L’agricoltura s’inserisce prepotentemente nell’agenda politica europea: se crescita e innovazione sono le parole chiave per contrastare la crisi economica in corso, come non porle come obiettivo anche in uno dei settori – l’agricoltura sostenibile – che rappresenta una delle maggiori sfide dei giorni nostri?

Mercoledì 29 febbraio la Commissione europea ha annunciato iniziative per l’innovazione in tre ambiti specifici, tra cui ha individuato quello agricolo: “Se vogliamo riportare l’Europa sulla strada della crescita e dell’occupazione – ha detto il presidente della Commissione, José Manuel Barrosoe affrontare sfide importanti come l’approvvigionamento alimentare, dobbiamo innovare”.

Investire su tecnologie agricole e puntare all’aumento della competitività e della produttività sono viste come le uniche soluzioni che permetteranno di rispondere alla sfida planetaria di un aumento della domanda di cibo del 70% da qui al 2050.

Non solo: se la richiesta alimentare aumenta, si riscontra una tendenza contraria quanto alla crescita della produttività, che negli ultimi anni ha rallentato, in gran parte proprio a causa di una diminuzione d’investimenti in R&S (ricerca e sviluppo).

 

Partenariato per l’innovazione

Punto cardine dell’iniziativa è avvicinare il mondo di chi si occupa di agricoltura, e che quindi conosce i problemi, a quello della ricerca, che può contribuire a trovare le soluzioni.
Il termine tecnico è "partenariato per l’innovazione”: si tratta di un gruppo di lavoro che, guidato dal Commissario europeo per l’Agricoltura, riunirà rappresentanti ministeriali degli Stati membri, parlamentari, imprenditori, ricercatori, nonché altri parti interessate.

Gli obiettivi: sviluppare idee per promuovere lo sviluppo del settore, combattere contro la frammentazione dei mercati e le leggi obsolete che bloccano la circolazione e la commercializzazione di prodotti e pratiche vincenti (ma anche, in altri casi, l’assenza di norme necessarie), contrastare il livello insufficiente d’investimenti.
Il concetto di base è che il mercato unico europeo possa essere ulteriormente sviluppato: il potenziale della scala europea di produzione e sbocco dei prodotti agroalimentari ancora non è sfruttato pienamente; bisogna quindi eliminare gli ostacoli e i “colli di bottiglia” al sistema della ricerca, perché possa contribuire al massimo allo sviluppo del settore agricolo.
“La sfida è produrre di più e produrre meglio”, riassume il Commissario all’Agricoltura, Dacian Cioloş.

 

Una piattaforma intersettoriale e transnazionale

Agricoltura, bioeconomia, scienza, tecnologia: tutte le discipline concorreranno al risultato finale. Mettere insieme rappresentanti dei diversi settori è essenziale per facilitare lo scambio d’informazioni e delle buone prassi, ovvero le esperienze che sono risultate le più efficaci in alcuni campi e che quindi possono essere “imitate” in altri Paesi o in altri settori, per analogia.

E, a differenza dei progetti che si possono sviluppare all’interno del programma comunitario per lo sviluppo rurale, tendenzialmente ristrette all’interno di determinate regioni, le iniziative che emergeranno dal partenariato potranno essere applicate oltrepassando le frontiere regionali e nazionali.