Puntata anomala e molto più mirata della rubrica "Un parassita alla volta", in cui si è deciso di parlare di Cuscuta spp. e degli usi di uno specifico erbicida, la propizamide, su due colture altrettanto specifiche: erba medica e barbabietola da zucchero

 

L'erbicida ottenne in Italia la sua prima registrazione nel gennaio 1974 con lo storico marchio Kerb, una polvere bagnabile al 50% di sostanza attiva, mentre le due miscele con diuron e con simazina erano state autorizzate nel novembre 1973.

 

Caratteristiche della Cuscuta

Questa infestante appartiene alla famiglia delle Convolvulacee e mancando di radici e di fotosintesi clorofilliana (infatti è di color giallo-oro) deve trarre nutrimento dalle piante che la circondano. Le modalità di parassitizzazione ricordano quindi molto quelle di un fungo patogeno, poiché la Cuscuta penetra i tessuti dell'ospite tramite rami modificati in guisa di austori, i quali raggiungono il floema delle piante parassitizzate in cerca di linfa elaborata. Per tale comportamento la Cuscuta è nota anche con il nome comune di "pianta vampiro". 

 

Oltre ai danni a carico delle singole piante parassitizzate, la Cuscuta può anche divenire vettore di fitoplasmi pericolosi per l'ospite. Inoltre, alcune specie di Cuscuta possono accumulare sostanze che poi risultano nocive per il bestiame che ingerisce l'erba medica infestata. Sostanze che possono infatti interferire con il corretto metabolismo degli animali allevati generando problemi digestivi quando non addirittura intossicazioni. 

 

Ciclo della Cuscuta

Il ciclo della Cuscuta parte con la germinazione dei suoi semi, deposti sulla superficie del suolo. Il tempo a disposizione per individuare una pianta da parassitizzare non è molto, circa una settimana, quindi il germoglio cresce seguendo una traiettoria a spirale sinché non incontra l'ospite. Un movimento molto particolare indotto da stimoli chemosensoriali. Trascorso tale tempo, in assenza di ospiti la piantina di Cuscuta morirà. 

 

Propizamide: utilizzi su erba medica e barbabietola da zucchero

Due sono le colture agrarie che sembrano particolarmente appetibili per la Cuscuta: l'erba medica e la barbabietola da zucchero. Su queste sono disponibili tre diversi formulati a base di propizamide, tutti autorizzati su Cuscuta epithymum (Cuscuta piccola nostrana) e su Cuscuta campestris (Cuscuta ungherese). 

 

Tutti e tre i formulati contengono la sostanza attiva in ragione di 400 grammi per litro e possono essere impiegati contro la Cuscuta secondo modalità differenti a seconda della coltura di riferimento. 

 

Su erba medica vanno impiegati alla dose di 4 litri per ettaro (1,6 litri di sostanza attiva), posizionando le applicazioni entro febbraio, oppure entro 3-4 giorni dopo il primo sfalcio. Più complessa la gestione della Cuscuta per la barbabietola da zucchero, coltura sulla quale i preparati a base di propizamide si applicano seguendo di norma la tecnica del frazionato: al primo trattamento si applica la dose di 0,7-1 litro per ettaro, salendo a 1-1,5 litri per ettaro a distanza di 7-10 giorni.

 

Ideale appare trattare quando la Cuscuta si presenta ai primissimi stadi di sviluppo. Se però la Cuscuta fosse già significativamente insediata sulla barbabietola, è necessario alzare la dose sino a 4-5 litri per ettaro, evitando di trattare la coltura sinché le piante meno sviluppate non abbiano raggiunto lo stadio di 5-6 foglie vere. La dose più alta, pari a 5 litri per ettaro, va prediletta quando la Cuscuta abbia già parassitizzato le barbabietole, pur accettando il fatto che i trattamenti molto tardivi forniscono un controllo parziale dell'erba parassita.

 


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