Manca solo una manciata di settimane al primo gennaio 2013, poco più di sei mesi, e scatteranno anche per gli allevamenti di suini le nuove norme in tema di benessere animale. Un analogo provvedimento è entrato in vigore a inizio anno per le galline ovaiole, ma ci siamo fatti trovare impreparati. E la stessa cosa potrebbe ora ripetersi per i suini. Inutile sperare in un rinvio. Come per le galline, anche per i suini non ci saranno deroghe e ripensamenti. Lo ha ripetuto ad ogni occasione il commissario europeo per Salute John Dalli. Dunque per chi ancora non lo ha fatto, meglio mettersi di buona lena al lavoro per aggiornare le porcilaie in base ai dettati del D.lgs 122 del 7 luglio 2011. E' questo solo uno degli ultimi atti normativi con i quali lìItalia ha recepito le direttive comunitarie per il benessere dei suini emanate da Bruxelles a più riprese, a iniziare dal lontano 1991 (91/630/CEE). Ma è con la direttiva del 2008 (2008/120/CE) che si è entrati nel “vivo” della materia, stabilendo le norme minime alle quali gli allevamenti devono fare riferimento. Vediamole in sintesi

 

Cosa cambia

Le novità più importanti riguardano i reparti di riproduzione con il divieto di utilizzare gli “attacchi” (una sorta di cintura ancorata al terreno, il cui uso è poco diffuso) e con l'abolizione delle gabbie singole. Le scrofe e le scrofette devono essere allevate in gruppo nel periodo compreso tra le quattro settimane dopo la fecondazione e una settimana prima della data prevista per il parto.

Superfici libere a disposizione di ciascun suinetto o suino all'ingrasso allevato in gruppo
metri quadrati peso vivo kg
0,15 10 o inferiore
0,20 da 10 a 20
0,30 da 20 a 30
0,40 da 30 a 50
0,55 da 50 a 85
0,65 da 85 a 110
1,00 oltre 110

Da questo vincolo sono esonerati gli allevamenti con meno di dieci scrofe, cioè i piccoli allevamenti a carattere famigliare. Il legislatore ha poi indicato le misure dei recinti che devono avere lati di oltre 2,8 metri e prevedere una superficie di 2,25 metri quadrati per ogni scrofa e 1,64 per ogni scrofetta. E se il gruppo è composto da meno di sei animali la superficie aumenta del 10%. Spariscono poi le gabbie parto così come le conosciamo oggi, sostituite da stalli nei quali l'animale possa muoversi liberamente. Dietro all'animale deve essere prevista una zona libera che renda agevole il parto e infine va collocata una sbarra che funga da protezione per i lattonzoli. Addio poi allo svezzamento precoce, i suinetti dovranno restare con la madre sino ai 28 giorni di età. Salvo scendere a tre settimane qualora i suinetti siano trasferiti in impianti specializzati.

 

Pavimenti e misure

Dalle gabbie l'attenzione del legislatore si è spostata ai pavimenti, prevedendo che ogni scrofa gravida abbia a disposizione 1,3 metri quadrati di pavimento pieno. Dettagliate le indicazioni che riguardano i pavimenti fessurati, dove le aperture vanno differenziate in funzione degli animali che vi sono allevati, partendo da un massimo di 11 millimetri per i lattonzoli sino ad un massimo di 20 millimetri per le scrofette. Di conseguenza sono previsti vincoli per l'ampiezza minima dei travetti, che vanno dai 50 millimetri per i lattonzoli sino ad 80 millimetri per i suini all'ingrasso.

 

Ampiezza massima delle aperture nei pavimenti fessurati
misura (mm) categoria
11 lattonzoli
14 suinetti
18 suini all'ingrasso
20

scrofette

Attenti alle zuffe

Fra le mille pieghe del provvedimento legislativo, che si sofferma anche sulle attività “ludiche” degli animali, figurano molti altri dettagli, che vanno dalla somministrazione degli alimenti agli accorgimenti da adottare per evitare zuffe fra gli animali in gruppo. E non poteva mancare un riferimento ad alcune pratiche assai diffuse, come il taglio degli incisivi o la castrazione. Sugli incisivi si può intervenire entro la prima settimana di vita, purché non si tratti di operazioni di “routine”, ma comprovate dalla presenza di ferite ai capezzoli delle scrofe. Analogo discorso viene fatto per il mozzamento della coda (altrimenti facile preda di atti di cannibalismo fra gli animali). Distinguere fra “routine” e interventi indispensabili non sarà però così immediato e c'è da scommettere che si apriranno molti contenziosi fra allevatori e autorità sanitarie.

 

Gli sgarra paga

Non manca un capitolo dedicato alle sanzioni per chi non sta alle regole, con multe che vanno da 1550 euro a 9296 euro. Per verificare il rispetto delle norme è previsto un calendario di ispezioni che ogni anno riguarderà un campione significativo di allevamenti. Entro il 30 giugno di ogni anno il ministero della Salute dovrà poi presentare alla Commissione una relazione sull'esito di queste ispezioni.

 

Niente deroghe

Per gli allevamenti di suini sorti dopo il 2004, quando norme analoghe erano già in vigore, non ci saranno problemi. Le loro strutture sono già in linea con i dettami sul benessere dei suini. Ma si tratta di una minoranza assai esigua. Stretti da un mercato in perenne difficoltà, sono assai di più gli allevamenti che hanno chiuso i battenti piuttosto che quelli sorti ex novo. E gli altri, quelli rimasti in attività, non hanno certo potuto attingere a margini di guadagno sufficienti a “rivoluzionare” gli allevamenti seguendo i dettami delle norme sul benessere. Con o senza soldi in tasca, i suinicoltori dovranno comunque adeguarsi entro il primo gennaio 2013, perché deroghe, come detto, non ce ne saranno.

 

Il sondaggio di Anas

Per monitorare la situazione l'associazione dei suinicoltori (Anas), ha aperto un sondaggio on line sul proprio sito. Gli allevatori potranno in forma anonima inserire le informazioni sullo stato di adeguamento del loro allevamento. Gli esiti del sondaggio, e si spera in una larga partecipazione, saranno utili per verificare la reale situazione dei nostri allevamenti.