Queste colture permarranno quindi in campo per circa otto mesi, attraversando tre stagioni e prodigandosi in fasi fisiologiche fra loro molto differenti, sebbene ognuna di esse sia propedeutica per quella successiva.
Per tali ragioni, prendersi cura della coltura già al momento della semina pare cosa saggia, specialmente quando si possa contare sull'eccellente effetto starter degli appositi fertilizzanti organo-minerali NP distribuiti già al momento della semina o presemina.
Una rapida partenza è infatti il giusto viatico per ottenere una radicazione veloce e profonda, come pure un irrobustimento della parte epigea che dovrà affrontare l'inverno ed esprimersi in accestimenti il più possibile equilibrati. A patto di assecondarne le esigenze colturali, i cereali potranno quindi ripartire al meglio in primavera, esprimendo il massimo del proprio potenziale genetico.
Diversi sono i fertilizzanti organo-minerali NP da utilizzare alla semina, fra i quali è sempre bene ricercare quelli capaci di offrire eccellente qualità formulativa. Ciò permette infatti loro di rilasciare gli elementi nutritivi in modo progressivo, sostenendo al meglio la coltura e minimizzando al contempo le perdite per lisciviazione.
In particolar modo, quelli a forte componente organica (>50%) eccellono su molteplici fronti. La continua assimilazione di azoto e fosforo, dall’emergenza al riempimento delle cariossidi, permette infatti un grande innalzamento della concentrazione proteica nella granella. Inoltre, poiché le unità fertilizzanti apportate in forma organica presentano un rendimento maggiore da due a tre volte, parlando rispettivamente di azoto e di fosforo, tali concimazioni consentono di fornire circa cento unità di azoto e 90 di fosforo.
I principali vantaggi della pratica di fertilizzazione alla semina sono essenzialmente la riduzione dei passaggi di concimazione dopo la semina stessa, come pure la garanzia di ottenere elevate rese produttive grazie alla costante disponibilità di azoto, fosforo e microelementi. Tutt'altro che trascurabile appare poi la riduzione dell’incidenza di malattie fungine, spesso legate a squilibri nutrizionali.
Infine, si riducono fortemente le perdite di elementi a tutto vantaggio dell'economia, della coltura e anche dell'ambiente.
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Fonte: Agronotizie