L'azienda-famiglia resta il modello di riferimento dell'agricoltura italiana. E le nuove generazioni non si discostano dal solco tracciato dalle famiglie di origine, anche se più attente a innovazione, multifunzionalità e qualità delle vita. Esigenze che anche l'Ismea riscontra nel suo rapporto diretto con i giovani agricoltori.
E' quanto emerge dall'indagine della Rete rurale nazionale, il programma europeo gestito per l'Italia dal Mipaaf, e dedicata alle famiglie rurali.
La famiglia rurale, come archetipo di valori sempre attuali, sembra recuperare il suo ruolo originario, riproponendosi come valida e innovativa risposta anche alle aspirazioni dei più giovani.

In Italia le aree rurali si estendono sul 92% del territorio nazionale. L'incidenza della popolazione in campagna, negli ultimi vent'anni, è cresciuta di quasi 2 punti percentuali raggiungendo il 57,6%, mentre la quota delle famiglie rurali, dal 55% di inizio anni Novanta, si è portata al 56,2% nel 2009.

Una metà circa dei più giovani (il 49% degli under 18) è propensa inoltre a fare l'agricoltore, un'occupazione gratificante - a giudizio soprattutto delle donne - a contatto con la famiglia e con la natura, ma che a giudizio di un altro 43% del campione, restio invece a subentrare nella conduzione dell'impresa agricola familiare, appare limitante, quanto a disponibilità di tempo libero, eccessivamente gravosa in termini di impegno fisico e il più delle volte scarsamente remunerativa.

Metà dei diretti interessati non sembra essere, invece a conoscenza delle agevolazioni riservate ai giovani agricoltori, soggetti che in prevalenza chiedono di migliorare l'accesso al credito e di sostenere la formazione, sia tecnico-agronomica che manageriale e di impresa. Rilevante anche il ruolo delle attività connesse, a conferma di una forte propensione, da parte dei più giovani, ad esaltare una visione moderna e multifunzionale dell'agricoltura.

I giovani sotto i 39 anni chiedono alle istituzioni un maggiore sostegno alla maternità e alla genitorialità (37%), più servizi (27%) e politiche di sviluppo rurale di carattere economico-strutturale mirate ad aumentare la redditività dell'impresa (36%). Le istanze investono anche la sfera sociale e appaiono in questo caso finalizzate ad accrescere l'identità culturale, la conoscenza delle tradizioni locali e l'attrattività del mondo agricolo in generale (27%).
Emerge, in particolare, che il 36% delle richieste di garanzia intermediate da Ismea sono a favore
di giovani agricoltori e che un quarto delle operazioni fa riferimento a iniziative di start-up.

Si rivela inoltre una maggiore concentrazione dell'operatività in due regioni del Mezzogiorno: la Sicilia, da cui proviene il 28% delle richieste di garanzia, e la Puglia al 18% di quota, seguita dalla Campania. Uno spaccato geografico che ricalca la presenza delle famiglie rurali a livello regionale, numericamente più elevata - secondo l'indagine dalla Rete rurale - in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.

"L'indagine sulle famiglie rurali conferma il ruolo centrale dell'agricoltura nello scenario di crescita futura, in una fase in cui la riscoperta della ruralità si pone in Italia e in Europa come valida risposta alla crisi economica . Abbiamo potuto verificare che i vantaggi della vita in campagna superano le problematiche esistenti, difficoltà che riflettono in prevalenza ritardi strutturali e infrastrutturali, che con l'ausilio dei fondi per lo sviluppo rurale e attraverso politiche mirate e condivise riteniamo di poter colmare".

Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, ha commentato i dati. 

Quello che i giovani chiedono alle istituzioni sono migliori strumenti di welfare, tarati sulle esigenze delle famiglie rurali e in particolare sulla gestione dei figli: dall'offerta didattica a quella culturale e ricreativa, dal sostegno alla genitorialità alla qualità dei servizi sanitari.
Mentre l'impresa necessita, in un'ottica di sviluppo e di ammodernamento, di maggiori infrastrutture, ma soprattutto di strumenti di supporto per un migliore accesso al credito. Un'esigenza, quest'ultima, molto sentita anche in considerazione delle difficoltà che i giovani agricoltori incontrano nelle fasi di start-up o di subentro, seppure supportate da efficaci piani di business.

La socialità risente della carenza di infrastrutture e trasporti, fattori ostativi che l'indagine ha colto nelle considerazioni degli intervistati, anche se un'ampia maggioranza dei soggetti interpellati (l'88% degli under 18 e l'82% dei maggiorenni fino a 39 anni di età) si è detta soddisfatta per la propria condizione, nonostante gli inconvenienti della vita in campagna.

 

Primi dati sintetici dell'indagine (219.84 KB)