Partiamo da un dato fondamentale: la maggior parte degli incendi boschivi in Italia è di origine dolosa. Quindi la prima e miglior prevenzione è quella di non dar fuoco ai boschi.

 

In ogni caso la gestione del territorio è fondamentale per ridurre i rischi di innesco e di propagazione del fuoco o per facilitare le operazioni di spegnimento e limitare i danni.

 

E in quest'ambito dal Lazio arriva un progetto interessante che mette insieme gestione del territorio e valorizzazione di una specie autoctona a rischio di estinzione.

 

L'Università degli Studi della Tuscia di Viterbo infatti ha portato avanti uno studio, finanziato dall'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura del Lazio (Arsial) e coordinato dal professor Bruno Ronchi, per valutare se e come il pony di Esperia possa contribuire ad una corretta e efficace gestione di particolari territori proprio per ridurre i rischi di incendio.

 

Il pony di Esperia è una razza autoctona del Lazio, iscritta nel registro volontario regionale delle razze a rischio di erosione genetica e nell'elenco nazionale delle razze equine a rischio estinzione.

 

Una razza da tutelare quindi, ma che presenta anche delle caratteristiche interessanti: una spiccata rusticità e la capacità di alimentarsi anche con piante di scarso valore nutrizionale e poco appetite da altre specie domestiche.

 

L'idea quindi è stata quella di valutare come questo Pony può gestire la vegetazione di particolari territori, che nello specifico sono stati quelli di Monte Grande e dei Monti Ausoni e Aurunici, tra le province di Latina e Frosinone.

 

Nello studio è stata valutata la capacità del pony di pascolare soprattutto una specie particolare, Ampelodesmos mauritanicus, una pianta erbacea arbustiva, tipica di zone semi aride, poco appetita dagli animali e che può costituire ad un elevato rischio di innesco e di propagazione del fuoco.

 

E i risultati sono stati interessanti, dal momento che il pony di Esperia ha mostrato una buona capacità di pascolamento di questa pianta, permettendo anche una adeguata conservazione di specie di interesse naturalistico, come ad esempio alcune orchidee selvatiche in zone incolte, e potendo essere usato anche in pascolamenti in successione con bovini.

 

Risultati che mostrano come la tutela del territorio e delle razze autoctone possano valorizzarsi a vicenda e che saranno presentati anche al congresso internazionale dell'Eaap, la Federazione Europea di Zootecnia, che si terrà a settembre in Portogallo.

 

Per maggiori informazioni scarica il riassunto del lavoro che sarà presentato in Portogallo.