Il prodotto è un estratto utilizzato come induttore di resistenza di vite e piante orticole contro oidio e muffa grigia. Le criticità risultate fatali al prodotto sono quelle comuni a tutti gli estratti: scarsa caratterizzazione chimico-fisica e mancata corrispondenza tra le sostanze presenti dei campioni sui quali sono stati effettuati i test tossicologici e le specifiche produttive proposte dal notificante.
Poiché la documentazione presentata non è stata in grado di escludere la presenza di sostanze mutagene, cancerogene, tossiche per la riproduzione nell’estratto e tantomeno di scongiurarne l’attività di perturbatore endocrino, le richieste dell’agenzia sono state tali (in pratica occorrerebbe rifare tutti gli studi) da segnarne l’infausto destino, costringendo il notificante a rinunciare alla domanda e allo ScoPaff di votarne all’unanimità la “non approvazione” nella riunione del 25-26 gennaio scorso.
I prodotti di questo tipo sono molti e molto frequentemente vengono commercializzati avvalendosi di normative nazionali (corroboranti in Italia, “RUB” in Olanda, solo per citare due esempi) che prima o poi dovranno essere regolarizzati o come prodotti fitosanitari, magari raffinando le tecniche di estrazione e selezionando solo le sostanze più efficaci e meno pericolose, o in futuro cercare spazi nel regolamento biostimolanti che prima o poi vedrà la luce.
Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi
- Regolamento di esecuzione (UE) 2018/296 della Commissione del 27 febbraio 2018 Relativo alla non approvazione della sostanza attiva estratto di Reynoutria sachalinensis in conformità al regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari
- European Food Safety Authority (Efsa). ‘Peer Review of the Pesticide Risk Assessment of the Active Substance Reynoutria Sachalinensis Extract’. Efsa Journal 13, no. 9 (1 September 2015).
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Fonte: Agronotizie