L’Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ha recentemente pubblicato un rapporto su “Competitività dell'agroalimentare italiano, Check-up 2007”. Nello studio statistico Ismea viene fornito un quadro aggiornato annualmente delle tendenze economiche e dei fattori di competitività del settore agricolo e agroalimentare italiano, in confronto ai principali paesi dell’Ue a 27.

In linea generale, l'industria alimentare italiana dimostra di godere di ottima salute, mettendo a segno un recupero del valore aggiunto del 7%.  Dal 2001 al 2006, nonostante il calo rilevato l'anno scorso, la produttività del lavoro in agricoltura ha mostrato un trend positivo (+2% medio annuo). Nella nella classifica Ue per produttività, l'Italia si colloca però solo all'ottavo posto, pur risultando in testa alla graduatoria per ammontare del valore aggiunto.

Per quanto riguarda i prezzi agricoli alla produzione emerge invece un incremento pari al 6,1%, a fronte di un aumento dei costi nel 2006 del 2,7%, legato soprattutto ai rincari dei prodotti energetici e degli animali d'allevamento. Il costo del lavoro agricolo in Italia si attesta tra i più bassi nella Ue a 15 e di poco superiore alla media dei 25, mentre il carico contributivo si pone tra i livelli più elevati dell'Unione europea.

Il 2006 ha fatto emergere, infine, una leggera ripresa dei consumi alimentari, sia nella componente domestica che in quella extradomestica. Le esportazioni agroalimentari, che ammontano a 20,6 miliardi di euro, sono cresciute del 6,6%, mentre l'import è aumentato del 5,6% arrivando a sfiorare i 30 miliardi di euro. La bilancia commerciale del settore ha chiuso con un saldo negativo di 9,6 miliardi di euro, in crescita del 3,5% rispetto al 2005.