Questa volta non serve neanche attendere del tempo, perché sono gli stessi ricercatori ad affermare, dopo solo qualche giorno, in un articolo su Nature, che i topi usati per dimostrare la presunta pericolosità del mais NK603 non erano i soggetti più adatti per questa sperimentazione, dal momento che naturalmente, nell’82% dei casi, sviluppano tumori entro i primi due anni di vita, che sono proprio quelli durante i quali è stata portata avanti la sperimentazione” così Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica.

Si tratta dell’ennesimo caso in cui le bugie hanno le gambe corte, e questo è certo motivo di soddisfazione per chi lavora nel nostro settore con serietà” aggiunge Sidoli ricordando che “Il mais Ogm è sul mercato da 15 anni ed è stato utilizzato in tutto il mondo per l'alimentazione animale e umana, ovunque e senza evidenza di problemi. Anche l'Unione europea ha investito molto sulla ricerca per le colture Ogm, giungendo alla conclusione, frutto degli studi di oltre 500 gruppi di ricerca, che le colture Ogm non presentano rischi per la salute e l'ambiente diversi da quelli delle colture convenzionali”.