È un mercato dei suini a due facce quello registrato in agosto nelle analisi del Crefis, il Centro per le Ricerche Economiche sulle Filiere Sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.

L'indice di redditività segna ancora una volta un aumento per gli allevamenti a ciclo chiuso e da ingrasso, mentre sono in sofferenza gli allevamenti che producono soggetti da rimonta e ristallo.

Con ripercussioni a valle su tutta la filiera della carne suina. Sono anche questi gli esiti dell'emergenza sanitaria targata peste suina africana, che sta modificando i normali cicli di mercato del settore.

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Il ciclo chiuso

Ma andiamo con ordine, osservando l'andamento dell'indice di redditività Crefis per il ciclo chiuso, che in agosto segna +7,8% a livello congiunturale e a livello tendenziale +8,6%; un andamento determinato sia dalla diminuzione dei costi delle materie prime per l'alimentazione che dall'incremento delle quotazioni dei suini da macello pesanti destinati al circuito tutelato.

Queste ultime, ad agosto, hanno guadagnato il 7,6% su luglio attestandosi a 2,075 euro/chilogrammo (negativa la variazione tendenziale pari a -9%).

 

Il ciclo aperto

Positiva anche la variazione dell'indice di redditività della fase di ingrasso (+5,5% su base mensile), determinata dall'incremento dei prezzi dei suini da macello pesanti che ha compensato i maggiori costi per l'approvvigionamento dei capi da 40 chilogrammi a inizio ciclo produttivo.

 

Ad agosto continua la flessione della redditività della fase di scrofaia (-4,3% mese su mese) trascinata al ribasso dalla diminuzione delle quotazioni dei capi da allevamento da 7 chilogrammi che, nel mese preso in esame, hanno perso il 4,2% rispetto a luglio fermandosi a 72,963 euro/capo (+3,6% la variazione tendenziale).

Sempre per la fase di scrofaia resta però favorevole il raffronto con la redditività del 2023 (+12,4%).

 

Negativa anche la redditività della fase di svezzamento che ad agosto è diminuita del 5,4% rispetto al mese precedente (-18,3% pure il dato tendenziale) condizionata dal calo dei prezzi dei suini da allevamento da 40 chilogrammi che, sempre in agosto, hanno perso il 7,9% rispetto al mese precedente attestandosi a 3,284 euro/chilogrammo (-12,7% anche la variazione tendenziale).

 

I macelli

Per quanto riguarda la redditività del comparto della macellazione in agosto si assiste a una nuova lieve flessione (-0,1%) dovuta all'aumento delle quotazioni dei suini da macello pesanti e nonostante la ripresa dei prezzi di alcuni tagli di carne fresca. Resta positivo il raffronto tendenziale, pari a +10,5%.

 

Come accennato, le quotazioni dei lombi in agosto sono tornate a crescere: per il Taglio Padova l'incremento rispetto a luglio è stato del 19,5%, per un valore di 5,020 euro/chilogrammo, mentre il Taglio Bologna guadagna il 14% mese su mese, per un valore di 4,560 euro/chilogrammo.

Anche le variazioni tendenziali risultano positive e rispettivamente pari a +5,7% e +0,8%, a indicare che i prezzi sono stati più alti non solo per ragioni di stagionalità.

 

In aumento in agosto anche le quotazioni delle cosce fresche pesanti che per la tipologia destinata al prodotto Dop hanno raggiunto i 5,958 euro/chilogrammo (+2,5% rispetto a luglio), mentre per la tipologia destinata al prodotto non tutelato si registra un incremento mensile del 3% per un valore di 4,724 euro/chilogrammo.

Negative, invece, le variazioni tendenziali per entrambe le tipologie (rispettivamente del -2,6% e del -8,1%).

 

La stagionatura

Ancora stabile ad agosto il mercato dei prodotti stagionati, con il prezzo del Prosciutto di Parma 12 mesi fermo a 10,400 euro/chilogrammo; ciò evidenzia una variazione tendenziale pari a -2,8%.

Anche il prodotto generico della tipologia pesante mostra un prezzo invariato a 8,600 euro/chilogrammo, ma con una variazione tendenziale positiva (+1,2%).

 

Differenziata la situazione della redditività che, sempre nel mese di agosto, per il prodotto pesante tutelato stagionato 12 mesi risulta in calo dello 0,1% su base mensile e del 10,5% su base tendenziale; mentre per il prosciutto generico della tipologia pesante mostra un indice Crefis in aumento sia su base congiunturale (+1,6%) che su base tendenziale (+2,3%).

 

A favorire la redditività dei prosciutti non tutelati rispetto al prodotto Dop, stante la stabilità dei prezzi di entrambe le tipologie di prosciutto, è stato l'andamento dei costi delle cosce fresche a inizio stagionatura: con quotazioni relativamente elevate per il prodotto tutelato e basse per quello generico.
Conseguentemente all'andamento della redditività e dopo parecchio tempo in cui la situazione si è mostrata a favore dei prodotti Dop, ad agosto il differenziale di redditività tra le due tipologie di prosciutti risulta a favore del prodotto non tutelato (-1,9%), con un'inversione decisamente preoccupante.