L'Italia la possiamo allora considerare in due strati: uno in pianura, sovrappopolato, attivo, spesso inquinato – l'altro, quello altimetricamente superiore ai 400 metri oggi pressoché disabitato, spesso improduttivo, coperto sempre più da boschi non utilizzati. I borghi abbandonati (o quasi) in Italia sono centinaia, quasi tutti in altura.
La collina e la montagna possono però rappresentare anche un'opportunità.
Abbiamo letto in questi giorni di un progetto promosso e finanziato da fondazione Cariplo e fondazione Edoardo Garrone: - ReStartAlp – un progetto che vede coinvolti giovani fra i 24 e i 33 anni per la creazione di startup operanti in ambiente montano.
Buona parte di questi progetti riguardano l’agricoltura o attività ad essa connesse.
L'interesse dei giovani può essere basilare per il rilancio delle nostre colline e montagne. Anche perché case e terreni possono essere economicamente alla portata di chi vuole avviare un'attività e non ha formidabili disponibilità.
Difficile infatti pensare a un giovane con la possibilità di acquistare ex novo un terreno di pianura ai prezzi correnti (diciamo fra i 30 e i 40mila euro ad ettaro).
La collina e la montagna potrebbero allora diventare una nuova frontiera interna, da ricolonizzare.
Certo vi è la necessità di infrastrutture – che oggi magari non sono più le strade ma le connessioni internet a rete veloce. Occorre che le istituzioni e il sistema finanziario credano in un rilancio dei territori più impervi.
Territori che possono produrre eccellenze con sistemi agricoli e agroalimentari estremamente prosperi: nel nostro paese gli esempi certo non mancano, basta guardare in Trentino Alto Adige.
In collina e in montagna si possono produrre quei prodotti di alta qualità di cui il nostro paese ha bisogno per sfruttare il momento favorevole al cibo e ai vini made in Italy nel mondo.
In collina e in montagna si possono inoltre organizzare quelle attività di soggiorno e svago (gli inglesi direbbero 'leisure') a corto raggio che saranno nei prossimi anni sempre più richieste (per esempio dalla popolazione più anziana, ma non solo).
Per fare tutto questo servono però i giovani. Che invece che andare all'estero (pare più di 100mila lo scorso anno) potrebbero si emigrare, ma nelle nostre bellissime colline e montagne.