su “Avvenire” che commenta i cinque punti dell'intesa che varie sigle del mondo agricolo hanno raggiunto con Italmopa (per la parte industriale).

L'obiettivo è rafforzare la competitività della pasta italiana aumentando la disponibilità di grano duro. L'accordo è preso in esame nello stesso giorno sulle pagine de “Il Sole 24 Ore”, che dà la parola fra gli altri a Paolo Barilla, quale presidente della Aidepi (industrie del dolce e della pasta), che rimprovera alla produzione italiana di non rispondere sempre ai requisiti richiesti per la pasta made in Italy.

Si prosegue il 20 dicembre sulla “Gazzetta di Mantova”, che ricorda il primato italiano nell'export mondiale di pasta, oggi alle prese con la concorrenza di altri paesi, come la Turchia e l'Egitto.
Gli fa eco la “Nuova del Sud”, che nell'accordo di filiera riconosce lo strumento per valorizzare il grano duro italiano e un'opportunità in più per le aziende lucane.

Italia Oggi” del 20 dicembre concentra l'attenzione sui contratti siglati da Barilla per la produzione di grano Aureo, per una quantità complessiva di 55mila tonnellate, a un prezzo di 270 euro per tonnellata.

Dall'accordo per la filiera del grano si sfila però Coldiretti. Lo si apprende dal “Corriere di Siena” del 21 dicembre. Non ci sarebbe nell'intesa, stando a quanto si legge, abbastanza attenzione al tema della qualità delle produzioni.
 

La carne va in Cina

Dal grano alla carne con la recente riapertura delle frontiere cinesi alla carne italiana, chiuse da quasi venti anni in conseguenza della Bse (vacca pazza).
La notizia rimbalza il 19 dicembre sulle pagine di molti giornali e fra questi “Il Sole 24 Ore”, che puntualizza i termini dell'accordo, che prevede anche il via libera al seme bovino, bloccato in precedenza per la possibile presenza del virus Schmallenberg.

Il giorno seguente è “Italia Oggi” ad occuparsi dell'argomento, ricordando fra l'altro che il Consiglio di stato cinese, oltre alla riapertura delle frontiere, ha deciso per una revisione al ribasso delle aliquote dei dazi su molti prodotti di importazione.

Su quest'ultimo argomento si sofferma “MF”, allargando l'orizzonte dalla Cina sino alla Russia. E si apprende così che per i formaggi si è avuta una riduzione di oltre il 30% e sempre per i formaggi altre aperture sono venute dal mercato russo.
Anche “Il Sole 24 Ore” decide di approfondire le opportunità che possono giungere dalla riapertura del mercato cinese, ospitando i pareri di Assica e di Federalimentare.
 

Meno mele e tanto bio

Le buone notizie continuano con l'analisi di mercato delle produzioni biologiche, che nel triangolo fra Mantova, Brescia e Pavia conquista nuovi spazi, come evidenzia “Il Giorno” del 17 dicembre.

Qualche segnale di sofferenza arriva dalla produzione di mele, che il “Corriere Alto Adige” del 16 dicembre conferma essere alle prese con un significativo calo della produzione, la cui conseguenza è un aumento dei prezzi di mercato.
Meno mele, ma di ottima qualità, si premura di precisare il 19 dicembre “L'Arena”.

Segnali in chiaro e scuro dal mondo del vino, che si conferma fra i big del settore a livello mondiale. Un primato che vale 5,9 miliardi di export, ma che è insidiato da vicino da forti competitori internazionali, avverte “Italia Oggi” del 20 dicembre.
 

Il Prosecco litiga con i 'vicini'

Fra i protagonisti del successo sui mercati internazionali del nostro vino un posto di primo piano è quello del Prosecco, che in "casa" deve però vedersela con alcuni problemi di crescita.
Spesso i vigneti si avvicinano alle abitazioni creando qualche problema di "buon vicinato", tanto da dover ricorrere alle vie legali, la cui cronaca è raccontata il 17 dicembre dalle pagine de “La Verità”.

Scattano così ordinanze comunali per stabilire la distanza delle vigne dagli abitati, che i produttori non intendono sempre accettare supinamente e scattano i ricorsi al Tar, dei quali riferisce la “Tribuna di Treviso”.

Dell'argomento si occupa poi il 19 dicembre il “Corriere del Veneto”, che raccoglie le testimonianze dei sindaci che hanno fatto fronte comune nell'inserire il divieto di impianto nei rispettivi piani urbanistici, al fine di evitare che l'espansione dei vitigni non avvenga in vicinanza dell'abitato.
 

Sgravi fiscali e vendite dirette

Mentre si attende che i contenziosi del Prosecco trovino una soluzione, “La Stampa” del 17 dicembre informa che dal Governo è giunta la decisione di applicare sgravi fiscali alle attività legate all'enoturismo.

Molti agricoltori apprezzeranno poi la misura introdotta nella Legge di bilancio che consente di vendere direttamente i propri prodotti anche trasformati. I dettagli si possono leggere il 21 dicembre sulle pagine di “Avvenire”.
 

Opportunità per i giovani

Proseguono le attività per la cessione ai giovani agricoltori dei terreni del demanio e il quotidiano piacentino “Libertà” del 18 dicembre puntualizza che ci sono ancora 60 giorni di tempo per presentare le domande per i 32 ettari a disposizione in provincia di Piacenza.
Dell'argomento si occupa poi “Italia Oggi” allargando lo sguardo a tutto il territorio nazionale, dove la disponibilità di terreno per questa prima tranche è di 8mila ettari.

Per i giovani altre opportunità arrivano dalla riforma della Pac, come precisa “Avvenire” del 17 dicembre.
In tema di politiche agricole comunitarie, “Italia Oggi” del 15 dicembre riporta la notizia della "bocciatura" della Corte dei conti europea ai vincoli imposti dal "greening", che legano gli aiuti comunitari a taluni criteri di sostenibilità ambientale.

In tema di sostegni economici va ricordato lo stanziamento di 249 milioni di euro per finanziare i progetti di miglioramento della salute e della sicurezza sul lavoro. Come si legge il 21 dicembre su “Italia Oggi”, un capitolo degli interventi è destinato al settore agricolo.
 

Curiosando fra le pagine

Chiudiamo con qualche notizia "curiosa" letta sui giornali di questi ultimi giorni.
Appartiene a questa categoria la provocazione del pasticcere che dalle pagine del “Tempo” del 19 dicembre celebra le prelibatezze del pandoro realizzato con farina di bachi da seta.
Chi vuole assaggiarlo dovrà però attendere il primo gennaio. Sino alla fine del 2017 gli insetti non possono entrare nel piatto degli italiani.

Non meno interessante l'articolo su “Italia Oggi” del 20 dicembre, che spiega come sia possibile ricavare filati e tessuti dagli scarti dell'uva.

C'è poi la mini serra per produrre ortaggi in casa a centimetro zero. Il progetto è frutto di una startup presentata sulle pagine de “Il Giornale” del 17 dicembre.

Questo articolo fa parte delle collezioni: