Le risoluzioni del Parlamento Europeo sono pubblicate sulla Gazzetta europea "con calma" in quanto difficilmente riescono ad incidere sugli atti legislativi che poi influenzano davvero la vita di tutti i giorni, se non come espressione dell'opinione pubblica, riuscendo in alcuni casi a promuovere cambiamenti epocali come quello avvenuto in seguito alle polemiche seguite al primo rinnovo dell'approvazione europea del glifosate, il cui coinvolgimento apparirà chiaro se proseguirete nella lettura di questo contributo.


Tutti contro l'imidacloprid

L'imidacloprid non è solo un celeberrimo insetticida neonicotinoide caduto in disgrazia per i suoi effetti indesiderati sulle api (veri o presunti) ma è anche un biocida utilizzato contro le mosche (le famose esche attrattive) e medicinale veterinario recentemente esaminato dall'Ema (l'Agenzia Europea del Farmaco, quella che ci siamo fatti scippare dall'Olanda) per il suo utilizzo negli allevamenti di salmoni contro i pidocchi di mare, che evidentemente ne limitano la produttività.

L'uso del prodotto è stato sottoposto alla valutazione del rischio che ha evidenziato la necessità di fissare un limite massimo di residuo di imidacloprid nelle carni rosate della prelibatezza che spesso arriva sulle nostre tavole.

 

Troppe agenzie?

La risoluzione, prendendosela con il fatto che il provvedimento riguardante il neonicotinoide inteso come medicinale veterinario non ha rispettato i dettami del regolamento 283 del 2013 che riguardano i requisiti per l'autorizzazione dello stesso come principio attivo e prodotto ad attività fitosanitaria, lascia trasparire che autorizzare il prodotto in ambito zootecnico avrebbe causato chissà quali dissesti ambientali (in effetti il neonicotinoide non è innocuo per gli organismi acquatici ma come sempre "dosis sola facit venenum"), cosa che ovviamente è tutta da dimostrare.

Tuttavia questa risoluzione è sintomatica della necessità di coordinare le attività delle agenzie europee quando trattano le stesse sostanze, anche se numerosi passi avanti sono stati fatti negli ultimi anni.

 

Trasparenza trasparenza trasparenza

La risoluzione invoca anche per gli altri settori coinvolti nell'autorizzazione delle sostanze chimiche la stessa trasparenza che si sta perseguendo nel settore dei prodotti fitosanitari, dove ogni studio che deve essere esaminato dall'Efsa deve essere preventivamente messo in discussione pubblica per assicurarsi che i suoi fini di verificare gli effetti indesiderati della sostanza indagata sull'uomo e l'ambiente vengano correttamente perseguiti.

Ci sarà un affaire glifosate anche tra i medicinali veterinari che costringerà l'Ema a mettere in piedi un sistema come quello attualmente utilizzato dall'Efsa? Ma d'altra parte le manifestazioni no vax non sono assimilabili a quelle sulla cancerogenicità del glifosate (a proposito: pare che anche lui si colleghi al 5G…).
Stiamo ovviamente scherzando.

 

Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi

  • Risoluzione del Parlamento europeo del 10 giugno 2021 sul regolamento di esecuzione (UE) 2021/621 della Commissione del 15 aprile 2021 che modifica il regolamento (UE) n. 37/2010 al fine di classificare la sostanza imidacloprid per quanto riguarda il suo limite massimo di re-sidui negli alimenti di origine animale (2021/2705(RSP)) (2021)
  • Regolamento di esecuzione (UE) 2021/621 della Commissione del 15 aprile 2021 che modifica il regolamento (UE) n. 37/2010 al fine di classificare la sostanza imidacloprid per quanto riguarda il suo limite massimo di residui negli alimenti di origine animale (Testo rilevante ai fini del SEE), 131 OJ L § (2021)
  • Regolamento (UE) n. 283/2013 della Commissione dell'1 marzo 2013 che stabilisce i requisiti relativi ai dati applicabili alle sostanze attive, conformemente al regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari