L'agricoltura è riuscita per ora a dribblare, grazie alla regìa del ministro Mario Catania, il rischio di una seconda stangata.

Nel disegno di legge per la delega al Governo sulla riforma fiscale, approvato nei giorni scorsi, non c'è alcun riferimento alla revisione del catasto dei terreni agricoli.
Lo ha reso noto, con un comunicato, lo stesso ministro, fugando così le preoccupazioni - espresse forse in via cautelare, dopo il pasticciaccio dell'Imu - alla vigilia della sua approvazione. Per ora, quindi, nessuno rischio di vedersi aumentato il valore delle rendite catastali.

Nella delega non c'è nemmeno traccia del paventato progetto di una riforma più radicale, di cui pure si parlava con insistenza fino a poco tempo fa: abbandonare l'attuale sistema di tassazione sulla base del reddito agrario legato alle rendite catastali, per traghettare anche le aziende agricole verso un sistema di tassazione a bilancio.

Anche per quanto riguarda i fabbricati rurali - è il secondo messaggio rassicurante mandato al mondo agricolo dal ministro - "pur essendo in linea di principio inclusi nel perimetro della delega (che concerne il catasto fabbricati), non sono tuttavia previsti principi e criteri direttivi per l’esercizio della revisione. Ciò comporta che nella stesura attuale la delega non è applicabile ai fabbricati rurali".
Queste disposizioni per la fiscalità agricola, ha commentato il ministro Catania, "testimoniano l'impegno del Governo diretto ad evitare che venga compromessa la redditività delle imprese, in una visione che tutela la specificità del settore".

Ciò, evidentemente, non significa che anche l'agricoltura, in una fase di così grande difficoltà economica del Paese, non sia chiamata a fare la sua parte di sacrifici.

Come è stato con la vicenda dell'Imu, inserita nel decreto legge in materia di semplificazioni fiscale, attualmente in discussione alla Camera. Partita con il piede sbagliato, con il botta e risposta tra ministero dell'Economia e le organizzazioni agricole sull'entità della stangata, nel passaggio al Senato ha subito profonde modifiche, rinviando il conteggio finale di aliquote e gettito alla fine dell'anno, visto che per l'accatastamento dei fabbricati rurali c'è tempo fino al 30 novembre.

Correzioni che il ministro ha così sintetizzato:
- esenzione dall’imposta peri fabbricati rurali ad uso strumentale ubicati nei Comuni montani o parzialmente montani.
- introduzione di una franchigia (fino a 6.000 euro di valore) ed una riduzione d’imposta (fino a 32.000 euro di valore).
- riduzione al 30% del pagamento dell’acconto Imu a giugno 2012 per i fabbricati rurali. Una riduzione prudenziale, tenuto conto delle incertezze del gettito derivante dall’imposta.
La norma prevede espressamente che, in caso di gettito superiore alle previsioni, venga ridotta l’aliquota prima del saldo di dicembre.

Ma non è finita. Nel 'pacchetto fiscale' per l'agricoltura resta comunque una 'cambiale in bianco'. Il decreto legge sulla semplificazione fiscale dà infatti la possibilità al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il ministero dell’Economia, di aggiornare la mappa dei Comuni svantaggiati e montani ai fini Imu e relative esenzioni.

Un primo passo verso un catasto rispondente alla reale evoluzione economica della redditività dei terreni.

Il fisco è un po' come il postino del celebre film, suona sempre due volte: e alla seconda chiamata, non ci sono molti dubbi, la rivalutazione delle rendite catastali sarà servita.