Ministro, sabato è una giornata speciale, la giornata della colletta alimentare organizzata dal Banco Alimentare e anche il ministero c’è
"Assolutamente sì, innanzitutto saluto tutti i volontari che in 11.000 supermercati in tutta Italia daranno una grande mano a questa colletta alimentare che da anni va avanti ed è una bellissima esperienza. Noi come ministero facciamo la nostra parte, tenete conto che con il piano di aiuti che abbiamo costruito in quest’ultimo periodo assistiamo più di 4 milioni di persone, ci sono stati momenti in cui abbiamo rischiato la chiusura di questo piano, ma con il lavoro nostro e del ministro Poletti siamo riusciti a rimettere in sesto un programma. Adesso abbiamo stanziato 70 milioni di euro fino al 2020 per alimentare questo programma di sostegno e abbiamo soprattutto recuperato un bel po’ di risorse europee, e questo per me è molto importante perché poi all’atto pratico abbiamo 45mila tonnellate di cibo in consegna agli enti caritatevoli italiani e abbiamo già distribuito 17.000 tonnellate di pasta e farina, per cui cose molto concrete che spero tanto possano aiutare in un momento così complicato".
Ricordandoci che le realtà sono diverse, se pensiamo ai drammi epocali che vivono interi continenti, ma, con senso di realtà, anche in Italia dobbiamo affrontare queste problematiche
"Assolutamente sì. Quando un piano come un nostro assiste 4 milioni di persone nel nostro Paese non possiamo banalizzare nulla, anzi, dobbiamo sapere che anche in questo Paese la piaga della povertà c’è e batte ancora forte. Poi, certo, dobbiamo anche essere ottimisti, anche grazie al lavoro straordinario di migliaia di persone che volontariamente ogni giorno danno una mano e gli strumenti per reagire, ma guai a noi se sottovalutassimo il problema".
Guardando fuori dall’Italia, c’è questa tavola rotonda che è in programma con Paesi molto diversi tra loro, ovviamente sul tema dell’agroalimentare, e che vedrà seduti allo stesso tavolo anche Paesi che non vanno molto d’accordo come Israele e Palestina, quindi si passa anche dall’agroalimentare per arrivare ad altro
"Sì, sono molto contento di poter annunciare che nelle prossime ore a Palermo, dopo sei anni, torniamo a riunire il Forum agricolo euro-mediterraneo. Sono contento perché l’Italia ha fatto da capofila a questo lavoro, non a caso l’ospitiamo in Sicilia, a casa nostra, ed è vero che l’agricoltura può essere un formidabile strumento di cooperazione tra i popoli, tra gli Stati. Noi abbiamo bisogno di stringere sempre di più cooperazione e alleanza, soprattutto nell’area del Mediterraneo. Il fatto che l’Italia torni a riunire trenta Paesi dell’area mediterranea, a ragionare di giovani, agricoltura e cooperazione, è un fatto molto importante e sono contento si faccia in Sicilia, anche perché ieri abbiamo ottenuto uno straordinario risultato, siamo riusciti a far diventare lo Zibibbo di Pantelleria, la pratica della coltivazione della vite ad Alberello di Pantelleria patrimonio mondiale dell’umanità. È stata riconosciuta per la prima volta al mondo una pratica agricola come patrimonio Unesco e vorrei salutare di cuore il sindaco e tutti gli agricoltori di Pantelleria, che in questi mesi hanno lavorato tantissimo in questi mesi per raggiungere questo obiettivo e ce l’abbiamo fatta. È un ulteriore tassello che stiamo facendo tutti insieme per un agroalimentare italiano di assoluta qualità".
C’è un’iniziativa a Roma, in un mondo apparentemente diverso come l’Università Luiss, con cui viene inaugurato un grande orto coltivato da professori e studenti. Credo che il principio sia quello di ricordarsi le proprie radici, da dove veniamo
"Beh, questa è una bella sperimentazione e faccio i complimenti alla Luiss. In giro ci sono tante esperienze interessanti, basti pensare l’impegno di Michelle Obama alla Casa Bianca. È molto importante per me che un’università sperimenti un’esperienza di questo tipo, anche perché se si parte da lì e anche dalla condivisione di una pratica agricola e quindi di esperienze, magari anche parziali, di coltivazione poi c’è una relazione diversa tra le persone, sono convinto di questo. Ed è molto bello che un’università faccia un’operazione di questo tipo, quindi complimenti alla Luiss".
Ci arrivano tante e-mail, in particolare una molto lunga che ci chiede perché un Paese come l’Italia che potrebbe tranquillamente definirsi primo nell’agroalimentare deve ritrovarsi tra gli ultimi perché senza tutela e senza aiuti burocratici
"Chiaro che lo Stato in tante situazioni non è stato amico dell’impresa agricola. Però posso anche testimoniarvi di tante esperienze in cui grazie ai fondi pubblici, all’attività di istituzioni vicine si sono fatte cose strepitose, detto questo non voglio banalizzare quello che dice l’ascoltatore. Quello che so è che dobbiamo assolutamente muovere le cose, semplificare le attività anche dalla pubblica amministrazione, verso l’impresa agricola, è quello che cerchiamo di fare ogni giorno. So che è una battaglia complicata, non voglio farla semplice, ma voglio che si sappia che ci sono qui persone che sanno benissimo che si fa fatica a reggere un’impresa agricola, soprattutto in questo momento, e che noi non possiamo appesantire l’attività di queste persone che, talvolta in maniera straordinaria, fanno cose eccellenti con troppa burocrazia. Questo io ce l’ho ben chiaro, poi è una battaglia per tutti, io mi sento da quella parte, quindi farò di tutto per semplificare".
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Fonte: Rtl 102.5