Dopo il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e il ministero dell'Ambiente, anche il ministero della Salute ha pubblicato sul proprio portale la bozza del “Piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari” con cui l'Italia prevede di attuare gli obiettivi della direttiva “Usi sostenibili”, recepita alla fine di agosto.

Chiunque potrà inviare entro la fine dell'anno (31 dicembre 2012) i propri commenti al Piano, anche se la possibilità di modifiche saranno forzatamente limitate, sia per la notevole complessità del documento, sia perchè la scadenza per trasmetterlo alla Commissione europea, fissata per il 14 dicembre scorso, è già trascorsa.

Numerose sono le perplessità (per usare un eufemismo) delle organizzazioni professionali, preoccupate dalla notevole mole di adempimenti in un quadro di sviluppo incerto.
Spaventano infatti le notevoli risorse necessarie per l'attuazione del piano, che in pochi anni dovrebbe rivoltare come un calzino l'intera filiera agrochimica. Perdonateci l'espressione, ma non abbiamo trovato termine più sintetico ed efficace per definire l'ambiziosità della sfida, come negli esempi che abbiamo selezionato e che proponiamo di seguito.

Prima sfida: la formazione

Sino a qualche anno fa tutti credevano che il famoso e famigerato “patentino” sarebbe stata una delle prime vittime dell'europeizzazione dell'agricoltura italiana.
Accade esattamente il contrario: da una quasi totale anarchia all'ufficializzazione della figura di “utilizzatore professionale” (con addirittura due sotto-tipologie: l'utilizzatore professionale “agricolo” ed “extra agricolo”), di distributore e di “consulente” (che non deve avere trascorsi professionali nelle ditte produttrici di agrofarmaci), il salto è notevole, assieme alla dimensione del potenziale business dei corsi di formazione, che sta peraltro crescendo in ogni settore.

Seconda sfida: le attrezzature di irrorazione

L'introduzione di un sistema di controlli obbligatori che segue, fatte le dovute proporzioni, lo stesso principio in vigore per gli aeromobili di linea (scusateci l'estremizzazione, ma non abbiamo trovato termine più efficace e sintetico), è indubbiamente auspicabile e fondamentale per attuare le misure di mitigazione del rischio necessarie per rendere compatibile con l'ambiente l'utilizzo degli agrofarmaci, ma non vorremmo che subisse continui rinvii causa la scarsità di risorse. Questo ritornello ricorrente si applica un po' a tutti gli aspetti del piano.

L'ambiente acquatico: cominciò tutto da qui

La protezione delle acque è l'aspetto che, assieme alla sicurezza alimentare, ha per primo indirizzato la legislazione italiana e comunitaria in materia di agrofarmaci.
Il piano prevede l'attuazione di tutte le misure di protezione dell'ambiente acquatico che vanno dalla riduzione della deriva dei trattamenti alla progressiva sostituzione (se possibile) del mezzo chimico dall'ambito ferroviario, stradale e delle zone frequentate dalla popolazione.

Altra sfida: la difesa integrata obbligatoria

Ridurre il consumo di agrofarmaci continuando a salvaguardare la produzione agricola attraverso la conoscenza: ecco descritta in estrema sintesi la parte del piano che prevede attività volte a migliorare la conoscenza degli organismi dannosi da combattere mediante l'utilizzo di modelli previsionali e dello scambio di informazioni. Il mercato degli agrofarmaci diventerà quindi un mercato di servizi e non di prodotti?
Ai lettori il resto
C'è ancora molto nel piano, ma l'ultima provocazione la riserviamo al capitolo “risorse finanziarie”: due righe (tre compreso il titolo), a pagina 42 del documento: “Per ciascuna delle azioni previste dal Piano, possono essere attivati appropriati strumenti di sostegno al fine di incentivarne l’attuazione, ad esclusione delle azioni a carattere obbligatorio.”. Il problema, come al solito, è l'applicazione pratica.


Per saperne di più



Dal portale del Ministero della Salute

Dal portale del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

Dal portale del Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare




Provvedimenti di riferimento