"Sgombriamo il campo da alcune errate convinzioni. Le risorse della Politica Agricola Comune per il periodo 2021 - 2027 ci sono e sono sostanzialmente le stesse del periodo precedente. l'Italia disporrà di 52 miliardi di euro e il rischio di tagli importanti, proposti in passato, è stato scongiurato. Inoltre, grazie ai sostegni del Next Generation Ue, che ha messo in campo dieci miliardi di euro in più, anche nel periodo transitorio che ci separa dall'avvio della nuova Pac, il pacchetto di misure sarà analogo a quello precedente".

Ha esordito così l'europarlamentare Paolo De Castro intervenendo alla 52esima assemblea di Uniceb, l'Unione Italiana Filiera delle Carni presieduta da Carlo Siciliani.
Da Bruxelles arriva pertanto una parziale risposta alle preoccupazioni che gravano sul settore e che Clara Fossato, segretario generale di Uniceb, ha elencato introducendo i lavori, ricordando in particolare la sfida ambientale e quella economica che attende il settore.


Attenti a Roma

Se da una parte si conferma che il budget europeo destinato all'agricoltura non subirà drastici tagli, dall'altra occorre tener conto di alcune criticità che non riguardano Bruxelles, bensì Roma.
L'Italia, come ha ricordato De Castro, è in forte ritardo nell'attuare il processo di convergenza interna, da completare entro il 2027 e che potrebbe avere, se non si presterà attenzione, un impatto importante proprio per la zootecnia.

Il termine convergenza indica la volontà di eliminare alcune distorsioni conseguenti alle politiche di disaccoppiamento che hanno slegato gli aiuti comunitari alla produzione.
Con il risultato di una forte difformità fra gli aiuti percepiti dagli agricoltori anche di una stessa area.
Ci sono cinque anni di tempo per rimettere in equilibrio i sostegni comunitari, un periodo che va utilizzato per una trasformazione graduale, riducendone l'impatto con un uso mirato degli ecoschemi, da indirizzare verso le attività zootecniche, che potrebbero essere altrimenti le più penalizzate.


Ocm, nuove opportunità

Inevitabile che questa riformulazione degli aiuti toglierà risorse ad alcuni agricoltori per avvantaggiarne altri, altrimenti penalizzati mantenendo le regole precedenti.
Il danno, se tale lo si può definire, potrà trovare sollievo da un'altra importante novità della riforma Pac, che allarga le Organizzazioni di mercato (Ocm) a tutti i comparti agricoli, come già ne esistono per vino e ortofrutta.
Esempi di gestioni collettive che consentono buoni risultati economici non mancano e le Ocm dovrebbero essere estese alle carni, al settore suino, oggi in forte sofferenza, e al lattiero caseario


Lo scenario

Intanto il mondo degli allevamenti deve fare i conti con gli aumenti dei costi di produzione conseguenti alle tensioni sui mercati delle materie prime, dal mais alla soia, all'energia.
Solo in parte compensati dall'aumento dei prezzi all'origine, come ricordato nell'intervento di Maria Chiara Zaganelli direttore generale di Ismea, l'istituto di servizi per il mercato agricolo.
Ma con una difformità che colpisce in particolare il comparto suino, alle prese con un calo dei consumi conseguente anche a campagne mediatiche denigratorie.
Una crisi, quella della suinicoltura, acuita dalle turbolenze sui mercati internazionali per il progressivo minore assorbimento di carni suine da parte della Cina, intenzionata a coprire il suo fabbisogno con la produzione interna.
In passato una campagna di promozione affidata a Ismea ha dato esiti interessanti. Un'esperienza che potrebbe essere utilmente riproposta per dare slancio al mercato e per contrastare le troppe fandonie tese a screditare la carne in favore delle preparazioni iperprocessate a base vegetale o le recenti proposte di "simil carne" ottenuta con processi di sintesi. 


Pensando al Pnrr

Non è nemmeno normale, afferma Francesco Saverio Abate, capo dipartimento al ministero per le Politiche agricole, che mentre si demonizza la carne e si promuove quella sintetica si facciano al contempo pressioni per introdurre il Nutriscore, il sistema di etichettatura a semaforo che penalizza molti prodotti della dieta mediterranea.
È tempo, ha sostenuto Abate nel suo intervento all'assemblea di Uniceb, che la politica rimetta l'agricoltura al centro del dibattito.
Lo si dovrebbe fare anche quando si parla del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che però non dedica all'agricoltura l'attenzione che meriterebbe.

C'è tuttavia uno spazio di manovra che coinvolge il mondo agricolo quando si parla di rivoluzione verde e transizione ecologica.
Alcuni capitoli, come quello della logistica, coinvolgono da vicino il settore primario e per recuperare il ritardo accumulato in questo settore ci sono a disposizione 800 milioni di euro.
Poi le energie rinnovabili con 1,5 miliardi per il fotovoltaico (quello sui fabbricati, non quello a terra), comprendendo non solo le attrezzature specifiche, ma anche le opere necessarie alle installazioni e al recupero edilizio.
Anche l'aggiornamento delle macchine agricole potrà usufruire di sostegni per 500 milioni di euro e altre risorse sono destinate al sistema irriguo e ai contratti di filiera. 


Le richieste

Fra queste opportunità destinate al mondo agricolo, ha ricordato Clara Fossato in conclusione dell'assemblea di Uniceb, si spera possa esserci spazio per una campagna di promozione della carne.
Necessaria non solo per stimolare il mercato, ma anche per contrastare le troppe fandonie tese a demonizzare i prodotti della zootecnia.