In questi giorni sono iniziati i conferimenti delle prime partite di patate da consumo fresco giudicate di buona qualità.

Giovedì la Borsa patate ha quotato i primi prezzi del prodotto confezionato della ormai prossima campagna di commercializzazione e che fa riferimento al contratto quadro 2013- 2015 stipulato fra le associazioni dei produttori regionali Appe e Assopa e le parti commerciali, private e cooperativa che aderiscono al contratto quadro stesso.

Nella prima seduta di Borsa sono state analizzate le difficoltà del settore. Tra queste si segnalano l’insorgenza di gravi patologie in alcuni areali produttivi che incidono negativamente sulla qualità e conservabilità del prodotto e un eccesso di offerta, derivato dalla continua e costante riduzione dei consumi, dalla presenza sul mercato di patate estere ancora in giacenza dalla campagna scorsa e da un aumento delle superfici investite di un 4% circa per questa campagna.

Consapevoli dell'andamento generale, i partecipanti alla Borsa hanno a valutato tutti i vantaggi offerti dal sistema Bologna e dal Contratto quadro. Tra questi, un controllo rigoroso della produzione effettuato da uno specifico comitato tecnico che detta le linee guida per la coltivazione in sintonia con quanto previsto dai disciplinari di produzione integrata emanati dalla Regione Emilia-Romagna e una programmazione della produzione, contrattata nell’ambito del Contratto quadro, e controllata delle Organizzazioni dei produttori che possono garantire provenienza, quantità prodotta e quantità stoccata.

Il 2014 ha visto un sensibile aumento delle produzioni Dop Patata di Bologna certificata da un organismo di controllo esterno a garanzia del processo produttivo. Inoltre si è valutato positivamente i buoni risultati offerti dal marchio Selenella, la patata arricchita al selenio
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In un’annata difficile come questa, in cui è necessario garantire il reddito alle imprese di produzione e commerciali, i partecipanti alla Borsa patate di Bologna hanno deciso, ricercando un dialogo aperto anche con la grande distribuzione organizzata e ad altre aree produttive interessate di valorizzare al meglio lo strumento del conto deposito e fare sì che la produzione della patata italiana continui ad avere un ruolo prioritario senza dover ricorrere sistematicamente alle importazioni.