Elevati livelli di biosicurezza negli allevamenti suinicoli, uniti a un management ottimale, consentono di avere animali più sani con un minor uso di antibiotici.

Partendo da questo concetto è stato avviato il Gruppo operativo per l'innovazione (Goi) Antibiotic-Free - Riduzione dell'impiego di antibiotici nell'allevamento del suino pesante: effetti produttivi e qualitativi, realizzato nell'ambito della misura 16 del Psr 2014-2020 della Regione Emilia Romagna.

Il progetto coinvolge dieci allevamenti suinicoli emiliano romagnoli e prevede la verifica degli effetti di riduzione dell'uso di antibiotici sulle prestazioni produttive dell'allevamento e sulla qualità di carcasse e carni prodotte, attraverso il monitoraggio dei principali dati produttivi aziendali (sanità, mortalità, consumi alimentari, resa del mangime) e qualitativi al macello (% carne magra, resa di macellazione) e della carne. Al macello si prevedono, inoltre, rilievi anatomo-patologici per la diagnosi di patologie degli apparati respiratorio e gastroenterico e per la formulazione di strategie di profilassi e/o di terapie mirate.

Il progetto ha portato alla formulazione di rapporti di feedback personalizzati per singolo allevamento, comprensivi di verifica ex ante ed ex post dell'uso aziendale di antibiotico, del rischio di biosicurezza e delle condizioni di benessere animale.

L'analisi ex ante dei consumi complessivi di antibiotici nei dieci allevamenti partner per le categorie scrofa, lattonzolo, suinetto in post svezzamento e suino grasso confrontati con quelli medi registrati nel 2017 in trenta allevamenti emiliano romagnoli (Goi Suini Antibiotic-Free già concluso) ha evidenziato che i consumi risultano inferiori rispetto alla media degli altri trenta allevamenti, salvo per la categoria suinetti in post svezzamento.

Per la biosicurezza è stato adottato il protocollo BioCheck.UGent: dall'analisi dei punteggi totali (biosicurezza interna più biosicurezza esterna) di ciascun allevamento, confrontati con il loro valore medio e con la media di tutti gli allevamenti italiani che hanno utilizzato il protocollo BioCheck.UGent, emerge che il livello di biosicurezza dei dieci allevamenti partner è inferiore, in media, a quello del più ampio campione di allevamenti italiani.

Dal punto di vista del benessere dei suini, analizzato con l'Iba (Indice di benessere allevamento sviluppato dal Crpa), gli allevamenti da riproduzione monitorati hanno evidenziato in media una minore potenzialità a garantire ai suini buone condizioni di benessere rispetto alla media del campione regionale; in quelli da ingrasso, invece, il livello è mediamente superiore.

Sulla base dei dati raccolti, sono stati predisposti dei piani aziendali di riduzione dell'uso di antibiotici e di miglioramento della biosicurezza e del benessere animale. Dopo un anno di attuazione verrà valutata la loro validità in termini di efficienza, fattibilità e sostenibilità economica (analisi costi-benefici).

Contatto per informazioni: p.ferrari@crpa.it

Tabella
Clicca sull'immagine per ingrandirla
 
Le innovazioni della misura 16 del Psr
Piccoli progetti che cambiano dal basso l'agricoltura italiana

Questo articolo fa parte delle collezioni: