Dai funghi cinesi, al pollo al cloro. Dal rinnovato allarme aviaria, ai cibi scaduti acquistati on line. Tra i temi daldi d'inizio anno c'è anche quello della sicurezza o, per meglio dire, dell'insicurezza alimentare, che in questi giorni sta portando all'attenzione dei consumatori, vecchi e nuovi problemi relativi alla qualità dei prodotti agroalimentari, d'importazione e non, e ai possibili rischi per la salute. 
 
Non è un caso che uno dei primi question time del 2009 alla Camera abbia toccato proprio il tema della sicurezza alimentare e, in particolare, i risultati raggiunti in questi mesi.
"Il nostro settore agroalimentare deve essere difeso fino in fondo, facendo ricorso alla cosiddetta 'tolleranza zero', non solo nell’azienda agricola, ma anche sui mercati, visto e considerato che il suo fatturato è di oltre 24 miliardi di euro". E' quanto sostenuto dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia rispondendo a due interrogazioni sul sistema di controlli per la sicurezza del comparto agroalimentare messo in atto dal Mipaaf presentate dai parlamentari della Lega nord e da quattro deputati del Popolo delle libertà. Tra i dati forniti da Zaia, ci sono gli oltre 1000 i controlli da parte del Corpo forestale dello Stato, i 900 e oltre da parte dei Carabinieri e oltre 34mila da parte dell’Ispettorato centrale per il controllo della qualità.
Zaia ricordato alcune operazioni di controllo: da “Lanterne rosse” della Forestale, col più grande sequestro di latte alla melamina nel porto di Napoli, a “Vendemmia sicura”, con il sequestro di oltre 150 mila bottiglie di Amarone nel porto di Livorno già pronte per la spedizione negli Stati Uniti, dal sequestro di 110 quintali di mozzarelle e 9 quintali di prosciutti scaduti provenienti dalla Germania, all’operazione “Capitone” che ha tolto dal mercato 170 tonnellate di pesce avariato. Tolleranza zero e origine obbligatoria dei prodotti in etichetta, queste le strade da perseguire secondo Zaia che ha dichiarato di volere ulteriormente incentivare i controlli per salvaguardare i 174 prodotti a marchio Dop e Igp. 
 
E, a proposito di etichetta, è stata accolta con favore dalle organizzazioni la proroga per il 2009 del ministero della Salute dell’Ordinanza dell'agosto 2005 che aveva introdotto misure di protezione e sorveglianza contro l'influenza aviaria e l'obbligo di specificare in etichetta il paese di origine degli animali. Un provvedimento che, tra l'altro, arriva a pochi giorni dall'annuncio dei nuovi casi di influenza segnalati in Cina. "Un’etichettatura chiara e trasparente - afferma la Cia - garantisce una reale rintracciabilità del prodotto e costituisce un elemento importante sia per i cittadini e per le loro scelte in campo alimentare e sia per i produttori avicoli. E proprio l’indicazione d’origine, assieme all‘azione svolta dai nostri produttori, ha permesso al settore di risalire la china e superare una crisi che nel 2005 e 2006, a causa della psicosi dell’influenza aviaria, aveva provocato gravi danni".
"Restano anche in vigore - dice Coldiretti - in aggiunta alle indicazioni obbligatorie previste dalla normativa in materia di etichettatura dei prodotti alimentari, di cui al Decreto legislativo 109/92, le disposizioni che prevedono che gli operatori che intervengono nella fase di macellazione e di sezionamento e i soggetti che importano nel territorio italiano animali vivi da macellare, o carni fresche da sezionare o già sezionate da commercializzare, debbano riportare in etichetta le informazioni necessarie a ripercorrere con esattezza la storia dell'animale".
 
Ed è ancora Coldiretti a segnalare il boom della vendita on line di prodotti alimentari, un fenomeno che si sta allargando a macchia d'olio stando ai dati del sito ebay dove, nel 2008, è stato venduto un prodotto enogastronomico ogni 60 secondi, con un aumento del 62% rispetto allo scorso anno. "Nell’acquisto di cibi e bevande su internet occorre prestare particolare attenzione alla deperibilità del prodotto per evitare di comprare alimenti scaduti o danneggiati a seguito dei trasporti - dice Coldiretti -. Un'attenzione particolare va riposta sull’autenticità del prodotto offerto privilegiando quelli a Denominazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione europea o che garantiscono la provenienza territoriale. Un rischio che riguarda spesso siti stranieri dove vengono venduti numerosi esempi di falso made in Italy".
Preoccupante poi la messa in vendita da parte di un sito inglese di prodotti alimentari “scaduti” a prezzi scontati. "La sicurezza alimentare - precisa la Coldiretti - è un prerequisito che va garantito in tutti i prodotti in vendita per non mettere a rischio la salute dei cittadini che per motivi economici sono costretti a risparmiare sul cibo e sulle bevande acquistate. Fare leva sulle difficoltà economiche delle persone per collocare prodotti altrimenti invendibili è una strategia che può risultare vantaggiosa dal punto di vista commerciale, ma è profondamente discutibile". 
 
In questo contesto, l'Italia si conferma tra i primi donatori della Fao, con una donazione volontaria per il 2009 di 10 milioni di Euro (complessivamente ammontano a circa 60 milioni di euro) a favore dello sviluppo agricolo e rurale per contrastare l'insicurezza alimentare.
"Ringraziamo il Governo italiano per questo nuovo contributo, che arriva in un momento in cui la crisi economica  rischia di provocare una riduzione degli aiuti allo sviluppo", ha dichiarato José María Sumpsi, vice direttore generale della Fao del Dipartimento di Cooperazione Tecnica.
L'ultimo Rapporto Fao sull'insicurezza alimentare nel mondo - Sofi 2008, denuncia che oggi sono quasi un miliardo (963 milioni) le persone che soffrono la fame nel mondo, 40 in più dello scorso anno e 115 milioni in più rispetto al biennio 2003-2005. Secondo la Fao la sicurezza alimentare dovrà necessariamente diventare la priorità dell'agenda politica mondiale con un impegno forte a livello globale ed azioni concrete da parte di tutta la comunità internazionale.
"Siamo lieti di poter convogliare parte degli aiuti allo sviluppo decisi dall'Italia verso i progetti di sviluppo agricolo e rurale della Fao, agenzia con la quale condividiamo l'obiettivo della lotta contro fame e povertà per uno sviluppo sostenibile", ha affermato l'Ambasciatore italiano presso le agenzie delle Nazioni unite, Pietro Sebastiani.
Dei 100 milioni di euro annunciati dall'Italia nel 2002 in occasione del Vertice mondiale dell'alimentazione: cinque anni dopo, 87 sono stati già versati, di cui 14 milioni di euro erogati in seguito al Vertice sulla sicurezza alimentare dello scorso giugno.
Questi contributi sono stati destinati al Fondo fiduciario per la sicurezza alimentare della Fao ed hanno consentito di attuare 29 progetti nazionali in 41 Paesi, oltre a progetti regionali in 15 paesi della Comunità dei Caraibi ed in 15 Paesi insulari del Pacifico.
Sempre nel 2008 sono stati approvati dal Governo italiano altri contributi per circa 4 milioni di euro per sostenere le attività dell'Organizzazione in settori cruciali come la difesa ambientale e della biodiversità, e per progetti di sviluppo in Corea del Nord e in Laos. Tutte le attività hanno al centro il raggiungimento della sicurezza alimentare.