Anche se può sembrare strano, non tutte le pecore hanno una lana adatta per essere filata, e tra queste molte delle nostre razze di pecore da latte.

 

E siccome le pecore devono essere tosate comunque - se non altro per questioni pratiche e igieniche - la lana che non può essere venduta diventa di fatto un rifiuto speciale, che gli allevatori devono smaltire.


Da qui l'idea di trasformare questo rifiuto in risorsa, un'idea che Chiara Spigarelli, agronoma con un passato nella ricerca ed un presente nell'imprenditoria, ha messo in pratica fondando Agrivello, una azienda che trasforma la lana di scarto in concimi organici.

 

Dottoressa Spigarelli, alcuni hanno usato la lana non adatta alla tessitura per fare isolanti o altri materiali di riempimento. Come mai lei ha pensato a un fertilizzante?
"Ad oggi ogni rivalutazione di questa splendida fibra naturale è ammirevole, siamo in un periodo storico molto delicato per la lana in quanto la gran parte delle fibre di seconda qualità non rientra a far parte di nessuna filiera di trasformazione.

 

Con la produzione del concime 100% lana di pecora Agrivello abbiamo dato una nuova vita alla lana bypassando il lavaggio della materia prima, fondamentale e indispensabile per produrre invece isolanti o altri materiali".

 

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Chiara Spigarelli con la lana da lavorare

(Fonte: Agrivello)

 

Che processo subisce la lana per poter diventare un concime?

"Producendo concime, la cernita della lana in base alla qualità non è importante, così facendo possiamo recuperare anche lana di razze rustiche che non avrebbero altri mercati. Tutto ciò che facciamo è pellettizzare la lana sucida e convertirla in un concime sotto forma di pellet 100% lana, non addizionando nient'altro di esterno.

 

Al momento producete uno o più tipi di fertilizzanti? E nel caso che differenze hanno?
"Ad oggi produciamo un unico concime azotato 100% lana di pecora".

 

Dal punto di vista agronomico che caratteristiche ha in termini di titoli di micro e macro elementi e come possono essere utilizzati?
"Il concime 100% lana di pecora Agrivello si contraddistingue come concime azotato, contiene infatti 9-10% di azoto che la lana rilascia in maniera lenta per ben 4 mesi. Inoltre, essendo composto totalmente da lana, il concime è organico, migliora la tessitura del terreno ed è in grado di garantire il mantenimento dell'umidità del suolo. La lana, infatti, ha un potere igroscopico e può trattenere il 350% di acqua. Può essere utilizzato su terreno libero o vaso per qualsiasi tipologia di pianta".

 

È ammesso anche in agricoltura biologica?
"Ovviamente essendo un prodotto organico e naturale, è utilizzabile anche in agricoltura biologica, come esplicitamente riportato anche sulle confezioni".

 

Che tipo di confezioni sono disponibili in commercio e dove si possono acquistare?
"Nel nostro sito è possibile acquistare confezioni da 1,2 e 4 chili. Per esigenze maggiori basta contattarci via mail.

 

Abbiamo scelto questi formati in quanto il concime ha dosi di utilizzo molto basse. Per le orticole/piante da consumo sono di 50  grammi a pianta, mentre la metà per piante decorative o da interno/balcone cioè di 25 grammi a pianta. Di conseguenza con 1 chilo di concime 100% lana di pecora si possono concimare 40 piante da interno o 20 piante da orto. Il concime può essere utilizzato durante il trapianto delle orticole su terreno libero, in semina o in copertura".

 

Attualmente come sta andando il progetto e cosa avete in programma per il futuro?
"Molto bene: ci facciamo conoscere, partecipiamo alle fiere e parliamo con le persone. Stiamo facendo un grande lavoro di divulgazione, da una parte legato alla lana in quanto molti ignorano i problemi legati allo smaltimento e al mancato utilizzo di questa materia, dall'altro i profondi benefici di questo concime naturale.

 

A seguito di prove sperimentali condotte dall'Università di Udine, l'utilizzo del concime 100% lana di pecora su una rotazione orticola ha fatto riportare un rilascio di azoto prolungato nel tempo (a diminuire fino ai 10 mesi) e effetti sulle coltivazioni orticole come: una maturazione più scalare calare nel pomodoro e con anche maggior contenuto di sostanza secca; l'incremento della produttività della lattuga coltivata in autunno e l'incremento della resa dello spinacio.

 

Nel 2023 è giusto iniziare ad abbandonare l'idea di utilizzare concimi chimici o che vengano prodotti dall'altra parte dell'Europa. È giusto iniziare ad essere consapevoli su come fertilizziamo le piante che poi forniscono la frutta e la verdure delle nostre tavole".