Da tempo circolano in Italia le necessarie informazioni scientifiche atte a soppesare il reale rischio per le acque, potabili e superficiali, derivanti dall'uso di agrofarmaci, gli altrimenti famigerati "pesticidi". Ora però un gruppo di esperti, tutto italiano, ha portato a livello europeo una sintesi sul tema e i risultati appaiono positivi.
Eurotox è infatti il congresso annuale della Società Europea di Tossicologia, federazione di tossicologi europei e di società europee di tossicologia che vede la presenza di circa 6mila membri in tutta Europa, cui si aggiungono oltre 200 membri provenienti dal resto del mondo. Giunto alla 56esima edizione, Eurotox si è svolto in forma virtuale collezionando 286 pagine di contributi scientifici, raccolti questi nel volume 353 di Toxicology Letters, il giornale ufficiale di Eurotox edito da Elsevier.
Molteplici i temi trattati dai vari autori, dai meccanismi molecolari dei cannabinoidi agli strumenti innovativi per predire eventi di tossicità epatica, oppure dai processi infiammatori come mediatori della risposta tossicologica alle possibili influenze delle sostanze chimiche sul microbioma intestinale.
Nella sessione poster, anche un contributo italiano focalizzato sulle acque, superficiali e potabili, circa i limiti di Legge degli agrofarmaci e i nuovi riferimenti tossicologici che potrebbero affiancare o addirittura sostituire le attuali soglie fissate dalla Comunità europea. Il lavoro porta il titolo "Is it time to update the EU Drinking Water Directive based on scientific data on pesticides?", ovvero, "È giunto il momento di aggiornare le Direttive europee sulle acque potabili in base a dati scientifici sugli agrofarmaci?".
Molteplici le firme degli autori, a partire da Angelo Moretto, tossicologo ed ex Direttore dell'Icps (International Centre for Pesticides), oggi Direttore dell'unità di Medicina del Lavoro presso l'Azienda Ospedale Università di Padova, proseguendo con altri esperti di Icps come Francesco Galimberti, Alessio Riva, Stefano Ubbiali e Flavio Marchetto, quest'ultimo attivo anche presso Echa. Infine, Donatello Sandroni, ovvero chi scrive, giornalista e divulgatore scientifico, autore a sua volta del dossier sulle acque potabili sul quale si è basata parte del poster presentato a Eurotox 2021.
Gli obiettivi del poster
La Direttiva 80/778/CEE ha fissato per la Ue un limite di concentrazione per gli agrofarmaci pari a 0,1 µg/litro, valore che sale a 0,5 µg/litro in caso di presenza contemporanea di più sostanze. Tale limite si applica a tutte le sostanze attive indipendentemente dalle caratteristiche tossicologiche, rivelandosi avulso da alcuna valutazione di tipo scientifico, men che meno si ravvisa in tali limiti alcuna valutazione risk-based.
Tale limite è peraltro rimasto invariato in tutte le revisioni della direttiva sull'acqua potabile, nonostante le informazioni tossicologiche ed ecotossicologiche circa gli agrofarmaci si siano moltiplicate negli anni, tanto che oggi potrebbero agevolmente permettere specifici limiti di concentrazione basati sul reale rischio tossicologico per l'uomo. Nel poster presentato a Eurotox è stato quindi proposto un confronto tra gli attuali limiti normativi e quelli che deriverebbero dagli studi effettuati a fini regolatori per le sostanze attive autorizzate in Ue.
Inoltre, per le acque superficiali è stata prodotta una valutazione del reale rischio per gli organismi acquatici derivante dalle contaminazioni da agrofarmaci rilevate dai periodici report pubblicati sul tema. Per lo meno, tale valutazione è stata prodotta per le molecole ove vi fossero tutti i dati necessari a renderla possibile.
Metodi adottati
Acque potabili: nel poster sono stati riportati graficamente i confronti tra il limite di 0,1 µg/litro e quelli ottenibili applicando una specifica formula di calcolo. Questa tiene conto degli Acceptable Daily Intake (ADI) di ogni sostanza attiva considerata, opportunamente decurtati del 90% al fine di rendere particolarmente cautelativi i risultati. Il tutto, espresso su un corpo dal peso di 60 chilogrammi che beva almeno due litri di acqua al giorno.
Un approccio di assoluta prudenza, questo, essendo a loro volta gli ADI calcolati specificatamente per ogni sostanza attiva e posti pari a un centesimo delle rispettive NOEL, ovvero le dosi che in laboratorio non hanno evidenziato alcun effetto sulle cavie. In sostanza, la formula adottata fa riferimento a un solo decimo di una dose che è pari a un centesimo della soglia alla quale non si sono ravvisati effetti in laboratorio. Il valore ottenuto è stato chiamato Limite di Confidenza Tossicologica ed è espresso in microgrammi per litro.
Fig. 1: formula di calcolo per ottenere gli specifici limiti di confidenza tossicologica, molecola per molecola
Acque superficiali: nel poster sono stati inclusi anche alcuni confronti tra concentrazioni massime rinvenute nelle acque superficiali, in accordo ai recenti report Ispra, e gli specifici valori limite fissati dal RAC (Comitato per la valutazione dei rischi). Tali valori vengono calcolati pari a un decimo della NOEC (No effect concentration: dose risultata innocua nei test di laboratorio), oppure pari a un centesimo della LD50, ovvero la dose alla quale muore il 50% delle cavie sottoposte a test. Il valore di riferimento preso in considerazione dal gruppo italiano è stato quello più cautelativo, ovvero quello relativo all'organismo acquatico più sensibile a ogni specifica molecola considerata.
Risultati
Nel grafico sottostante sono riportati i risultati del confronto del limite normativo attuale e quelli ottenuti con la formula sopra citata, dimostrando come i limiti di confidenza tossicologica siano ampiamente superiori a quanto fissato dalla UE. Ciò suggerirebbe una modifica delle attuali normative sui limiti per le acque potabili, ormai decisamente anacronistici e obsoleti, nonché causa di infelici allarmismi che come unico effetto hanno quello di danneggiare la fitoiatria nazionale ed europea senza che alla salute e all'ambiente ciò porti il benché minimo beneficio.
Fig. 2: Confronto tra limiti normativi attuali (0,1 µg/litro) e limiti di confidenza tossicologica calcolati secondo approccio science e risk based. La quasi totalità delle molecole mostra valori di sicurezza che vanno dalle decine alle migliaia di volte l'attuale limite di Legge
Per le acque superficiali solo per una parte di tutte le molecole attualmente autorizzate è stato possibile effettuare il confronto, in quanto non sempre esiste un valore del RAC comparabile con quello analitico. Ciò non di meno i risultati appaiono incoraggianti: la maggior parte delle molecole ha infatti mostrato concentrazioni massime (worst case, caso peggiore) inferiori alle soglie per le quali si potrebbe iniziare a ravvisare un rischio per l'organismo più sensibile alla molecola stessa, confermandone la sostanziale sicurezza per gli organismi acquatici in generale.
Su 62 molecole valutate, 45 presentano nelle acque concentrazioni massime inferiori ai valori forniti dal RAC, qualificandosi quindi come sicure anche nel resto dei punti di monitoraggio considerati, caratterizzati questi da concentrazioni inferiori alle massime. Inoltre, solo per 4 molecole su 62 le concentrazioni massime nelle acque si sono mostrate superiori ai valori tossicologici di riferimento oltre che al valore RAC.
In special modo i fungicidi si sono mostrati sicuri per la quasi totalità dei casi considerati, con solo due molecole su 23 che hanno mostrato concentrazioni massime nelle acque superiori al proprio valore assegnato dal RAC, posto questo pari a uno: spiroxamina (rapporto pari a 1,65) e zoxamide (rapporto pari a 1,12). In nessuno dei due casi, quindi, vengono raggiunti i valori tossicologici di riferimento.
Fig. 2: confronto fra valori del RAC, posti pari a uno, e le massime concentrazioni dei fungicidi rinvenute nelle acque superficiali
Fra gli erbicidi, molto più inclini a raggiungere le acque superficiali visti gli usi che se ne fanno, sono 10 su 27 le sostanze attive le cui concentrazioni massime si sono rivelate superiori ai rispettivi valori del RAC. Di queste però, solo due, terbutilazina e isoxaflutole, hanno mostrato concentrazioni che potrebbero potenzialmente arrecare danni ad alcuni specifici organismi acquatici, avendo mostrato valori superiori a 10 del rapporto "Concentrazione/RAC". Questo, per lo meno, negli specifici punti di campionamento ove queste due sostanze attive sono state rinvenute ai propri valori massimi. Terbutilazina mostra infatti un valore del rapporto pari a 13,34, mentre isoxaflutolo cade al di sopra di dieci solo per un soffio.
Bene però precisare come ciò non comporti necessariamente danni misurabili a carico degli organismi acquatici, dato che un valore del RAC posto dieci volte inferiore alla NOEL implica che una concentrazione dieci volte superiore al RAC rimane comunque su valori prossimi a quelli di non effetto. A dimostrazione di quanto siano cautelativi gli approcci ecotossicologici applicati.
Fig. 4: confronto fra valori del RAC, posti pari a uno, e le massime concentrazioni degli erbicidi rinvenute nelle acque superficiali
Diverso il discorso per gli insetticidi, meno propensi a migrare nelle acque rispetto agli erbicidi, ma caratterizzati da profili tossicologici più critici verso gli organismi acquatici. Cinque molecole su 12 hanno infatti mostrato rapporti sicuramente sfavorevoli, con un piretroide, alpha-cipermetrina, che ha mostrato un rapporto fra concentrazione massima e RAC pari addirittura a 6.500. Cioè 6.500 volte più alto della soglia da considerarsi sicura. Un dato che lascia pensare quindi a fenomeni sciagurati di contaminazione puntiforme. Le altre quattro molecole con rapporti superiori a 1 si sono comunque fermate su valori inferiori a quelli tossicologici di riferimento.
Fig. 5: confronto fra valori posti dal RAC, posti pari a uno, e le massime concentrazioni degli insetticidi rinvenute nelle acque superficiali
Conclusioni
In accordo al lavoro svolto, si può sintetizzare quanto segue:
- Per le acque potabili gli attuali limiti normativi appaiono ampiamente superati e privi di alcuna valenza scientifica. Bene sarebbe quindi affiancarli o addirittura sostituirli con i nuovi limiti di confidenza tossicologica messi in evidenza anche in occasione di Eurotox 2021.
- Nelle acque superficiali, per lo meno relativamente alle sostanze attive prese in esame, non si ravvisano rischi significativi dal punto di vista della diffusione territoriale, visti i pochi punti di monitoraggio mostratisi critici, cioè quelli con i valori massimi rilevati nelle campagne di monitoraggio. Già i valori relativi al 95.imo percentile (cioè il 95% dei campioni analizzati) si sono rivelati ampiamente inferiori ai dati del Rac per tutte le molecole considerate. Solo per alpha-cipermetrina anche il 95.imo percentile ha mostrato valori superiori di 65 volte al valore del Rac. Eccezion fatta per questa molecola, però, tutte le altre considerate si sono mostrate soddisfacenti dal punto di vista dell'entità del rischio verso gli organismi acquatici.
- Da quanto sopra appaiono fortemente ridimensionati gli allarmismi che periodicamente vengono alimentati dai media in tema di "pesticidi nelle acque", dimostrando come la presenza di tali molecole sia sì frequente in termini numerici di rilevamento, ma non preoccupante in termini di concentrazioni, sia per quanto riguarda la salute umana, sia per quanto concerne gli organismi acquatici.