Il pomodoro è una coltura chiave per il made in Italy agroalimentare e rappresenta una specie chiave in molte aree del nostro Paese. È tuttavia una pianta che, dal punto di vista della difesa, è piuttosto complessa da gestire, in quanto può essere attaccata da numerosi virus, funghi, insetti e anche batteri. In particolare, Ralstonia solanacearum è un batterio da quarantena che sta impensierendo molti produttori a causa della sua persistenza nel terreno e dei danni importanti che causa alle coltivazioni.

 

Come tutti i batteri di interesse agrario, una volta penetrato in un organismo vegetale la sua eliminazione è impossibile, è dunque necessario lavorare di prevenzione per individuare le piante infette e procedere speditamente alla loro rimozione. D'altronde, R. solanacearum è un cosiddetto "organismo da quarantena", un microrganismo cioè che, a causa dei danni che può provocare alle colture, deve essere prontamente identificato ed eliminato.

 

Per conoscere meglio questo batterio di origine tropicale ci siamo rivolti a Stefania Loreti, dirigente di ricerca del Crea - Centro Difesa e Certificazione, nonché responsabile del Laboratorio Nazionale di Riferimento per la Batteriologia dell'Istituto Nazionale di Riferimento per la Protezione delle Piante (Inrpp) e del Laboratorio Europeo di Riferimento per le Malattie delle Piante Causate da Batteri (Eurl-Bac).

 

Stefania Loreti, qual è l'origine di R. solanacearum?

"Il batterio Ralstonia solanacearum è un organismo nocivo da quarantena, agente causale del marciume bruno della patata e dell'avvizzimento di Solanacee. Originario dei Paesi tropicali e subtropicali è uno degli organismi nocivi più rilevanti dal punto di vista fitosanitario, dato il suo legame a colture che rappresentano una fonte di nutrimento in tutto il mondo e che sono importanti per il nostro Paese, quali patata e pomodoro".

 

Quando è arrivato in Italia?

"R. solanacearum è stato individuato nel 1995-1997 in Emilia Romagna e Veneto in associazione a sintomi di marciume bruno in colture di patata ottenute con tuberi-seme olandesi. L'allarme impegnò negli anni seguenti il Settore Fitosanitario in operazioni di controllo sulle patate da seme di origine olandese introdotte e commercializzate in Italia.

 

Il batterio è stato successivamente rilevato su pomodoro coltivato in serra in Sardegna, nel 2007 e successivamente nel 2009, le cause dell'introduzione non sono mai state individuate. Il patogeno fu prontamente eradicato. Nel 2017 è stato nuovamente intercettato in Emilia Romagna in alcuni appezzamenti di pomodoro da industria nelle province di Parma, Piacenza e Ferrara, oltre che in campi di patate situati in altre aree circoscritte del territorio regionale. Nel giugno 2024, R. solanacearum è stato rilevato in Sardegna (Arborea) su tuberi di patata durante le attività di indagine ufficiali. I tuberi infetti appena raccolti si trovavano in un'area di stoccaggio all'aperto prima della lavorazione e del confezionamento; anche in questo caso l'origine dell'infezione è sconosciuta".

 

Piante sane (a sinistra) e sintomatiche (a destra)

Piante sane (a sinistra) e sintomatiche (a destra)

(Fonte foto: Stefania Loreti, dirigente di ricerca del Crea - Centro Difesa e Certificazione)

 

Come è giunto in Italia?

"La via principale per la diffusione del patogeno è rappresentata da materiale di propagazione vegetativo infetto (ad esempio tuberi da impianto, piantine, eccetera), patate da consumo e piante ornamentali (per esempio geranio). È quindi possibile dedurre che l'introduzione avvenga attraverso materiale infetto di importazione. È noto infatti che il batterio può risiedere in piante infette asintomatiche".

 

È presente anche in altri Stati europei?

"Rari casi di rinvenimento del batterio, principalmente associato a patata, sono stati segnalati oltreché in Italia, in vari Paesi europei ed extraeuropei, come ad esempio Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Slovacchia, Turchia e Gran Bretagna".

 

Qual è la sintomatologia su pomodoro?

"Nelle fasi iniziali dell'infezione i sintomi si manifestano dapprima nelle ore più calde della giornata, con appassimento dei germogli che recuperano turgidità con l'abbassamento delle temperature nelle ore serali. Con il progredire della malattia l'avvizzimento diventa irreversibile interessando l'intera pianta dal basso verso l'alto fino al suo completo disseccamento. I tessuti vascolari in sezione trasversale appaiono imbruniti ed è possibile osservare gocce di essudato batterico giallo o biancastro. In condizioni più sfavorevoli per il patogeno, la malattia ha una progressione più lenta, la pianta manifesta arresto della crescita e può produrre radici avventizie sul fusto".

 

Qual è il ciclo biologico del batterio?

"Il batterio colonizza il tessuto vascolare impedendo la traslocazione di acqua e nutrienti e, come conseguenza, la pianta avvizzisce. La principale via di accesso del batterio è l'apparato radicale, principalmente attraverso le ferite, gli apici radicali o le fessure nei siti emergenti delle radici laterali. Una volta penetrato nell'ospite vegetale, il batterio colonizza rapidamente i tessuti vascolari della pianta e parallelamente alla produzione di biofilm, determina un'alterazione del trasporto dell'acqua che porta al tipico sintomo di avvizzimento. In condizioni di temperatura (24-35°C) e umidità favorevoli, R. solanacearum  è in grado di persistere nel suolo e negli ambienti acquosi, come stagni e fiumi, per anni".

 

Sezione di fusto di pianta di pomodoro infetta (in evidenza il marciume dei tessuti vascolari)

Sezione di fusto di pianta di pomodoro infetta (in evidenza il marciume dei tessuti vascolari)

(Fonte foto: Stefania Loreti, dirigente di ricerca del Crea - Centro Difesa e Certificazione)

 

Come si diffonde nell'ambiente?

"La diffusione nelle aree di coltivazione avviene attraverso le acque di irrigazione, le piogge, il vento. Le infezioni primarie da R. solanacearum hanno quindi origine da materiale di moltiplicazione infetto. Le infezioni secondarie sono causate dalla permanenza nel terreno e dalla diffusione con acque di irrigazione e lavorazione".

 

Cosa si intende per infezione asintomatica?

"Le infezioni asintomatiche (latenti) sono comuni alle basse temperature, quando i tassi di infezione sono bassi e la colonizzazione più lenta. Il patogeno può colonizzare in forma latente, senza determinare sintomi apparenti, varie Solanacee spontanee presenti spesso in prossimità delle coltivazioni di patata, che rappresentano un 'serbatoio' pericoloso per la disseminazione del batterio (per esempio Solanum dulcamara)".

 

Esistono degli agrofarmaci autorizzati per la difesa delle piante?

"Non esistono efficaci mezzi di controllo chimico curativo, si ricorda infatti che gli antibiotici, efficaci nel controllo delle batteriosi, non sono ammessi in Italia e in EU a causa dello sviluppo di resistenze. L'unico rimedio per scongiurare la disseminazione del patogeno è l'eliminazione delle piante infette e la disinfestazione di tutto ciò che è venuto a contatto con le produzioni contaminate (macchinari per la raccolta, mezzi di trasporto, imballaggi, eccetera)".

 

Quali sono i consigli per prevenire la diffusione del batterio in campo?

"La prevenzione è fondamentale e si basa in gran parte sulla disponibilità di materiale vegetale esente dall'agente patogeno e su un'efficace attività di sorveglianza e monitoraggio per proteggere le aree indenni. La sorveglianza fitosanitaria nei punti di ingresso, il monitoraggio sul territorio, la precoce individuazione delle infestazioni nelle prime fasi e il rapido intervento fitosanitario, sono tutti elementi importanti per il successo del controllo e dell'eradicazione".

 

Cosa succede nel caso in cui un agricoltore trovi delle piante sospette?

"In caso di ritrovamento, i Servizi Fitosanitari eseguono accertamenti e provvedono a bloccare la movimentazione di colture, partite o spedizioni da cui provengono i campioni, per poi procedere alla eradicazione dei focolai. Il Regolamento 2022/1193 della Unione Europea (Ue) dispone le misure per l'eradicazione e la prevenzione del patogeno, al fine di scongiurare l'introduzione e la diffusione del patogeno nei territori dell'Ue".