Denominata anche Tignola del pomodoro, causa gravi danni alla coltura del pomodoro, ma è dannoso anche alla melanzana.
Arrivata in Italia attraverso gli scambi commerciali di frutti di pomodoro contaminati, ha creato all’inizio della sua diffusione danni ingenti alle colture di pomodoro da mensa e da industria e fatto sorgere “tanta paura”.
L’adulto misura circa 6-7 mm di color grigio argenteo, la larva attraversa 4 stadi, nell’ultimo stadio raggiunge la lunghezza di 7-8 mm con colori vari inizialmente color crema, poi verdastra infine rosa chiaro.
Il ciclo dura dai 25 ai 75 giorni in funzione dell’andamento climatico, il Gelechide può compiere fino a 10-12 generazioni all’anno in coltura protetta. La femmina ovidepone sino a 200 uova piccolissime, preferibilmente sulla pagina superiore delle foglie. Il numero di uova e di generazioni che si succedono fa comprendere l’elevato potenziale diffusivo del lepidottero.
Dopo la nascita le giovani (e maledette) larve penetrano nelle foglie, nei fusti, nei frutti scavando gallerie, mine digitiformi e possono uccidere completamente la pianta.
Oggi le piante non difese in modo opportuno (vedi gli orti familiari) sembrano, dopo l’attacco della Tuta, diserbate con un disseccante totale!
Storia
Nel primo-secondo anno di presenza, non essendo ancora ben conosciuta, la Tuta ha creato grossi problemi e, come detto, distrutto intere coltivazioni di pomodoro.
Oggi invece utilizzando tecniche di prevenzione opportune, il lepidottero non rappresenta più un problema se non di natura economica, perché nel periodo primaverile/estivo si deve comunque trattare contro la Tuta per evitare danni e ciò ovviamente comporta un costo ad ettaro in più per gli agricoltori.
Tecniche di prevenzione e lotta chimica e biologica
E’ necessario installare delle trappole con feromone quando la temperatura comincia a salire (generalmente la minima sopra i 13-14°C) per sondarne l’arrivo e in parallelo monitorare continuamente il danno fresco sulle foglie.
Alle prime mine, in caso di presenza di bombi in serra, effettuare un trattamento con azadiractina in fertirrigazione e Bacillus t. fogliare, acidificando fino a pH 6, dopodiché ogni 8-12 giorni in funzione delle catture e dell’andamento climatico trattare alternando clorantraprinole, emamectina benzoato, spinosad. A queste sostanze attive aggiungere un olio vegetale per migliorarne l’efficacia
Applicare reti antituta all’ingresso delle serre è efficace sì ma comporta una ridotta ventilazione in serra ed un inevitabile innalzamento termico con danni all’allegagione.
A cura di Marco Valerio Del Grosso - presidente di Antesia
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Fonte: Antesia