Le problematiche che riguardano i fabbisogni irrigui dell’agricoltura e il razionale utilizzo delle risorse idriche sono stati i temi al centro
dell’incontro che si è svolto a San Michele, organizzato dall’Istituto agrario in collaborazione con l’assessorato all’Agricoltura, commercio e turismo della Provincia autonoma di Trento, rivolto specificatamente a chi si occupa di acqua in agricoltura.
Si è trattato di un momento informativo dedicato agli addetti ai lavori: presidenti dei consorzi irrigui, di miglioramento fondiario, dei magazzini frutta e delle cantine sociali, per fare il punto della situazione ed offrire proposte e suggerimenti per il futuro, dato che l’andamento stagionale anomalo dell'autunno 2006 e della primavera 2007 hanno portato ad una situazione di impoverimento delle riserve idriche sia sotto forma di neve in montagna sia di livello idrico nelle falde sotterranee.
“L’agricoltura ha bisogno di acqua - ha evidenziato il presidente dell’Istituto agrario Giovanni Gius -. Se questa sarà disponibile probabilmente in quantità decrescente, è evidente come il primo soggetto interessato ad un suo utilizzo oculato e razionale sia proprio
l’agricoltore, che non può essere accusato di miopia o di spreco, almeno qui da noi, a maggior ragione se si considera il fatto che la sua attività è supportata dagli indirizzi e dai consigli dell’ente pubblico”.

Sulla stessa linea l’assessore provinciale all’Agricoltura, commercio e turismo, Tiziano Mellarini: “Condanno gli attacchi impropri di chi accusa di spreco d’acqua l’agricoltura perché se c’è una categoria attenta all’uso di questo bene prezioso sono proprio i contadini ”.
Il problema irriguo è all’attenzione della Provincia con interventi volti al miglioramento e all’innovazione degli impianti e con la realizzazione dei bacini di accumulo. Nei rispettivi interventi Mauro Fezzi e Guido Orsingher, dirigente e funzionario del Dipartimento Agricoltura e alimentazione, hanno parlato del Piano generale di utilizzazione delle acque e delle linee di indirizzo della politica provinciale sull’utilizzo della risorsa acqua ai fini agricoli, specificatamente l’adozione di sistemi irrigui ad alta efficienza (microirrigazione), il rinnovamento delle reti di adduzione, la creazione di invasi irrigui finalizzati all’accumulo dell’acqua nei momenti di maggiore disponibilità, l’installazione dei sistemi di automazione e controllo per migliorare la gestione della pratica irrigua al fine di renderla più rispondente alle esigenze agronomiche delle colture.

I ricercatori dell’Unità Agrometeorologia, climatologia e aerobiologia dell’Istituto agrario (Giambattista Toller, Emanuele Eccel, Elena Gottardini) si sono occupati dell’agricoltura trentina di fronte ai cambiamenti climatici in corso. A questo proposito in Trentino, come nel resto d’Italia e sulle Alpi, l’aumento di temperatura è stato evidentissimo negli ultimi venti anni (fino a 0,06 °C/anno). Per quanto riguarda le precipitazioni, negli ultimi trent’anni si riscontra una tendenza alla diminuzione media degli apporti, mentre le proiezioni per il futuro, anche se quantitativamente incerte, indicano che potrebbero evidenziarsi problemi di disponibilità idrica all’inizio della stagione vegetativa.  Le attività svolte ed in corso presso l’Istituto Agrario per razionalizzare l’uso dell’acqua in agricoltura sono state illustrate da Giambattista Toller.
Tra queste, la raccolta e pubblicazione in tempo reale sul web dei dati relativi a temperatura, evapotraspirazione e pioggia rilevati nelle 80 stazioni meteo gestite dall’Istituto; la messa a punto del software IRRI3 per la tenuta del bilancio idrico; la realizzazione di uno studio circa le possibilità di irrigare per mezzo di reflui civili depurati e sterilizzati riducendo i prelievi da falda e da corsi d'acqua superficiali; è stata promossa a livello nazionale una rete telematica (ArAquae) per la fornitura di dati di pioggia ed evapo-traspirazione in formato standard, destinati all'uso da parte di apparecchiature automatiche per la gestione irrigua. Ma non è tutto. L’Istituto Agrario sta sviluppando un microcontroller capace di gestire l'irrigazione facendo uso dei dati della rete ArAquae e di sensori di umidità del suolo per irrigare i vari settori in base al bilancio idrico ed un microcontroller che gestisce l'irrigazione di colture fuori suolo tramite la misura del percolato.

Inoltre Iasma partecipa con l'Università di Trento e l'Istituto Ibimet-Cnr di Bologna al Progetto per lo studio delle necessità irrigue della Valle di Non. In tale ambito è stata predisposta la “carta dei pedopaesaggi”, fondamentale documento per il miglioramento della gestione irrigua. Ultima attività, ma non importanza, la partecipazione al progetto europeo Accrete per la diffusione di informazioni sul cambiamento climatico e sulle tecniche di mitigazione.
Il problema dell’ozono troposferico legato al cambiamento climatico e dei danni sulle colture è stato illustrato da Elena Gottardini. A questo
proposito Iasma ha attivato un progetto per stimare le concentrazioni di ozono nell’aria in provincia di Trento utilizzando come “bioindicatori” le piante di tabacco.

Maurizio Bottura e Tommaso Pantezzi del Centro per l’assistenza tecnica hanno illustrato gli aspetti agronomici, fisiologici ed impiantistici per la migliore gestione dell’acqua in condizioni di limitate disponibilità.
Per quanto riguarda il melo la gestione razionale dell’irrigazione si basa innanzitutto sulla possibilità di monitorare lo stato idrico del frutteto, calcolando correttamente il bilancio idrico attraverso la valutazione dell’evapotraspirazione e il contenuto di acqua nel terreno. La vite, rispetto al melo, ha esigenze idriche minori, ma per entrambe le colture l’indicazione è quella di puntare sulla microirrigazione, in particolare sull’impianto a goccia, perché consente di ridurre l’utilizzo di acqua e allo stesso tempo garantire risultati produttivi e qualitativi interessanti.