Emilia-Romagna
L'assessore Rabboni ha incontrato il ministro Romano
La batteriosi del kiwi, che in Emilia-Romagna ha colpito finora oltre 15 ettari di frutteto, e il mancato finanziamento del governo alle attività di miglioramento genetico gestite dalle Apa (Associazioni provinciali allevatori), con pesanti conseguenze su tutto il comparto zootecnico.
Sono queste le due emergenze portate all'attenzione del ministro delle Politiche agricole Saverio Romano dall'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna Tiberio Rabboni, durante l'incontro che si è svolto il 18 maggio scorso a Roma.
"Dopo aver più volte sottolineato la gravità della situazione causata dalla batteriosi – spiega Rabboni – ho voluto incontrare personalmente il ministro. La Regione sta facendo la sua parte in collaborazione con tutto il sistema emiliano-romagnolo, a partire dagli stessi produttori: è necessario però che anche il ministero intervenga, con fondi per l'indennizzo degli agricoltori e dei vivaisti colpiti e con un'adeguata iniziativa nazionale per la ricerca di nuove tecniche di difesa dalla malattia. Così come per le Associazioni provinciali allevatori, in forte difficoltà per la mancata copertura finanziaria da parte del governo: è improrogabile l'immediata messa a punto di un piano finanziario nazionale e di un conseguente progetto di riorganizzazione delle attività di miglioramento zootecnico".
Per quanto riguarda la batteriosi "il ministro – prosegue l'assessore – si è impegnato a dare una risposta alle nostre richieste e ha convocato una riunione per la prossima settimana con tutte le Regioni toccate dal problema".
Per le Apa l'impegno di Romano è di presentare a breve alle Regioni una proposta di copertura finanziaria e riorganizzazione delle associazioni, da condividere con le Regioni stesse. "Il ministro ha riconosciuto la fondatezza delle nostre preoccupazioni e la necessità di un tempestivo intervento ministeriale. Ora è indispensabile non perdere ulteriore tempo. Vedremo nei prossimi giorni – ha concluso Rabboni – se alle parole seguiranno i fatti".
Fonte: Regione Emilia-Romagna
Piemonte
Articolo 68, l'Arpea eroga 16,5 milioni di euro
In seguito al via libera, arrivato nei giorni scorsi dal ministero delle Politiche agricole e dall'Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), l'Arpea, organismo pagatore regionale, sta provvedendo al pagamento di 16.498.000 euro, relativi all'articolo 68, per le assicurazioni agevolate. I fondi saranno destinati ad oltre cinquemila agricoltori.
La Regione rende noto che l'Arpea "sarebbe stata in grado di portare a termine le operazioni di pagamento già a gennaio 2011, ma il ritardo di alcune Regioni italiane ha impedito di procedere nella distribuzione dei fondi".
"La liquidazione – commenta l'assessore regionale all'Agricoltura, Claudio Sacchetto – è un passo importante per le nostre aziende. Se tutti avessero agito secondo le norme e rispettando le tempistiche tali pagamenti sarebbero giunti agli agricoltori già nei primi mesi dell'anno".
"Sempre nell'ambito dell'art.68 – conclude Sacchetto – ci auguriamo che il ministero riesca a raggiungere risultati concreti anche per il settore zootecnico (carne e latte); il rischio è quello di non utilizzare le risorse Ee, perdendo un'opportunità indispensabile per il comparto".
Fonte: Agrapress
Veneto
Preoccupa il frumento. Bene soia e mais
In calo le superfici coltivate a cereali cosiddetti autunno-invernini, anche se controbilanciate da un aumento delle semine di mais e soia. Destano preoccupazione invece i prossimi raccolti di frumento tenero in Veneto.
Rispetto alle semine si registrano forti riduzioni di investimento proprio nel frumento tenero (-30%), frumento duro, e orzo (-50%).
La siccità dei mesi di marzo e aprile ha pesantemente gravato sullo sviluppo vegetativo di tutte le colture, con rischi per i raccolti sia dal punto di vista quantitativo, che qualitativo, che si prevedono sotto gli standard annuali.
Per la soia, invece, nonostante sia ancora nelle fasi iniziali di semina, si prospetta un incremento delle superfici (del +10% o addirittura +15%). Il Veneto raggiungerebbe il 50% delle superfici coltivate in Italia, confermandosi leader nazionale.
Bene anche il mais: le indicazioni raccolte permettono di stimare una crescita delle superfici nell'ordine del +5/10%, che dovrebbero superare i 290 mila ettari coltivati.
Per quanto riguarda invece il mercato dei cereali, ancora nella fase di 'attesa pre-raccolto', le quotazioni registrano ampli oscillamenti di prezzo.
Tuttavia le principali differenze rilevabili sui mercati consistono nei trend di crescita del mais, in questi mesi più convincenti rispetto al frumento. Incerta invece la situazione della soia su cui non è possibile, per ora, intuire il probabile orientamento dei prezzi.
Si è infine riscontrato che la maggior richiesta degli utilizzatori, al fine di garantirsi il prodotto per i mesi futuri, ha portato tra dicembre e febbraio ad una graduale crescita nel trend dei prezzi di frumento, mais e soia seguita da un calo delle quotazioni nel periodo marzo - febbraio per poi ancora risospingere verso l'alto i prezzi per il riaffacciarsi della domanda sui mercati. Il tutto in attesa delle prime previsioni per i prossimi raccolti e le nuove campagne commerciali (quella del frumento inizierà a luglio), che potrebbero sparigliare la situazione nei prossimi mesi.
Fonte: Veneto Agricoltura
Calabria
Castanicoltura, risorsa dell'Aspromonte
Continua l'iniziativa di valorizzazione della castanicoltura aspromontana da parte della Comunità montana 'Versante dello Stretto' con una serie di incontri tecnici.
L'iniziativa si svolge presso i quattro Comuni più vocati.
Si comincia martedì 31 maggio alle 16,00 alla delegazione municipale di Melìa di Scilla e alle 18,00 nel centro socio-culturale di San Roberto.
Si prosegue mercoledì 1 giugno alle 15,30 nel Municipio di Santo Stefano d'Aspromonte e alle 19,00 nella scuola elementare di Cardeto sud.
Introduzione dei lavori con il presidente della Comunità montana Antonino Micari; seguirà l'intervento dell'agronomo Rosario Previtera su 'La filiera castanicola aspromontana: proposta di disciplinare e marchio'. Prima delle conclusioni del sindaco del Comune ospitante, dibattito con gli agricoltori interessati e consegna delle schede di monitoraggio.
"Un progetto che vogliamo portare avanti – sostiene il presidente Micari – consci che la filiera castanicola può tornare ad essere una risorsa per l'area aspromontana. Abbiamo celebrato il '2010 - Anno internazionale della biodiversità' dimostrando con uno studio del Dipartimento Gesaf dell'Università di Reggio Calabria da noi finanziato, che l'Aspromonte è un vero giacimento di biodiversità".
Secondo il coordinatore del progetto Previtera, "l'iniziativa si pone come prosecuzione di un percorso di sviluppo che vedrà protagonisti gli agricoltori interessati a ripristinare la produzione di castagno da frutto nel comprensorio della Comunità montana da Melìa di Scilla fino a Motta San Giovanni".
Fonte: Comunità montana Versante dello stretto
Sardegna
Agronomi, la Sardegna entra nell'era della smart-card
I dottori agronomi e dottori forestali della Sardegna entrano nell'era della smart-card. La novità introdotta dal Conaf per i ventiduemila professionisti iscritti è stata illustrata dalla vicepresidente Conaf Rosanna Zari, in occasione di un doppio appuntamento in Sardegna presso gli Ordini provinciali di Nuoro e di Oristano. Durante i due incontri sono stati affrontati i temi della conciliazione, mediazione, pari opportunità; e poi un aggiornamento sulla questione agrofarmaci, la circolare sul paesaggio, fino agli Stati generali dell'estimo e le anticipazioni sul XIV Congresso nazionale in programma a fine settembre in Sicilia.
La smart-card, come ha spiegato la vicepresidente, è una tessera digitale che ha valore di tesserino professionale dell'Ordine, documento di riconoscimento, timbro e firma digitale qualificata consentendo la registrazione dei Crediti formativi professionali. Per le regioni bilingue, come nel caso della Valle d'Aosta, e della provincia di Bolzano, la smart-card sarà fornita in doppia lingua.
"Rappresenta una novità molto importante per tutti i professionisti italiani – ha sottolineato Rosanna Zari - ed è una reale innovazione per lo svolgimento della professione. Consente l'accesso ai servizi online delle pubbliche amministrazioni e permette l'apposizione del timbro e la firma su atti digitali completando il processo di dematerializzazione dei documenti iniziato con l'attribuzione della Pec. Si tratta quindi di uno scatto in avanti per una professione sempre più moderna, al passo con i tempi e con una società che vede la figura del dottore agronomo e dottore forestale sempre più centrale".
Fonte: Conaf
Toscana
Filiera corta: i farmer market curano la pigrizia del consumatore
I mercati di Campagna Amica in Toscana spingono i consumi e sono una cura contro la pigrizia. La filiera corta si rivela un fattore positivo per il consumatore che è tornato a scegliere, e per certi versi a pretendere, senza essere condizionato da fattori esterni, la combinazione ottimale tra qualità, sicurezza e prezzo, la percezione della responsabilità sociale ed ambientale che ha ogni atto di acquisto e il rapporto tra il cibo e il territorio con il riconoscimento del valore che ha l'identità locale delle produzioni.
A rivelarlo è Coldiretti Toscana in riferimento ai dati Istat sulle vendite al dettaglio a marzo: gli acquisti presso i mercati di Campagna Amica, o meglio conosciuti come farmers market, sono aumentati del 28%; in controtendenza rispetto agli altri canali di vendita. Un vero e proprio boom nazionale che si riflette anche in Toscana dove sono già attivi 60 mercati distribuiti in tutte le province, e dove ogni giorno migliaia di toscani scelgono di fare la spesa.
"E' anche una questione di portafogli – spiega Tulio Marcelli, presidente regionale Coldiretti – questo è indubbio; si può risparmiare, è un vantaggio della filiera corta. Il risultato finale è che il signor Rossi, abituato a fare acquisti nella grande rete commerciale, priva di profumi, contatto diretto con chi produce, esce di casa per cercare il punto di vendita diretta più vicino e il mercato, oppure aspetta l'appuntamento settimanale nella piazza vicino a casa. I farmers market hanno il merito di aver ridato la voglia al consumatore finale di scegliere cosa mettere nel piatto".
Dall'indagine Swg-Coldiretti emerge inoltre che i prodotti più acquistati sono nell'ordine la verdura, la frutta, i formaggi, i salumi, il vino, il latte, il pane, le conserve di frutta, la frutta secca, i biscotti ed i legumi, con una spesa media di circa 26 euro per visita. Estremamente elevato il grado di soddisfazione che è alto per il 75% degli acquirenti. "Da questa lettura – conclude Marcelli – ne consegue un risultato molto positivo, e per certi versi straordinario: il modello di filiera corta tutta italiana è un modello vincente, non solo a livello economico ed ambientale, anche sociale".
Fonte: Coldiretti Toscana
Piemonte
Fagiolo cuneese, buone prospettive per l'annata 2011 ma attenzione al clima
Il 2010 è stato l'anno in cui il Consorzio di tutela e valorizzazione del fagiolo Cuneo ha ottenuto il riconoscimento definitivo dell'Igpda parte della Ue. Un prodotto che in provincia assicura quantitativi che arrivano a quota 25.000 quintali per il fagiolo secco e 90.000 per il fresco, per un valore annuo che supera i20 milioni di euro. Attualmente la fase di semina del fagiolo è appena cominciata ma le prospettive, secondo quanto affermano i produttori associati a Confagricoltura Cuneo, sembrano molto buone.
"Questo è un prodotto che non delude mai – afferma Antonio Vega, titolare con la moglie dell'Azienda Agricola Sasia Elsa di Busca - In famiglia lo coltiviamo dal 1994 e la qualità del prodotto permette di ottenere dei buoni ricavi. La produzione annuale è di circa 100-150 quintali". Le richieste sono elevate: "Il nostro prodotto finisce in centro Italia, Roma soprattutto, ma anche nelle regioni del Nord, come il Veneto".
Anche per la campagna di semina del 2011 le attese sono molto alte, nonostante il tempo un po' bizzarro di questi primi giorni di maggio. Il clima è decisivo anche secondo Giovanni Carlo, dell'omonima azienda agricola di San Rocco Castagnaretta, a Cuneo: "L'annata sembra iniziata bene – afferma - ma l'esperienza insegna che si deve comunque aspettare la fine del raccolto. Noi produciamo fagiolo rosso che seminiamo a scalare da fine aprile a metà luglio". Una produzione pari a 35 quintali a giornata che negli anni ha sempre assicurato una buona qualità: "Il fagiolo Cuneo è un prodotto che mantiene una buona resa – continua Giovanni Carlo - L'incognita meteo resta peròdecisiva, visto che l'altalena di precipitazioni e temperature è sempre pronta a minare il raccolto".
Fonte: Confagricoltura Cuneo
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Fonte: Agronotizie