Nasce in Trentino il primo osservatorio provinciale sui cambiamenti climatici, e sarà coordinati dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (Iasma). Lo ha annunciato, il 16 luglio 2008 alle Viote del Monte Bondone, l’assessore provinciale alla ricerca innovazione e programmazione Gianluca Salvatori, nell’ambito di un workshop sull’adattamento ai cambiamenti climatici nel Nord Italia dove sono state illustrate future azioni di cooperazione interregionale.

L’osservatorio, che coinvolgerà i ricercatori ambientali della Fondazione Edmund Mach, la Provincia autonoma di Trento, in particolare la Protezione civile e il Dipartimento ambiente, il Museo Tridentino di Scienze Naturali, l’Università di Trento e l’Agenzia Regionale prevenzione e ambiente dell’Emilia Romagna (Arpa), sarà anche il punto centrale di coordinamento delle azioni di ricerca e monitoraggio sui cambiamenti climatici per il Nord Italia.

La Provincia di Trento, in recepimento a quanto contenuto nel Libro Verde, ha avviato infatti un programma di coordinamento a livello provinciale tra gli istituti di ricerca scientifica e le agenzie coinvolte nel monitoraggio climatologico e nella pianificazione territoriale. “La Provincia autonoma di Trento intende investire maggiormente nella ricerca ambientale – ha spiegato l’assessore Salvatori - Per questo motivo nel prossimo accordo di programma con la Fondazione Mach cercheremo di destinare maggiori risorse finanziarie a questo tipo di attività. Ci sono molti motivi per studiare il clima a livello micro, di territorio, ma non dobbiamo dimenticare che il cambiamento è di carattere globale. Le competenze vanno pertanto integrate e quello di oggi è il primo passo per creare una rete interregionale di studio del Nord Italia”.

Durante l'incontro Claudio Bortolotti, dirigente generale della Protezione civile, ha ripercorso le tappe che hanno portato alla creazione di questo osservatorio, mentre Roberto Viola, dirigente del Centro sperimentale, ha spiegato che l’Istituto di San Michele sta predisponendo un piano quinquennale di ricerca scientifica di alto livello finalizzata alla comprensione degli impatti dei cambiamenti climatici sulla funzionalità degli ecosistemi acquatici e terrestri. “Nell’ambito di questo osservatorio i ricercatori studieranno gli effetti dei cambiamenti climatici sui cicli dei nutrienti e dei gas serra nei sistemi forestali e acquatici, sull’interazione tra piante e insetti impollinatori, ma anche tra gli stessi parassiti ospiti, quelli di interesse forestale e agricolo e degli animali selvatici”. Per queste ricerche saranno impiegate le più moderne tecnologie che comprendono immagini satellitari, modelli matematici, tecniche di biologia molecolare accanto ai tradizionali metodi di studio ecologico.