Per le drupacee la stagione 2022 si prospetta (finalmente) positiva: buona produzione, anche se con volumi leggermente inferiori alle attese a causa delle alte temperature e della siccità che ha colpito il nostro Paese, qualità organolettiche eccellenti ed elevato grado brix.

 

E mentre nei campi ci si affanna in cerca di manodopera per la raccolta (merce sempre più rara, purtroppo), i produttori guardano già ai prossimi mesi quando occorrerà pianificare la fertilizzazione autunnale: si tratta, infatti, di una fase molto delicata dove le piante accumulano gli elementi nutritivi utili alla ripresa vegetativa nel tronco e nelle branche in vista del futuro utilizzo, fino alla fioritura.


Diverse ricerche indicano come particolarmente efficace il frazionamento della concimazione in una fase primaverile, in una fase al termine della stagione estiva e, nel caso di concimazione organica, anche in una fase invernale. In particolare, nel mese di settembre risulta essere particolarmente importante l'apporto di azoto che, come detto, sarà accumulato negli organi di riserva della pianta. In questo caso è importante non tardare troppo per evitare, in caso di caduta precoce delle foglie, il mancato assorbimento.


Occorre però tenere conto di alcuni elementi rilevanti: innanzitutto la fertilizzazione autunnale si somma, di fatto, a quella estiva. Un dato importante, in fase di pianificazione, per evitare di superare i quantitativi opportuni (intorno alle 20-30 unità fertilizzanti per ettaro) e quelli a norma di legge, come nel caso della ben nota Direttiva Nitrati (su questo fronte, può essere di grande aiuto il supporto di QdC® – Quaderno di Campagna® che possiede una serie di funzioni specifiche dedicate alla gestione dei vincoli imposti dalla normativa).


Potrebbe essere strategico, in questo ambito, effettuare la concimazione dopo la potatura tipica del periodo: in questo modo saremo sicuri che le sostanze nutritive andranno ad arricchire solamente gli organi di riserva e trarranno vantaggio dalle condizioni climatiche che, di norma, sono ideali per l'assorbimento degli elementi (temperature adatte all'attività di fotosintesi, accrescimento radicale più rapido grazie alla maggiore umidità tellurica).


Per una corretta pianificazione è bene considerare le diverse forme di apporto dell'azoto (ureica, nitrica, ammoniacale) e tenere conto degli antagonismi e sinergie con altri elementi nutritivi (come il fosforo, che può ridurre l'assorbimento dell'azoto, pur favorendo l'accrescimento dell’apparato radicale). Attenzione anche al potassio che viene assorbito in notevoli quantità dalle piante e che interviene a regolarizzare i processi traspirativi e di mantenimento dell'equilibrio idrico, sulla resistenza dei tessuti vegetali al gelo e a altri stress abiotici (siccità) e biotici (resistenza agli attacchi dei parassiti).


Un corretto calcolo dei quantitativi di azoto, fosforo e potassio e il controllo puntuale sugli effettivi apporti è quindi essenziale e può essere utile avvalersi del supporto di una piattaforma digitale come QdC® – Quaderno di Campagna® per monitorare il rispetto di un corretto piano di fertilizzazione, tenendo conto dei valori. NPK massimi utilizzabili per ettaro e per periodo, avvalendosi dei controlli automatizzati che la piattaforma di Image Line effettuerà all'inserimento di ogni operazione.

 

 

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