Con la rubrica relativa ai costi di produzione, portata avanti come sempre grazie al supporto tecnico del professor Francesco Rinaldi Ceroni, arriviamo oggi all'analisi della viticoltura, in particolare quella emiliano romagnola, che ha ottenuto negli ultimi anni risultati lusinghieri dal punto di vista qualitativa e dell'innovazione dei processi. In futuro la competizione fra i paesi produttori sarà sempre più accesa, per questo le nostre imprese agricole dovranno lavorare ancora di più sulla qualità, ma soprattutto sui prezzi e di conseguenza sui costi colturali. L'obiettivo è ridurli il più possibile, facendo conservare al prodotto tipicità e qualità.

Per analizzare i costi colturali prendiamo come riferimento l'imprenditore astratto (puro) e l'imprenditore concreto (in economia e coltivatore diretto), sia per il Trebbiano che per il Sangiovese, i due vitigni più caratteristici della provincia di Ravenna. Oltre a questo, occorre dire che abbiamo lavorato su questa analisi prendendo come riferimento due ipotesi, ovvero sia i vigneti con uve raccolte a mano, sia quelli completamente meccanizzati, e soprattutto nell'operazione di raccolta.

La prima analisi riguarda il Trebbiano, per il quale abbiamo stimato una produzione media sui 250 quintali per ettaro. Partendo dal Trebbiano Romagnolo raccolto a macchina, il costo al quintale per l'imprenditore puro risulta di 35,23 euro, per l'imprenditore in economia 28,08 euro, mentre per il coltivatore diretto il costo risulta di 21,78 euro.
 

Passando invece allo stesso tipo di Trebbiano, raccolto a mano, per l'imprenditore puro il costo al quintale si attesta sui 46,80 euro, per l'azienda in economia è di 32,59 euro, mentre per il coltivatore diretto l'esborso, sempre al quintale, è di 18,38 euro.
 

Focalizzando l'attenzione sui due tipi di imprenditori concreti, possiamo osservare come la raccolta meccanizzata risulti molto vantaggiosa per l'azienda in economia, con un risparmio di costi del 13,8%. Caso differente per il coltivatore diretto, che vede più leggera la sua struttura di costo con la raccolta a mano. Questo perchè il coltivatore diretto, se piccolo proprietario di qualche ettaro, trova più vantaggioso lavorare solo esclusivamente con la propria famiglia, senza andare a fare grandi investimenti in macchine. Con superfici maggiori, invece, il coltivatore diretto non svolgerà tutti i lavori aziendali solo con la propria famiglia, per questo dovrà necessariamente acquisire manodopera fuori azienda o passare alla meccanizzazione, trasformandosi praticamente in azienda in economia.

Lo stesso discorso vale per il Sangiovese, per il quale abbiamo stimato una produzione media di 180 quintali per ettaro. Per quanto riguarda l'uva raccolta a macchina, abbiamo considerato un Sangiovese Igt. Qui l'imprenditore puro, per produrne un quintale, spende 45,30 euro, mentre per l'azienda in economia il costo al quintale è di 37,30 euro. Chiude il coltivatore diretto con 28,55 euro al quintale.
 

Passando al Sangiovese raccolto a mano, il costo per l'imprenditore puro è di 61,67 euro al quintale, per l'azienda in economia si attesta sui 42,76 euro, mentre per il coltivatore diretto raggiunge i 25,79 euro.
 

L'imprenditore in economia, raccogliendo a macchina il Sangiovese, riduce i propri costi del 12,8% rispetto alla raccolta a mano.Anche qui, come già anticipato, il coltivatore diretto proprietario ha un costo più basso nella raccolta a mano rispetto a quella a macchina.

Detto questo, la prospettiva per la nostra viticoltura, in particolare quella romagnola e ravennate, è quella della vendemmia meccanizzata. Una strada quasi obbligata, dove è possibile, non solo per quanto riguarda la raccolta dell'uva, ma anche per le altre operazioni, potatura ed eventuale diradamento. Per le imprese agricole di maggiori dimensioni la meccanizzazione è un passo fondamentale per ridurre i costi di produzione.  

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