Prezzi in calo per gli oli di oliva sui mercati nazionali. L’analisi settimanale dell’Ismea, Istituto nazionale per il mercato agricolo alimentare, basata sulle rilevazioni nelle principali piazze italiane, rivela una forte stagnazione degli scambi causata da una domanda in flessione soprattutto al Sud Italia, dove le quotazioni franco frantoio hanno registrato diffuse riduzioni. I cali più evidenti, sia per gli extravergini che per gli oli lampanti, si rilevano in Calabria dove i ribassi, rispetto a fine aprile, sono risultati di oltre il 3%. Meno marcate le correzioni in Puglia, con flessioni settimanali dello 0,9% a Bari e dello 0,7% nelle province di Taranto e Lecce. Il prezzo medio nazionale degli oli di oliva extravergini è sceso, secondo i calcoli dell’Ismea, a 3,12 euro al chilo registrando una riduzione dell’1% in una settimana e del 21,5% rispetto all’anno scorso. Per gli oli vergini e i lampanti il calo su base annua ha invece sfiorato il 26%.
Anche all’estero il mercato rivela un andamento negativo dei prezzi. In Spagna, primo produttore europeo e mondiale, gli oli extravergini, quotati a meno di 2,60 euro al chilo, hanno accusato in una settimana perdite tra il 2 e il 3 per cento. Rispetto al maggio del 2006 i listini risultano inferiori di circa il 24%.
La situazione è in forte peggioramento, infine, anche in Grecia. A preoccupare gli operatori sono le previsioni di un abbondante raccolto 2007 di olive e l’attuale fase di forte stagnazione della domanda. La pressione dell’offerta, soprattutto di oli di maggiore qualità, ha trascinato i prezzi al ribasso. I valori attuali, - comunica l’Ismea - che per gli extravergini si aggirano sui 2,75 euro al chilo, registrano su base annua un calo di circa il 24%.