Iniziamo con qualche dato, riferito alla realtà italiana: negli allevamenti da latte in cui le vacche sono tenute su grigliato (e i pareggi vengono effettuati "spot"), soltanto il 15% delle bovine hanno entrambi i posteriori sani. Nelle stalle su lettiera permanente, gli animali esenti da problemi podali ai posteriori arrivano mediamente al 45%. Una percentuale comunque non esaltante: il 55% soffre di patologie podali conclamate. Le forme più diffuse in Italia? Sulla popolazione esaminata sono queste: dermatite digitale (40%), laminite (35%), ulcera della suola (20%), malattia della linea bianca (15%) e flemmone digitale (4%). Da notare il fatto che non è raro che queste patologie si presentino in associazione, cioè che una bovina soffra contemporaneamente di più patologie podali.

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Dunque, stando a queste statistiche pubblicate in uno studio (Tarantino e coll., 2011) e raccolte in anni di lavoro da un team di cinque buiatri operativi da Nord a Sud dello Stivale (leggi qui e qui), non è un azzardo affermare che nella nostra realtà zootecnica le malattie del piede sono, purtroppo, all'ordine del giorno. A supporto di tale affermazione ci sono altri due dati, suggeriti dalla bibliografia, che evidenziano come le nostre bovine trascorrano troppo tempo in piedi (e dunque siano fortemente esposte al rischio di patologie podali): primo, il 20% dei nostri allevamenti da latte è sovraffollato, nel senso che il numero delle vacche è superiore al numero dei posti in cuccetta; due, le nostre vacche riposano mediamente per undici-dodici ore al giorno, contro le quattordici ore indicate come ottimali.

Una pavimentazione regolare e con il giusto grip favorisce la salute del piede
Una pavimentazione regolare e con il giusto grip favorisce la salute del piede


Il valore del benessere

Di qui il primo messaggio lanciato forte e chiaro agli allevatori che hanno frequentato il corso Set Up Farm sulle patologie podali, recentemente tenuto dal veterinario podologo Stefano Tarantino e da Marzio Miodini: quanto può fruttare, proprio in termini di "vil moneta", creare le condizioni affinché le vacche riposino per almeno quattordici ore al giorno? Considerato che ogni ora di riposo in più vale 1,7 litri in più per vacca al giorno, in un allevamento di cento vacche, per ogni ora in più di riposo quotidiano, l'allevatore si mette in tasca la bellezza di circa 9mila euro all'anno. E quanto costa creare queste condizioni di benessere? Il più delle volte pochi euro: basta rendere più comode le cuccette arretrando (o al limite eliminando) il tubo educatore, ed evitare con cura le condizioni di sovraffollamento. Una cuccetta per vacca.

L'allevatore deve avere dimestichezza con il locomotion score per decidere di intervenire il più precocemente possibile
L'allevatore deve avere dimestichezza con il locomotion
score per decidere di intervenire il più precocemente possibile


Conoscenze da acquisire

Sempre a proposito di malattie podali, cos'altro deve conoscere un bravo allevatore? Non certo sapere come trattarle: per una diagnosi e una corretta terapia delle diverse forme patologiche è indispensabile l'intervento dello specialista. A cui è bene affidare anche l'impostazione dei bagni podali e la realizzazione del pareggio funzionale: per un trimming a regola d'arte ci vogliono mani esperte e un'adeguata attrezzatura. Semmai è bene che l'allevatore abbia dimestichezza con il locomotion score: l'intervento del podologo è da richiedere quando le vacche sono ancora collocabili tra un punteggio di uno e due (su una scala di cinque), non più tardi.

E' importante collaborare con il podologo anche per creargli un'adeguata area di lavoro
E' importante collaborare con il podologo anche per creargli un'adeguata area di lavoro

"Secondo la nostra esperienza - ha infatti affermato Tarantino - una bovina loco 3 resta in stalla, nella media, per non più di sei-otto mesi. In questo caso la riforma è dovuta a riacutizzazione o cronicizzazione del processo iniziale, o, come talvolta è stato possibile osservare, per scarsa produzione o turbe riproduttive". Parimenti importante è che nel bagaglio culturale del "farm manager" ci sia la propensione a valutare correttamente i vantaggi economici conseguenti a una prevenzione sistematica delle patologie podali: le opportunità create sono decisamente superiori ai costi.

A questo proposito riproponiamo alcune delle cifre evidenziate durante il corso Set Up Farm (Tabella 1): l'intervento programmato del podologo per un pareggio a tappeto eseguito almeno due volte all'anno può costarvi, annualmente e a forfait, 3.500 euro ogni cento vacche. Una cifra che, quando si passa dall'intervento spot a una prevenzione sistematica, viene coperta dal miglioramento della salute podale di mandria: come si vede dalla Tabella, in condizioni di doppio pareggio gli animali slittano progressivamente verso una condizione di "loco 1", e ciò comporta una significativa riduzione dei costi gestionali.

Tabella 1
(Clicca sull'immagine per ingrandirla)

A mettere abbondantemente in positivo il bilancio del doppio pareggio ci sono però le migliorate performance produttive di mandria e il mancato danno della riforma obbligata, ovvero l'allungamento della carriera media delle lattifere (che sono anche le due vere cartine di tornasole del lavoro di un bravo podologo). Si pensi che in condizioni di locomotion score 4 la produzione lattea giornaliera è all'83% del potenziale, e a un locomotion score pari a 3 si attesta su un 95%.
Ebbene, su cento vacche il beneficio del doppio pareggio a tappeto può dunque valere, in termini reddituali e a seconda della situazione sanitaria di partenza, dai 15mila ai 60mila euro all'anno rispettivamente per la condizione migliore e peggiore. Cifre a cui, di questi tempi, è bene dedicare più che una riflessione.

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di Alessandro Amadei