La Vallevecchia si trova lungo la costa adriatica, tra i centri turistico-balneari di Caorle e Bibione.
E' un sito costiero non urbanizzato, un'alternanza tra un paesaggio agrario e naturalistico, tuttavia del tutto artificiale, poiché sottratto al mare.   
Infatti, negli ultimi cinquanta anni, la Vallevecchia è stata bonificata per trasformarla in ciò che oggi appare come una vera e propria "isola".

Il territorio ha mantenuto importanti valenze naturalistico-ambientali, soprattutto per la presenza tra l'arenile e la pineta dell’ultimo significativo  sistema dunale litoraneo del Veneto.
Proprio per la presenza di questo particolare habitat e biodiversità, Vallevecchia è stata riconosciuta dalla Comunità europea, come zona di protezione speciale per gli uccelli e sito di importanza comunitaria.

L'isola appartiene alla Regione Veneto ed occupa una superficie di oltre 800 ettari, di cui 600 sono adibiti ad attività agricole.
Veneto agricoltura è l'ente regionale che gestisce diverse linee di sperimentazione anche per individuare soluzioni per far convivere un'agricoltura innovativa e redditizia con una natura di pregio: agricoltura conservativa, agricoltura di precisione, difesa integrata, energie rinnovabili, uso sostenibile delle risorse idriche, la sinergia tra aree coltivate e dei biotopi artificiali, tecniche biologiche per ridurre l’uso dei fitofarmaci, attività educative per il pubblico (foto 1) e di trasferimento tecnologico agli agricoltori.
L’azienda ospita anche un centro di miglioramento genetico per la produzione del latte (produzione del seme da tori selezionati, Intermizoo).

 
Foto 1: Il mezzo utilizzato per le visite guidate alle coltivazioni ed ai biotopi

In occasione di un evento informativo organizzato da Veneto agricoltura nell'ambito dei progetti europei "Life + Wstore2", Agricare e Helpsoil, tenutosi presso l'azienda pilota e dimostrativa Vallevecchia  lo scorso 28 maggio abbiamo intervistato il dirigente del settore Ricerca agraria, il dottore agronomo Lorenzo Furlan.
 
 
Foto 2: Lorenzo Furlan spiega ai visitatori le caratteristiche dell'azienda sperimentale
 
Perché l’azienda sperimentale Vallevecchia è unica al mondo?
Perché ha un'elevatissima biodiversità facilmente fruibile in uno spazio ristretto; zone umide di acqua dolce, zone umide a diversi livelli di salinità, boschi planiziali, siepi, la pineta, le dune, le coltivazioni in rotazione, i corsi d'acqua pensili, la spiaggia, il mare…
Una serie di biotopi molto diversi, vicini l'uno all'altro, a poche centinaia di metri; la possibilità di vedere, in pochissimo tempo e spazio, fauna e flora estremamente ricche, anche con specie rare (oltre il 50% delle specie di uccelli italiane presenti nell'area) che convivono bene con un'agricoltura avanzata ma sostenibile sia economicamente sia per la conduzione tecnica che riduce gli impatti.
Un approccio complesso in cui le scelte agricole devono armonizzarsi con il mantenimento della biodiversità (esigenze della ZPS e del SIC).
 

Perché il cambiamento climatico è una minaccia per la sostenibilità dell'agricoltura, e come si può applicare praticamente alle aziende agricole italiane la ricerca svolta nell'azienda sperimentale Vallevecchia?
Gli esperti prevedono, allo stato, che il cambio climatico, particolarmente per le nostre zone costiere, provochi l'innalzamento del livello medio del mare, precipitazioni annue complessivamente minori e concentrate in pochi eventi molto intensi…
Ciò, senza efficaci azioni di contrasto, metterebbe a rischio non solo la conduzione di un'agricoltura redditizia ma anche le zone naturali e tutte le attività economiche ad esse correlate.
Una proposta per contrastare il fenomeno è la gestione automatizzata delle acque piovane proposta dal progetto Life+ Wstore2 in cui un sistema altamente innovativo accumula in un bacino la parte di acqua a bassa salinità e la rende poi disponibile per creare condizioni buone (falda dolce) per le aree naturali e per le coltivazioni agricole (microirrigazione).


In quale modo e misura l'agricoltura di precisione applicata ai diversi scenari agricoli del futuro contribuisce a garantire la sostenibilità del ciclo produttivo?
Riducendo lo spreco di fattori produttivi (dal carburante ai fitofarmaci ai fertilizzanti) per sovrapposizioni e per eccesso in rapporto alla richiesta del complesso pianta/terreno nei diversi punti degli appezzamenti coltivati. Il dosaggio variabile dei fattori produttivi consente di modificare gli apporti a seconda delle effettive esigenze stimate.
Con il progetto Life+ Agricare (investimento di oltre tre milioni di euro) si sta confrontando l’approccio convenzionale (aratura senza tecniche di precisione) con le tecniche della minima lavorazione, lo strip-tillage e la non lavorazione (sodo) con applicazione dei sistemi di precisione.
Le colture utilizzate sono quelle dell’avvicendamento frumento-colza-mais-soia.
I primi risultati evidenziano le potenzialità dei nuovi sistemi per migliorare al contempo la compatibilità ambientale delle tecniche agricole e la redditività delle colture.
Con il progetto Life+ Helpsoil, coordinato dalla Regione Lombardia, in sinergia con Agricare si stanno valutando le soluzioni per superare i problemi legati all’applicazione dell'agricoltura conservativa nella Pianura padana e facilitarne la diffusione.


Quali vantaggi può ottenere un'azienda agricola che decidesse di "sacrificare" una parte della sua Sau per aumentare la biodiversità?
La politica comunitaria con le misure agro-ambientali può sostenere investimenti in questo settore; l’approccio corretto appare quello di un'azienda multi-funzionale in cui parte significativa del reddito netto deriva da attività collegate alle valenze ambientali (turismo, fattorie didattiche, visite guidate…).
La conservazione della biodiversità presuppone che le tecniche agricole siano effettivamente sostenibili a partire dalla difesa integrata che deve evitare significativi impatti sulle popolazioni animali e vegetali particolarmente suscettibili che costituiscono parte qualificante della biodiversità.
Per questo, si è colta l’occasione della giornata, anche per mostrare come l’applicazione di tecniche di difesa integrata all’avanguardia, messe a punto nella nostra Regione, consentano di ridurre significativamente l’uso ad esempio degli insetticidi.
Stiamo facendo vedere gli ottimi investimenti di mais ottenuti senza utilizzare geodisinfestanti/concianti, compresi i neonicotinoidi, che hanno causato e stanno causando effetti pesanti sulla biodiversità a livello mondiale.


In quale modo il sistema di gestione idrica riesce a contenere la salinizzazione del terreno causata dall'innalzamento del livello del mare?
Il sistema, sviluppato grazie al finanziamento ottenuto dal programma Life+ per il progetto Wstore2 consiste in un bacino artificiale d'accumulo dell'acqua piovana, una serie di canali di scolo e diverse chiaviche automatizzate. Le stesse sono dotate di sensori di conducibilità elettrica dell'acqua, che è una misura indiretta della salinità, e collegate costantemente via radio ad un computer centrale che gestisce la loro apertura e chiusura.
Se la conducibilità si mantiene al di sotto di un certo valore, ritenuto accettabile, la chiavica lascia passare l’acqua che viene raccolta in un bacino di carico, dal quale poi viene pompata al bacino. Diversamente, la chiavica chiude il passaggio dell'acqua e quest'ultima viene successivamente convogliata al canale di scarico e successivamente riversata in mare.
L'acqua accumulata viene progressivamente utilizzata per creare una falda dolce, "lavare" i terreni, irrigare le colture (micro-irrigazione). In questo modo riusciamo ad ottenere buoni livelli produttivi anche in presenza di una forte pressione delle acque salate circostanti che tenderebbe a rendere  progressivamente sterili i terreni.

 
 
Foto 3: Una chiavica automatizzata.
L'energia per il funzionamento del sensore di conducibilità, del ponte radio e del servocomando, è integralmente fornita dal pannello fotovoltaico e da una piccola batteria

Chi fosse interessato a concordare una visita guidata, o desiderasse ulteriori informazioni, può scrivere ai seguenti indirizzi email: vallevecchia@venetoagricoltura.org e info@venetoagricoltura.org.  


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