Si chiama PNBA, sigla che sta per Piano nazionale benessere animale, uno strumento operativo per verificare la corretta applicazione delle numerose norme che a livello nazionale e comunitario regolano il welfare negli allevamenti intensivi.

In Italia l'attenzione sulla protezione degli animali allevati si è concentrata  sino ad oggi prevalentemente su suini, vitelli e galline ovaiole. Ed è nei confronti di questi allevamenti che sono stati sinora attuati i controlli previsti dalle normative, controllo, è bene sottolinearlo, affidati esclusivamente ai medici veterinari.

 

In vigore da gennaio

Con il primo gennaio del 2008 è divenuto operativo quanto stabilito dalla decisione Ue 778/2006 secondo la quale le ispezioni debbono riguardare tutte le specie d’allevamento che rientrano nel campo di applicazione della direttiva 98/58/CE e non solo vitelli, suini e galline ovaiole. Nasce così il Pnba, la cui finalità è anche quella di  rendere uniformi le modalità di esecuzione e la programmazione dei controlli.

Come sottolineato dallo stesso ministero della Salute, I Veterinari ufficiali, oltre a garantire attraverso i controlli che gli allevatori osservino le disposizioni vigenti, svolgono un importante compito “formativo” nei confronti degli allevatori stessi. Attraverso il Pnba si favorirà infatti l'applicazione delle "buone pratiche di allevamento" e dove sarà possibile anche l'applicazione dei "piani di autocontrollo aziendale" che contemplano il rispetto dei parametri di benessere animale. Se al Veterinario aziendale spetta il compito di referente e di interlocutore ideale nei confronti del Veterinario Ufficiale, va ricordato che la responsabilità dell’applicazione delle norme di benessere animale ricade, in ogni caso, sull’allevatore.

 

La prima fase

Il Piano prenderà il via in forma sperimentale in questi ultimi mesi del 2008, per poi divenire definitivamente operativo con il prossimo anno. Particolarmente intensa la "tabella di marcia" per la programmazione dei controlli presso le aziende che prevedono il coinvolgimento praticamente di tutte le specie animali di interesse zootecnico. Si va dai pesci agli struzzi, dai conigli alle pecore, con precise percentuali di controllo da effettuarsi nelle diverse aree di competenza delle Usl. Al termine dell'ispezione viene redatto un documento nel quale sono descritte con dettaglio le condizioni di allevamento e nel caso di non conformità viene comminata una sanzione amministrativa, che nei casi più gravi può avere carattere penale.

 

Relazione annuale

Tutti i casi di non conformità vanno raccolti per realizzare una relazione annuale da trasmettere alla Commissione europea entro il 30 giugno di ogni anno. I dati di questa relazione saranno anche resi pubblici attraverso il Web. I pochi allevatori italiani che non hanno ancora adeguato i loro allevamenti alle regole sul benessere sono ora informati. E parafrasando un antico adagio, "allevatore avvisato…"

 

Foto Chris.Gordon