Dalla ricetta veterinaria elettronica, di cui abbiamo parlato in questo articolo, fino al monitoraggio degli animali, passando per il conferimento del latte e il controllo dei prodotti finiti nel viaggio verso la Gdo, il digitale ha cambiato il modo di lavorare degli attori della filiera.
L'Osservatorio Smart AgriFood, di cui Image Line è partner, ha organizzato un evento dedicato proprio a questi aspetti durante le Fiere zootecniche internazionali di Cremona. Un momento di confronto con gli operatori del settore che, nolenti o volenti, spesso si trovano ad avere a che fare con queste tematiche.
Digitale sì, ma perché?
Prima di andare ad analizzare alcuni casi pratici bisogna chiedersi quali sono le motivazioni che spingono uno o più attori della filiera ad introdurre tecnologie digitali di tracciabilità. I motivi sono vari. Ad esempio avere una idea chiara dei processi produttivi e poter quindi intervenire per migliorarli, eliminando sprechi ed inefficienze.Facilitare il ritiro di prodotti non corrispondenti agli standard di qualità o igienico-sanitari. Migliorare la programmazione delle produzioni e certificare la corrispondenza di quanto dichiarato da un fornitore alla realtà. E proprio su questo ultimo punto si è focalizzata l'attenzione dell'Osservatorio.
Digitale e alimentazione animale
I disciplinari di produzione impongono alle aziende zootecniche regole rigide sulla tipologia di alimentazione delle bovine, poiché la qualità del latte (e quindi del formaggio) dipende in primo luogo da ciò che le vacche mangiano.Il mancato rispetto dei disciplinari ha ripercussioni pesanti per ogni attore della filiera. È dunque interesse di tutti assicurare che mangimifici, stalle e caseifici rispettino sulla carta e in pratica quanto viene richiesto.
Esistono due metodi di verifica della filiera che un caseificio può adottare. Un metodo che si basa su bolle e cartellini, quindi prettamente cartaceo. Oppure reale, fatto di sopralluoghi e analisi in stalla. Il primo offre bassi margini di sicurezza, ma è economico. Il secondo l'esatto contrario.
C'è però una terza via, resa possibile dal digitale. La creazione di un sistema di raccolta dati web in cui ogni attore della filiera inserisce le informazioni che gli competono, immediatamente verificabili e consultabili dagli altri soggetti.
Un sistema che secondo l'Osservatorio Smart AgriFood potrebbe generare risparmi per 64mila euro per un caseificio ipotetico che abbia cento allevamenti conferenti, che ogni anno gestiscono 5mila consegne dai mangimifici. Mentre i risparmi raggiungerebbero quota 3 milioni di euro nel caso del Consorzio di tutela del Grana Padano, che conta 4.142 conferitori e 128 caseifici di trasformazione, a cui si aggiungono oltre cinquanta fornitori di mangimi e vari altri attori.
Scenario esteso = completa digitalizzazione. Scenario evoluto = permane la stampa dei documenti
Ma come funzionerebbe lo strumento? Lo schema di seguito descrive in maniera chiara il passaggio di documenti tra mangimifici, stalle e caseifici. Oggi il mangimificio consegna la merce accompagnata da un Documento di trasporto (Ddt) e dai Cartellini dei mangimi. L'allevamento a sua volta compila il Modulo azioni che consegna mensilmente al caseificio di riferimento. Il caseificio raccoglie tutti i moduli dai vari allevamenti ed effettua delle ispezioni. Ad ogni passaggio di carta ogni soggetto trattiene e conserva copia dei documenti per controlli futuri.
Il processo oltre che essere farraginoso, è dispendioso e permeabile ad errori umani (ad esempio di trascrizione) e manipolazione dei dati.
La soluzione valutata dall'Osservatorio consiste nella creazione di un portale web in cui ogni soggetto della filiera carica online i documenti che gli competono. Ad ogni nuovo file tutti gli attori possono visualizzare i dati in tempo reale e confermarli. In questo modo si scoraggiano le frodi e si semplifica il lavoro amministrativo.
Creare ecosistemi digitali
La creazione di un portale web per la tracciabilità dei mangimi genererebbe risparmi considerevoli, ma che sarebbero ancora più interessanti se i dati fossero messi 'a sistema'. Resi cioè disponibili per tutti gli attori della filiera e integrati con altri dati, come quelli della ricetta veterinaria elettronica, della logistica, della Pubblica amministrazione e così via.Si pensi ad esempio ad un lotto di formaggio fresco che viene rifiutato perché non conforme. Tracciando il suo percorso dallo stabilimento al supermercato sarebbe possibile verificare se ci sono stati problemi, come innalzamenti di temperatura. Ma si potrebbe anche risalire allo stabilimento di produzione e poi su fino alla stalla e alla azienda mangimistica.
Il caso di Zoogamma
Nel campo della logistica è interessante il caso di Zoogamma, azienda di Brescia che produce mangimi. Per gestire lo scarico dei mezzi carichi di siero di latte proveniente dai caseifici ed evitare attese nel piazzale, l'azienda ha sviluppato Zooapp. Una app che si compone di due moduli, uno per gli autisti e uno per gli operatori dello stabilimento.Una soluzione di condivisione dati che ha permesso di gestire il flusso dei mezzi in arrivo ed evitare attese al di fuori dello stabilimento. Razionalizzare le attese all'interno del piazzale, aumentare la sicurezza del personale e digitalizzare gli scambi informativi tra Zoogamma e i suoi fornitori.
I prossimi appuntamenti dell'Osservatorio Smart AgriFood:
17/12/2019 - Startup Smart AgriFood: trend e business model emergenti nello scenario internazionale
13/03/2020 - Agricoltura 4.0: domanda e offerta a confronto
23/03/2020 - Il ruolo dei dati nell'agricoltura 4.0