Il progetto, finanziato per circa 10 milioni di euro dalla Commissione europea nell’ambito del VI programma quadro dedicato alle “Priorità di sicurezza e di qualità dei prodotti alimentari”, ha una durata quinquennale e dal 2005 coinvolge 47 partners tra università, centri di ricerca e società private provenienti da Europa, Cina e Sud-America.
Il progetto si propone di creare modelli predittivi per l’identificazione dell’origine geografica e delle modalità di produzione degli alimenti, focalizzando l’attenzione su alcuni prodotti di origine controllata (Dop e Igp) e basandosi sull’utilizzo combinato delle più recenti metodologie nel campo della geochimica, chimica analitica, biologia molecolare, statistica e consumer science.
Il gruppo di lavoro “tracciabilità” del Dipartimento Qualità agroalimentare dell’Istituto Agrario - cresciuto sotto la guida di Giuseppe Versini ed ora coordinato per le diverse competenze dai ricercatori Federica Camin, Roberto Larcher e Giorgio Nicolini - partecipa da diversi anni a studi di questo tipo avendo acquisito una riconosciuta esperienza internazionale in numerosi progetti sia provinciali sia nazionali ed europei.
Nel progetto Trace, il gruppo dell’Istituto agrario è coinvolto nel campionamento di prodotti nazionali e nella definizione del loro profilo minerale ed isotopico. Supporta in tale attività specialistica anche altri partner europei, analizzando complessivamente circa 1000 alimenti di varia tipologia oltre a circa 800 suoli agrari ed acque superficiali dei diversi siti di produzione degli alimenti stessi. In relazione a tale significativa attività, Iasma è il quarto partner per finanziamento.
Relativamente al territorio trentino il campionamento ha interessato le zone a suoli calcarei della bassa Vallagarina, del Baldo e del Basso Sarca. Grazie anche alla fattiva collaborazione del Corpo Forestale, delle amministrazioni locali e dei singoli produttori agricoli, sono stati campionati suoli, acque superficiali, olive e relativo olio, mieli e carni d’agnello.
I primi risultati hanno evidenziato la possibilità di differenziare l’origine geografica dell’olio di oliva del Garda, del miele e dell’agnello trentino rispetto a varie aree di produzione nazionali ed europee. É stato anche ottenuto un primo modello di tracciabilità basato su informazioni chimiche e geoclimatiche di 1000 acque minerali europee, tra cui tutte quelle di origine trentina ed alto-atesina.
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