Nessuno a Crotta d'Adda (Cr) avrebbe immaginato di finire nella cronaca de "Il Giorno", né di essere citati addirittura sulle pagine del "The Guardian", quotidiano inglese di primo piano e di ampia diffusione. Solo 620 anime insistono infatti nel piccolo paese del cremonese, posto in prossimità di un'ansa dell'Adda poco prima che questo si immetta nel Po. Una sorta di villaggio di Asterix, tanto che alcuni l'hanno soprannominata affettuosamente Krottemburg. O, se si preferisce restare su paragoni tutti italiani, è un borgo che per certi versi lascia pensare che da un momento all'altro possano comparire soggetti che ricordano Peppone e Don Camillo, personaggi nati dalla penna di Giovannino Guareschi.
Onestamente, i Crottesi ne avrebbero fatto anche a meno di cotanta visibilità, poiché la ragione di un simile tam tam mediatico non è la Festa de la Stafa, sagra paesana che attira visitatori da mezza provincia. Né i Canti della Merla, con cui i due paesi sulle opposte sponde dell'Adda, Crotta e Meleti, celebrano in allegria i giorni più freddi dell'anno. Forse la Gnoccata di Ferragosto organizzata dagli Amici del Fiume? Nemmeno.
No, a causare tanta celebrità al minuscolo paesino è stata la puzza mefitica che ha tenuto in ostaggio i suoi abitanti per circa due settimane, da quando cioè sono stati sparsi nei campi dei gessi di defecazione senza che seguisse la doverosa e obbligatoria pratica di aratura.
Chi scrive ha accesso alla chat su Whatsapp che i cittadini di Crotta aprirono anni addietro, al fine di ostacolare l'operato di alcune bande di ladri di appartamento che l'avevano messa nel mirino. I commenti sono molteplici e decisamente arrabbiati. A seconda dell'ora e della posizione, l'odore acre e nauseabondo ha infatti colpito pressoché ovunque e a lungo. Molteplici quindi le lamentele, con i cittadini che non potevano aprire nemmeno le finestre, né stendere i panni ad asciugare, pena ritirarli gravati da odori ben lontani da quelli conferiti dall'ammorbidente durante i lavaggi. I problemi più seri a carico di un abitante, asmatico, che per giorni ha sofferto le pene dell'inferno.
Il vicesindaco, Andrea Castelvecchio, ha fatto la spola più volte fra cittadini e operatori allo spargimento, sentendosi sempre dare spiegazioni che odoravano male anch'esse. Una volta non si poteva arare perché il terreno era troppo asciutto e duro e si rischiava di spaccare l'aratro (!). La volta dopo era piovuto, quindi il terreno era sì diventato più morbido ma con la terra umida non si può arare. Infine il terzista che era occupato altrove e non poteva intervenire anche quando ormai di scuse non ce n'erano più.
A poco pare quindi sia servita la sanzione di 500 euro comminata dall'Arpa, con gli operatori che hanno continuato a spadroneggiare nell'area, talvolta caricando ulteriormente il conflitto con manovre stradali folli, come imboccare gli spartitraffico in senso inverso e deridendo la cittadina che li stava redarguendo per tale assurda manovra.
Finalmente, dopo due settimane di passione olfattiva, è giunta la tanto agognata aratura e nel volgere di un paio di giorni i cittadini di Crotta non sono stati più ostaggio delle zaffate maleolenti che li avevano a lungo tormentati. Cittadini che ora attendono con ansia i risultati delle analisi dei campioni raccolti da Arpa, poiché un conto è la puzza, per quanto molesta, un altro sarebbe l'eventuale aggiunta di sostanze che non dovrebbero esserci proprio. Si attendono quindi sviluppi in tal senso.
Fanghi, gessi, puzze: neverending story
Già in passato AgroNotizie® si era occupata di smaltimenti che erano assurti ai disonori della cronaca. La prima volta nel dicembre 2016, la seconda nel maggio 2021. In passato, però, si era effettivamente sconfinati nel penale, poiché insieme ai fanghi erano finiti nei campi sostanze che mai avrebbero dovuto essere smaltite in quel modo.
Qualcuno finì anche agli arresti domiciliari proprio nel paese confinante con Crotta d'Adda, ovvero Acquanegra Cremonese. Diventare amministratore delegato di una società in "odore" di illecito si rivelò infatti mossa imprudente. Una mossa che era stata proposta in precedenza proprio a un cittadino di Crotta, il quale però aveva "presubodorato" il pericolo - è proprio il caso di dirlo - e non solo aveva rifiutato, ma si era anche premurato di trovare un altro lavoro. Decisione che poco tempo dopo ringraziò di aver preso per tempo.
Si spera quindi che a questo giro dalle analisi di Arpa non emerga alcun illecito che faccia finire il caso nella sezione penale del tribunale di Cremona. Nel frattempo resta però il disagio arrecato per due settimane a un'intera popolazione. Non solo quella di Crotta d'Adda, la più colpita, bensì anche quelle dei comuni limitrofi che di certo non hanno respirato nemmeno loro aria, per così dire, della Val di Fassa.
La convivenza richiede educazione e rispetto delle regole
Spesso chi scrive articola i propri pezzi basandosi su evidenze scientifiche tali da smentire quelle cittadinanze organizzate in comitati del No senza un reale perché. L'allarmismo e le proteste immotivate, infatti, sono spesso indirizzate a un comparto agricolo che tali prassi non merita.
Basti ricordare il caso delle supposte morie di api in Friuli, quando 400 aziende agricole finirono nel mirino della locale Procura a seguito di un esposto contro ignoti inoltrato da tre apicoltori locali. In quel caso le aziende agricole si dimostrarono del tutto estranee ai fatti, ma nel frattempo si erano viste sequestrare i campi per mesi, mettendo a rischio le semine. A ciò si aggiunsero decine di migliaia di euro di sanzioni amministrative, poiché durante le ispezioni delle Autorità preposte emersero molteplici irregolarità gestionali. Quasi tutte di piccola e media entità, ma tante. Quelle irregolarità che, a voler ben vedere, si possono trovare in un'ampia fetta delle aziende agricole italiane.
Il caso Crotta d'Adda è ovviamente molto diverso. Ciò non di meno è riuscito ad arrivare sino ai lettori del Regno Unito. Un evento che sarebbe stato quindi meglio non fosse mai avvenuto.
Al fine di migliorare i rapporti fra agricoltori e cittadinanze, non solo quella di Crotta d'Adda, sarà perciò meglio che in futuro gli operatori si comportino in modo più rispettoso, sia delle Leggi, sia delle persone. Altrimenti non si lamentino, in caso si trovassero poi nella necessità di avvalersi di un avvocato, oppure di pagare migliaia di euro di multe per la miriade di piccole irregolarità presenti nelle loro aziende. Irregolarità che un esposto qualunque, presso una Procura qualunque, potrebbe fare emergere.
Agricoltore avvisato, mezzo salvato...