A differenza di altri siti di e-commerce dedicati al vino wineOwine non ha come scopo quello di offrire bottiglie scontatissime, ma piuttosto di rendere accessibili a tutti etichette di piccoli produttori, che fanno vino di qualità, ma che per i volumi trattati ridotti non riescono ad entrare nei circuiti distributivi tradizionali.
Federico, come ti è venuta l'idea di questo sito?
"Nel 2012, tornato in Abruzzo dalla Svezia, dove studiavo, ho organizzato una cena per gli amici e in quell'occasione ho fatto assaggiare alcune bottiglie di Chianti di un piccolo produttore. Il mio attuale socio, Eros Durante, se ne è innamorato e avrebbe voluto comprarne alcune. Con suo rammarico gli ho spiegato che la cantina produceva solo cinquemila bottiglie, troppo poche per trovarle in enoteca o nella grande distribuzione".
E così vi è venuta l'idea di usare internet per accorciare le distanze tra produttori e wine lovers?
"Esatto. La mia famiglia produce vino da generazioni e conosco il settore, anche se ho una formazione economica. Il mio socio, Eros, è invece un ingegnere informatico. Abbiamo messo insieme le cose e abbiamo lanciato una piattaforma che selezionasse i migliori piccoli produttori, garantendo la qualità del prodotto".
Come siete entrati in contatto con i produttori?
"All'inizio abbiamo parlato con quelli che conoscevamo direttamente, poi la voce si è sparsa e ora sono in molti a mandarci le bottiglie da assaggiare. In Italia ci sono 400mila viticoltori, molti dei quali sono anche produttori".
Chi vi ha aiutato finanziariamente per il lancio di wineOwine?
"Inizialmente nessuno ci ascoltava, poi abbiamo avuto la fortuna di entrare nell'acceleratore dell'Università Luiss che ci ha dato i primi fondi".
Chi decide se una cantina può entrare nella vostra scuderia?
"Abbiamo tre sommelier che valutano i vini e decidono se hanno le caratteristiche qualitative per essere venduti sulla nostra piattaforma. Oltre alla qualità del vino noi seguiamo anche un principio di diversificazione del portafoglio, privilegiando quei produttori che fanno vini che ancora non abbiamo".
Trattate anche spumanti e passiti?
"Assolutamente sì, vendiamo tutto ciò che è vino".
Avete anche cantine che fanno biologico o biodinamico?
"Non abbiamo pregiudizi di sorta, l'importante è che il vino sia buono e che mantenga nel tempo le sue caratteristiche inalterate. Anche perché abbiamo la clausola 'soddisfatti o rimborsati' e se un cliente apre una bottiglia che non è buona gli diamo un voucher per un nuovo acquisto".
Il prezzo di vendita come viene deciso?
"Il prezzo viene concordato con il produttore. Cerchiamo assieme il posizionamento della bottiglia, ma il nostro scopo non è abbassare il più possibile il prezzo di vendita".
Perché una cantina dovrebbe rivolgersi a voi?
"Se fa un prodotto di qualità noi gli diamo la possibilità di venderlo in tutta Italia, senza costi legati alla filiera. Hanno la visibilità data da un sito di qualità e la semplicità di avere un solo interlocutore a cui mandare il vino e le fatture".
Quali sono i vostri numeri?
"L'anno scorso abbiamo venduto circa 50mila bottiglie. I prezzi medi sono alti, oltre 15 euro a pezzo. Di una stessa cantina, a settimana, vendiamo anche 5-600 bottiglie. Abbiamo 140 produttori e 120 etichette, ma l'obiettivo è arrivare a breve a 300 produttori”.
Molti produttori che già vendono online hanno problemi con gli adempimenti burocratici, come il pagamento delle accise in caso di estero. Voi vendete solo in Italia?
"Per adesso sì, ma l'obiettivo è quello di vendere anche oltreconfine. E certamente un piccolo produttore troverà ancora più conveniente passare attraverso di noi che ci occupiamo di tutta la parte burocratica".
Siete anche sui social network?
"Sui social noi raccontiamo quello che facciamo e invitiamo chi ci segue agli eventi che organizziamo 'live'. Proprio pochi giorni fa abbiamo concluso un ciclo di degustazioni a Milano. Vogliamo passare dal virtuale al reale".