In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, la Fondazione Barilla center for food and nutritionBcfn, ha riunito i principali sostenitori che hanno aderito al Protocollo di Milano con l’obiettivo di aggiornare e migliorare l’Accordo globale su cibo e alimentazione in vista di Expo 2015. Hanno partecipato all’incontro, tra gli altri, i rappresentanti di Banco Alimentare, Coldiretti, Food Tank, Legambiente, Nutriaid, Save The Children, Slow Food, Wasted Food, oltre a Jan Lundqvist e Stella Thomas – studiosi internazionali di acqua – e Molly D. Anderson – esperta americana di agricoltura sostenibile. Il workshop si è focalizzato sull’integrazione e l’aggiornamento dei tre macro obiettivi del Protocollo: eradicare la fame e sconfiggere l’obesità, promuovere l’agricoltura sostenibile e ridurre in modo significativo lo spreco del cibo.

La nuova versione del Protocollo di Milano - che recepirà i contributi dell’incontro tenuto con circa 25 organizzazioni che appoggiano l’iniziativa - verrà presentata e discussa durante la sesta edizione del Forum Internazionale su alimentazione e nutrizione del Bcfn, in programma i prossimi 3 e 4 dicembre a Milano per proseguire il percorso che porterà alla realizzazione della versione finale che verrà presentata in occasione di Expo Milano 2015.
Secondo Antonella Demarchi, direttore generale Nutriaid “una sinergia d’azione per tutti coloro che si occupano di nutrizione a livello globale è fondamentale e il Protocollo di Milano è ispirato da questo principio”. Allo stesso modo, Carlo Scarsciotti, presidente Angem sostiene di aver aderito al Protocollo di Milano perché “fortemente sostenitori della possibilità che attori diversi, con competenze diverse, e ruoli diversi nella società diano un contributo comune per raggiungere scopi che fanno bene a tutti”.

Numerosi anche i sostenitori del Protocollo che hanno voluto sottolineare alcuni dei provvedimenti necessari per risolvere i paradossi delineati nel documento della Fondazione Bcfn. A partire dal ruolo centrale delle donne che, nelle parole di Giangi Milesi, presidente Cesvi, sono “uno dei fattori fondamentali per avere la possibilità di cambiare il mondo. Quando le donne vano a scuola, l’alimentazione delle famiglie è migliore”. Ruolo determinante è anche quello dell’importanza della cultura e dell’informazione perché “un sacco di gente compra quantità assurde di cibo, molto più di quanto non sia effettivamente necessario, poi lo mette nel freezer, se ne dimentica, il cibo si danneggia e viene buttato”, come spiega, Selina Juul, attivista e fondatrice di Stop spild af mad. Ed è in linea con il tema della Giornata mondiale dell’alimentazione dedicato all’"agricoltura familiare, nutrire il mondo, preservare il Pianeta" l’intervento di Cinzia Coduti di Coldiretti che ha rivendicato come “agricolture più sostenibili presentino numerosi benefici dovuti alla valorizzazione dei territori locali, delle persone che vi lavorano e dei cittadini”.

Un mix di iniziative è l’auspicio di Pierre Richard, strategic development and media relations di Epode che, per combattere l’obesità, ribadisce: “Non dobbiamo aspettare dati per agire, dobbiamo agire adesso: sono fondamentali interventi politici, partnership tra settore pubblico e privato, e strategie in ottica di social marketing”.
I progressi del Protocollo sono frutto di un importante lavoro di squadra che, in questa fase finale, diventa più che mai fondamentale. È attraverso i sostenitori del Protocollo che questo documento prenderà vita e verrà consegnato alle Istituzioni con l’obiettivo di trasformarlo in un documento programmatico” – conclude Luca Virginio, vice presidente della Fondazione Bcfn. A partire da domani, in concomitanza con la giornata mondiale dell’alimentazione, saranno disponibili gli highlights del worskshop dedicato al Protocollo di Milano.