L’Oiv (Organizzazione mondiale della vite e del vino) ha pubblicato la sua consueta analisi congiunturale della situazione vitivinicola mondiale nel 2015. A livello produttivo si è registrata una crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente, con un quantitativo complessivo prodotto di 274,4 milioni di ettolitri, di cui l’Italia è il primo produttore con 49,5 milioni. Se guardiamo l’andamento produttivo dal 2000 al 2015, si può vedere come le oscillazioni produttive non siano mai state così ampie, ovvero una forbice tra i 257 milioni di ettolitri ai 296 milioni.

La produzione cresce nonostante il vigneto mondiale si basi su 7,5 milioni di ettari, ovvero 300mila in meno rispetto a 10 anni fa. Spagna, Francia, Italia, Cina e Turchia rappresentano il 50% del vigneto mondiale. Andando ad analizzare l’analisi dei consumi, dall’Oiv i dati sono incoraggianti e segnalano una crescita tendenzialmente costante, con la sensazione che si stia ritornando ai valori record dei 250 milioni di ettolitri registrato nel biennio 2007-2008, prima delle crisi economiche più profonde e gravi dell’era moderna.

Nella classifica dei Paesi consumatori, la posizione leader è detenuta dagli Usa (13%), seguita dalla Francia (11%), Germania (9%), Italia (9%) e dalla Cina (7%). Nel 2015 gli scambi commerciali di vino nel mondo sono cresciuti dell’1,8% in volume (104,8 milioni di ettolitri) e di ben il 10,6% in valore (28,3 miliardi di euro).

A dominare l’export continuano a essere la Francia e l’Italia, rispettivamente con quote del 29% e 19%. Sul fronte import, sono gli Usa a guidare la classifica, con un valore di quasi 4,9 miliardi di euro, seguti dal Regno Unito, in crescita ormai a quota 4 miliardi, e poi da Germania con 2,4 miliardi, Cina (1,8 miliardi), Canada (1,6 miliardi) e Giappone (1,3).