I cipressi saranno in grado di resistere al freddo e alle malattie grazie agli studi condotti da un team di ricercatori dell’Istituto agrario che ha selezionato e caratterizzato i geni per la resistenza ai due principali stress che colpiscono questa conifera. Il progetto Ecocypre, i cui risultati sono stati presentati oggi a San Michele, ha registrato in Trentino un cambiamento paesaggistico determinato dagli effetti del mutamento climatico: la migrazione dei cipressi verso nord. La conifera, principale indicatore ambientale, legata alle zone del lago di Garda, alla Valle del Sarca e alla bassa Val d’Adige, avrebbe iniziato il suo cammino di espansione in nuove aree, tra cui la Piana Rotaliana, la Valsugana (laghi) e la Bassa Val di Non. Il progetto di ricerca è iniziato nel 2003 ed è stato finanziato dalla Provincia autonoma di Trento per proteggere e potenziare la diffusione in Trentino di questa pianta. Il seminario di oggi, che ha visto intervenire esperti e studiosi del settore ambientale provenienti da prestigiose Università e centri di ricerca nazionali, è stato organizzato dall’Unità di ricerca Ecologia e fisiologia forestale dell’Istituto agrario di San Michele in collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università di Trento, l’Istituto per la Protezione delle piante del Cnr di Firenze e il Dipartimento di Agronomia ambientale e produzioni vegetali dell’Università di Padova. Dall’inventario dei ricercatori di San Michele, in collaborazione con l’Università di Padova, sul territorio provinciale sono state individuate oltre 14 mila piante sopra i 4 metri di altezza e 15 centimetri di diametro, di cui oltre 500 isolate e 1440 gruppi. 7700 cipressi vegetano nel fondovalle e 6300 in pendenze tra il 10 e il 70%. Accanto alle aree del lago di Garda, della Valle del Sarca e della bassa Val d’Adige, il cipresso è presente nel verde urbano delle città di Trento e Rovereto, ma si contano esemplari di un certo interesse in altre aree della provincia.